Autore Topic: Lazio, Mauri  (Letto 443 volte)

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Lazio, Mauri
« : Lunedì 14 Ottobre 2019, 14:01:35 »
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                           Stefano Mauri, ex capitano della Lazio, predica calma nel valutare i nuovi acquisti biancocelesti e si ricorda in tal senso dei giudizi frettolosi del passato. Ecco le sue parole a Radiosei: "Per valutare un nuovo acquisto serve un periodo di tempo medio-lungo. Ma ci sono tante variabili da considerare, conoscere o meno la lingua conta tanto, ad esempio. Non è facile anche adattarsi al nuovo sistema di gioco, ed è totalmente diverso per un nuovo arrivato giocare con i titolari che con 6-7 riserve", dice Mauri in riferimento specialmente a Vavro, molto impiegato in Europa League. Poi il raffronto con il passato: "Mi ricordo i commenti su Lulic, si diceva che non sapesse giocare a calcio. Poi è diventato un giocatore fondamentale per la Lazio. Serve tempo. Quando sono arrivati Klose e Cissè le persone parlavano solo di Cissè, anche se Klose era Klose. La gente non conosce i giocatori che arrivano dal campionato estero, quindi è impossibile giudicarli ancora. Quando compri dal campionato italiano, più o meno sai cosa ti possono dare i nuovi innesti. Ma quando arrivano dall'estero è molto più difficile. Anche Nani, pur con la sua storia, ha fatto male in biancoceleste. Non si può giudicare un acquisto finché non lo si vede concretamente all'interno dei meccanismi della squadra”. Infine, Mauri ha anche fatto un'analisi del lavoro dell'Atalanta, prossimo avversario della Lazio in campionato: “L'Atalanta è molto brava sia a livello societario, che grazie al suo allenatore, a trovare i giocatori adatti al sistema di gioco di Gasperini. Non è facile giocare a tutto campo come richiede il tecnico atalantino. Se uno dei calciatori non segue le indicazioni del tecnico, poi tutta la squadra va in difficoltà. Ogni pedina dei nerazzurri segue a uomo il suo avversario, questo perché stanno bene fisicamente e fanno tantissimi sacrifici durante l'allenamento. Fino a quando i risultati arrivano allora il gruppo non cede, ma con qualche stop di troppo può insorgere fatica e scoraggiamento”.


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