www.calciomercato.com Da una parte in versione
Sergente, dall'altra no. Da una parte leader tecnico incontrastato, dall'altra incompreso. Sergej
Milinkovic-Savic brilla con la
Lazio, punto fermo e vincente dello scacchiere di Simone
Inzaghi, ma fatica tremendamente con la maglia della sua
Serbia. Ha vinto un
Europeo Under 19 nel
2013, un
Mondiale Under 20 nel
2015, eppure nella nazionale maggiore, non riesce a lasciare il segno.
ESONERATO UN CT PER LUI - Prima del Mondiale del 2018, dopo le qualificazioni,
la Federazione serba decise di esonerare il commissario tecnico Muslin e affidare la panchina a
Krstajic. Il motivo? "
Milininkovic-Savic, Veljkovic e Radonjic sono il futuro del calcio serbo e non gli volevano permettere di giocare per la loro nazionale". In particolare, a Muslin, non piaceva il centrocampista della Lazio: "Per noi della federazione era incomprensibile e non volevamo accettare, abbiamo una responsabilità per il futuro del calcio serbo e questi ragazzi non possono che portare un vantaggio alla Nazionale. Quella volta (Muslin, ndr) mi ha detto che Sergej era stato uno dei peggiori in campo. Pensavo di aver capito male, così gli ho chiesto se parlasse proprio di Nizza-Lazio, dato che era anche presente allo stadio. E lui ha risposto di sì".
NUMERI DA FLOP - Mai convocato nelle qualificazioni per il
Mondiale, ha disputato 4 amichevoli di preparazione alla rassegna di
Russia: due vittorie, un pareggio e un ko. Poi il Mondiale, sempre in campo:
vittoria con Costarica, ko con Svizzera e Brasile. Serbia fuori. E poi? Cambia ancora il ct, viene chiamato
Tumbakovic, e cambia il suo minutaggio: una presenza da titolare in
Nations League, una panchina e due da subentrato; una presenza alle qualificazioni per gli
Europei, due saltate per infortunio e la panchina contro il
Portogallo nell'ultima sconfitta per 4-2. 0
gol, 0 assist, mai una prestazione davvero convincente. I tifosi lo chiamano in campo:
"Non ci vuole un diploma per capire che bisogna far giocare Milinkovic", "Fai giocare Milivojevic e non Sergej. Sul serio, vattene" alcune critiche apparse sul web. Ma il ct non lo vede.
TOP ALLA LAZIO -
Flop in nazionale, top alla Lazio. Un assist nelle prime due partite di Serie A, in complessivo 31 gol e 19 assist in 164 partite tinte di biancoceleste. E al di là dei numeri, una consistenza e un impatto in Serie A che pochi centrocampisti hanno.
Eppure, qualcosa non convince ancora del tutto del Sergente: in
Serbia, dove lo lasciano fuori, nonostante i tifosi lo vogliano in campo; e, soprattutto, sul mercato, dove nessuno ha investito quei 75 milioni richiesti da
Lotito. Se la scorsa estate era stato bravo il presidente della Lazio a non cedere, in questa, in cui era sul mercato, nessuno ha presentato un'offerta convincente.
Né l'Inter, né la Juve, né il Paris Saint-Germain; né il Manchester United. Nessuno. Come se il fuoriclasse che è in lui debba ancora sbocciare del tutto.
Top alla Lazio, flop in Serbia, non convincente e conveniente sul mercato. ?Qualcosa frena l'ascesa del serbo, che ora si godrà le coccole di Simone
Inzaghi. Quello che, più di tutti, sa far rendere il numero 21 biancoceleste come un fuoriclasse.