Autore Topic: Striscione, cori e buu razzisti Ecco cos'è successo ieri  (Letto 353 volte)

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Striscione, cori e buu razzisti Ecco cos'è successo ieri
« : Giovedì 25 Aprile 2019, 12:00:33 »
www.gazzetta.it



La semifinale di Coppa Italia di ieri era una gara da tolleranza zero per Figc e Lega, ma è accaduto di tutto: Bakayoko bersagliato da insulti prima e durante la partita


Doveva essere la partita da "tolleranza zero". Invece è successo di tutto, prima e durante i 90 minuti, ma Milan-Lazio si è giocata lo stesso. Sul campo hanno vinto i biancocelesti di Simone Inzaghi, che grazie al gol di Correa hanno meritatamente staccato il biglietto per la finale di Coppa Italia del 15 maggio a Roma. Sugli spalti i cori razzisti verso il centrocampista rossonero Tiemoué Bakayoko l'hanno fatta da padrone ma l'arbitro Mazzoleni non è mai intervenuto. Riavvolgiamo il nastro e riviviamo una giornata surreale.

massima allerta  —

Alla semifinale di ieri si arrivava dalle polemiche del Milan-Lazio di campionato di due sabati fa, partita finita in rissa nel finale (con un insulto di Leiva a un addetto stampa del Milan in sedia a rotelle) e chiusa dalla brutta gaffe di Bakayoko e Kessie che mostravano la maglia di Acerbi sotto la curva rossonera (gesto punito con una ammenda di 86mila euro dalla Procura Federale dopo il patteggiamento col Milan). Dopo quel match i tifosi laziali avevano intonato cori razzisti contro il francese del Milan all'Olimpico nel match con l'Udinese e Figc e Lega di A avevano dato mandato a ufficiali di gara e ispettori federali di segnalare qualunque episodio di slealtà, discriminazione o razzismo, sul campo e sugli spalti.

irriducibili shock  —

E si arriva a ieri. La giornata si apre con un'azione shock di un gruppo di Irriducibili, ultrà della Lazio, a Milano in Piazzale Loreto, luogo simbolo della fine del fascismo in Italia (qui, il 29 aprile 1945, vennero esposti i corpi di Benito Mussolini, dell'amante Claretta Petacci e di 18 gerarchi della Repubblica sociale italiana). Intorno alle 14, gli ultrà espongono uno striscione inneggiante al Duce ("Onore a Benito Mussolini") e lo accompagnano a saluti romani. La Digos ha identificato almeno 22 tifosi, 19 laziali e 3 interisti: rischiano fino a 3 anni di reclusione per il reato di manifestazione fascista. "Si stanno superano i limiti, Milano sarà sempre antifascista" dichiara il sindaco del capoluogo lombardo Beppe Sala, mentre la Lazio si dissocerà in serata con un comunicato: "La S.S. Lazio prende nettamente le distanze da comportamenti e manifestazioni che non rispondono in alcun modo ai valori dello sport sostenuti e promossi dalla società da 119 anni. E respinge e contesta la tendenza semplicistica di alcuni media a considerare l’intera tifoseria laziale corresponsabile di atti compiuti da pochi ed isolati elementi per motivazioni estranee ad ogni forma di passione sportiva. La società si è sempre battuta per il rispetto della legalità e della correttezza dei comportamenti".

bakayoko nel mirino  —

A San Siro invece si passa ai cori razzisti, gli stessi intonati durante Lazio-Udinese: nel mirino c'è sempre Bakayoko. Gli insulti si sentono fuori dallo stadio e dentro, prima della partita e durante. La sensazione è che possa succedere qualcos'altro, anche perché già dai giorni precedenti il tam tam sui social e nelle chat dei tifosi biancocelesti si parla di banane da lanciare (allo stadio se ne sono viste alcune di quelle gonfiabili) e partita da far sospendere. L'andamento del match, che ha sorriso alla squadra di Inzaghi, ha evidentemente scongiurato episodi di questo tipo. I buu e i cori per Bakayoko non si sono mai fermati, il giocatore è stato bersagliato per tutta la partita. Lo speaker dello stadio ha richiamato un paio di volte il pubblico ma Mazzoleni, arbitro anche di quell'Inter-Napoli dei buu a Koulibaly, non è intervenuto. "Bisogna fare i complimenti ai giocatori in campo – ha spiegato Gattuso in conferenza stampa –. I cori erano iniziati nel pomeriggio. Spero che l'arbitro non abbia sentito, ma ieri abbiamo chiacchierato con i giocatori, dicendogli di essere un esempio".

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