Autore Topic: Lazio, Giordano  (Letto 441 volte)

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Lazio, Giordano
« : Lunedì 16 Settembre 2019, 18:01:18 »
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                           Bruno Giordano ha analizzato la sconfitta della Lazio contro la SPAL ai microfoni di RadioSei: "Le cause? Uno la vede in un modo, qualcuno in un altro. Credo che ci sia un po' di tutto. La Lazio non può essere una squadra in grado di snobbare una qualsiasi partita. Non lo fa il Barcellona, perché farlo noi? Credo soltanto che ci siano dei difetti strutturali dentro la squadra. Se una cosa capita una volta può essere fortuna o sfortuna. Se un comportamento si ripete c'è qualcosa che l'allenatore e i giocatori non riescono a migliorare. Le squadre non si fanno solo sotto l'aspetto tecnico, ma anche sotto quello psicologico. Serve la voglia di vincere. Altrimenti sarebbe troppo facile. Alla Lazio qualcosa manca. Purtroppo ci sono tante componenti che ti portano a essere una buona squadra in Italia, però non un'ottima squadra o una grande squadra. Sulle scelte tecniche non mi permetto comunque di entrare. Il Mister ne sa più di noi. Io gli rivolgo un appunto sul fatto che dopo la querelle sul contratto durata un'estate mi aspettavo poi arrivassero rinforzi importanti. Di qualità e quantità. Invece niente. La dimostrazione è che 3 acquisti su 4 stavano in panchina. Se va via Badelj è giusto sostituirlo. Se ci dicono che lo è Cataldi, ma poi ci si mette Parolo spostandolo dal suo ruolo, qualcosa non va. Per il resto cosa dire a Inzaghi? Lui cerca di mettere in campo la formazione  migliore. La Lazio è ridotta all'osso in panchina. Dei nuovi arrivati non c'è traccia, eccezion fatta per Lazzari. La sconfitta fa male perché sei ad inizio stagione. Partire così, con due partite in cui dovevi fare sei punti e invece te ne ritrovi uno, dà l'idea che si sia parlato troppo. Dal direttore sportivo all'allenatore sembrano tutti aver pensato poco alla partita. Passeggiate nel campionato italiano è sempre più difficile farle. Il livello anche delle neopromosse si è alzato. La Serie A si è livellata. Se noi pensiamo di essere quelli di due anni fa partiamo col piede sbagliato. Testa bassa e lavorare. Dopo i risultati si parla".

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