Autore Topic: Laziomania: non è colpa di Correa, ma di chi gli fa calciare il rigore  (Letto 427 volte)

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                Prima di tutto: Bologna contro Lazio avrà sempre un'importanza relativa, persino infinitesimale con Mihajlovic in panchina. Forse nemmeno troppo apprezza parole sulla sua figura che nessuno può abbracciare ma tutti vorrebbero, con le tifoserie unite in un solo, immenso tributo. D'altra parte, per me Mihajlovic è vita: le sue punizioni, mix assurdo di potenza e precisione, hanno segnato tantissime fasi, frasi, amori e vittorie. Chiudo qui, ma ci sarebbe tantissimo da dire su quanto sta insegnando.

INNO DI BELLEZZA - Secondo tutto: la partita è stata bellissima intensa, piena di svarioni, cose belle, cose orrende, metterle in ordine è complesso, difficile. I rossi di Orsato indubbiamente hanno condizionato gli allenatori - forse il match no, più i cambi. Un peccato che l'abbia preso Leiva, quel rosso: è sempre molto duro, ma corretto, ed è il suo primo. Un peccato, fatemi dire. Due falli da giallo? Boh, probabilmente sì, il rammarico resta. Voglio però puntare il mirino della tastiera Joaquin Correa: fa tutto benissimo, con la Lazio in 10, ma siamo in un periodo della sua vita in cui, come si dice nei bar, non la butta dentro nemmeno con le mani. Ma voglio dire di più: non me la prendo solo con lui per il rigore fallito. Vatti a prendere quel pallone, levalo a Correa, battilo tu. 

PERSONALITA' - A volte vorrei vedere dai big assoluti di questa Lazio - Milinkovic e Luis Alberto - un anelito di vera personalità. Non quella delle giocate, del coraggio, della visione. No, quella umana, personale, che sul campo si vede soprattutto nei momenti decisivi. Vatti a prendere quel pallone, levalo a Correa, battilo tu. Col senno di poi, dagli occhi di Correa è nato il rigore sbagliato, ma è un discorso talmente facile che non mi va nemmeno di tirarlo fuori. Voglio farne uno più difficile: a volte vorrei che i giocatori della Lazio uscissero dalla loro dimensione di scolaretti educati e puliti, bravi nel giuoco del calcio, per diventare un po' discoli. Vatti a prendere quel pallone, levalo a Correa, battilo tu.  Talmente con quelle che gli fumano da prendersi quel pallone pesantissimo e buttarlo dentro la rete. Quello che ha fatto Acerbi, a fine partita, con il rigore guadagnato di cuore e orgoglio, meritava un tiro migliore. Vatti a prendere quel pallone, levalo a Correa, battilo tu, mio big. Anche perché lo dico ad ottobre: si sta delineando una situazione complessa per il quarto posto: se l'Atalanta continua così, e le altre non si fermano, per il quarto posto la geografia è frastagliata, ma la Lazio rischia di scontrarsi con i rivali cittadini e il Napoli. Poteva andare meglio, a naso. 

COSA SERVIVA DAVVERO - Questa bellissima partita, emozionante, appassionata, meritava un tiro migliore. Voglio dire che il secondo tempo della Lazio meritava forse i 3 punti - e voglio anche aggiungere che un pareggio con questo Bologna, così ben messo in campo, gagliardo, coraggioso, ci può stare eccome. Ma a volte vorrei vedere quello scatto di ribellione, quella rabbia antica, quella vampa di orgoglio, sicurezza, fierezza. Vorrei vedere Di Canio, non Correa, che pure per me è stato pazzesco, ha tenuto su la baracca in 10, è un giocatore dai limiti incerti e dalla qualità immensa. Ma in quel momento serviva Di Canio, non Correa. E un Di Canio, questa Lazio, questo spogliatoio, non me ne vogliano i 94 gol di Immobile o l'immensità del petto di Milinkovic, non ce l'ha da anni. Dai tempi di Di Canio. 

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