Autore Topic: Lazio, Correa  (Letto 475 volte)

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Lazio, Correa
« : Mercoledì 4 Settembre 2019, 10:00:25 »
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                           Correa is back. Rieccolo in nazionale dopo due anni di assenza. L'ultima volta era stato nel settembre 2017, sfide valide per le qualificazioni mondiali contro Venezuela e Uruguay. Scaloni ha deciso di premiarlo, di dargli fiducia e chissà che questo non possa essere l'inizio di un inserimento in pianta stabile nel gruppo albiceleste. Il ct dell'Argentina ha studiato il Tucu, ne ha apprezzato la crescita nel finale di passata stagione, un'ascesa che sta continuando e che Leo spera possa dare i propri frutti anche in nazionale. La Lazio e Inzaghi hanno aiutato Correa, lo hanno messo nelle condizioni di esprimersi al meglio, giocando a ridosso della prima punta e libero da grossi compiti tattici, l'ex Samp sta trovando la sua dimensione. Ha regalato alla Lazio una Coppa Italia mettendo il sigillo prima in semifinale e poi in finale contro l'Atalanta con un gol meraviglioso, nel precampionato si è esaltato e l'avvio di campionato ha confermato l'evoluzione del Tucu che deve però imparare a essere sempre più cinico sotto porta. È l'ultimo step prima di diventare un giocatore di livello assoluto. 



SOLO LAZIO - C'è tempo. Del resto, a 25 anni appena compiuti, la strada imboccata sembra quella giusta. L'Argentina è una nuova opportunità, un modo per prendere ulteriore confidenza nei propri mezzi. Il Tucu è felice di tornare a vestire la maglia biancoceleste del suo paese, ha capito che l'occasione è prendere al volo. Lo ha confermato ai microfoni di Espn, da Los Angeles dove è in ritiro per preparare le amichevoli contro Messico e Cile: "Sono molto felice di essere tornato; era tanto tempo che non tornavo qui, la voglia c'era ed era molta. Sono grato per la fiducia che mi è stata data, darò tutto ora che sono qui". Correa vuole lasciare il segno, sente di essere un giocatore diverso da quello che fu convocato due anni fa. Più maturo, più completo, con una collocazione tattica ben definita: "Scaloni l'ho conosciuto quando ero a Siviglia, lì giocavo praticamente da esterno destro di centrocampo, ora invece mi muovo più avanti. Io sono a disposizione del mister, lui sa che posso giocare sia sull'esterno offensivo, che dietro la punta. Non fa differenza. Quando indossi questa maglia sai che devi fare le cose per bene, per me questa è una grande opportunità e voglio far vedere che posso dare tanto al mio paese". Il ritorno in nazionale però ha un background. Una regia. La Lazio lo ha rilanciato, gli hanno dato nuovo smalto. L'inizio difficile, tanta panchina, poi la crescita e l'esplosione. Ora il Tucu è un punto fermo nello scacchiere di Inzaghi: "Da quando sono alla Lazio, la verità è che il primo anno è stato abbastanza positivo. Abbiamo vinto la Coppa Italia, abbiamo fatto abbastanza bene. Durante l'estate ci sono state voci, si è parlato di qualcosa, ma la verità è che io sono sempre stato focalizzato sul mio lavoro, sapendo cosa dovevo fare in quel momento. Posso dire che sono concentrato e coinvolto al 100% con la Lazio". Una buona notizia per tutti. 


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