Autore Topic: Riganò: "Immobile nella storia della Lazio. Come si può discutere Inzaghi?"  (Letto 558 volte)

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                           Fiorentina - Lazio, una partita mai banale. A Firenze i biancocelesti hanno lasciato uno Scudetto nel 1999, anche a causa di un clamoroso errore dell'arbitro Treossi, oppure hanno vinto partite eroiche come quella dell'aprile 2018. Il Franchi ha sempre lasciato il segno nel cammino della Lazio. Chi ha particolarmente scaldato i cuori dei tifosi viola è Christian Riganò, il centravanti della rinascita dopo il fallimento del 2002. La redazione de Lalaziosiamonoi.it ha intervistato in esclusiva l'ex attaccante, per un'analisi a 360 gradi della partita.



Che Fiorentina - Lazio si aspetta Christian Riganò?



"Fiorentina - Lazio è stata sempre una bella partita, con gol. La Lazio ora si trova un po' in difficoltà, anche se la settimana scorsa aveva ribaltato la partita contro l'Atalanta da 0-3 a 3-3, ma poi c'è stata la sconfitta a Glasgow in Europa League. Ci sono state anche delle parole forti di Lotito in queste settimane. Io comunque credo che Inzaghi sia un ottimo allenatore e per questo mi fa paura la Lazio. Trova sempre il modo per uscire dalle difficoltà".



È uno scontro diretto quello domani?



"In questo momento credo di sì, guardando la classifica. Non so per quale posizione potrebbero lottare le due squadre perché ci sono state pochissime partite e i veri valori verranno fuori più avanti. A parte le prime due o tre che resteranno lì, tutto il resto è ancora da vedere".



Per un centravanti come lei è curioso vedere la Fiorentina giocare senza punte?



"Sì, onestamente è molto curioso. Montella spesso e volentieri giocava con il 4-3-3 e attaccanti in campo ne ha sempre messi, a volte più di qualcuno. In questo momento si fida poco di un ragazzo di 20 anni come Vlahovic e non ha avuto modo di vedere le qualità di Pedro. Alla lunga se gli avversari prendono le misure qualcosa va cambiato. Siccome Vincenzo è un bravissimo allenatore valuterà le situazioni. È vero che non dai punti di riferimento, che gli avversari devono stare attenti agli inserimenti, ma nelle partite chiuse come per esempio quella con l'Udinese, un centravanti ti può dare una grande mano".



Nella Lazio c'è Ciro Immobile...



"Immobile è un grande centravanti, uno che fa sempre gol lo è per forza. In questi anni a Roma ha fatto quasi 100 gol, quindi va messo tra i più grandi che ha avuto la Lazio nella sua storia. Tra 4 anni supera tutti. È un attaccante da 20 gol all'anno almeno e quando non sono 20 sono 18. I numeri sono quelli. Bravi i dirigenti della Lazio a dargli fiducia dopo che si era un po' perso. Bravi a puntare su di lui e lui li ha ripagati alla grande. Immobile è un attaccante con la a maiuscola".



Il gol comincia a diventare un problema per la Lazio?



"C'è Correa che è un altro giocatore fantastico".



Non crede che Correa segni un po' poco?



"Segna poco è vero, però il gioco della Lazio alla fine va a canalizzarsi tutto sul centravanti. Giocano per Immobile che è un po' quello che succedeva quando giocavo io. È chiaro che se l'attaccante si inceppa un pochino diventa un problema. Stanno mancando i gol di Milinkovic ultimamente. Il serbo quest'anno, come l'anno scorso, non sta brillando molto. Non dico che mi sta deludendo, però non è quello di due anni fa. Eppure ha rinnovato il contratto, ha scelto di restare a Roma, dovrebbe essere tutto a posto".



Che consiglio darebbe ai giocatori della Lazio per sbloccarsi?



"Il consiglio è quello di non pensarci.Sembra una banalità, ma se sei ossessionato dal gol alla fine non lo fai. Poi le cose nel calcio cambiamo velocemente. Magari Immobile smette di fare una doppietta a partita, ne fa due ogni tre partite e segnano i centrocampisti oppure Correa, Luis Alberto, Caicedo, altro ottimo attaccante. Il non pensarci aiuta, anche se per un attaccante è difficile non pensarci".



Si aspettava un Ribery così motivato?



"Sicuramente sì perché è un grande professionista. Non riesci a giocare 12 o 13 anni al Bayern Monaco se ogni anno non ti alimenti e trovi qualche motivazione in più. Avevo qualche timore per la condizione fisica, vedendo che ultimamente aveva avuto parecchi infortuni giocando poco. Se vai a vedere tutti i guai fisici erano arrivati negli ultimi anni, mentre in precedenza ha sempre giocato".



Quanto può influire nella testa e nelle gambe dei giocatori della Lazio la partita contro il Celtic?



"Influisce solo nelle gambe, non sulla testa. Un giocatore quando perde vorrebbe giocare la stessa partita il giorno successivo. Non vede l'ora la Lazio di scendere in campo".



La posizione di Inzaghi è salda, ma in caso di risultati negativi è uscita qualche voce su Gattuso. Che ne pensa?



"Io conosco entrambi e sia a Simone che a Rino voglio un bene dell'anima. Non vedo per quale motivo si debba mettere in discussione un allenatore che ha fatto non bene, benissimo. All'inizio ha accettato la Lazio dopo che qualcun altro l'aveva rifiutata. Si potrebbe dire che è stata la sua grande occasione. È uguale, Simone non è romano, ma è come se lo fosse. Non è nato laziale, ma lo è diventato. Per quello che ha dimostrato in questi anni non deve essere messo in discussione nè da Lotito, nè dai tifosi".



Ricorda qualche suo aneddoto legato alla Lazio?



"Ne ho uno brutto quando in uno scontro con Siviglia mi fratturai un dito della mano. Contro la Lazio ricordo anche la partita discussa con il mano di Zauri. Cose che nel calcio possono capitare. Spesso ho perso, con la Fiorentina, con il Messina, con l'Empoli".



Riganò oggi?



"Ho fatto il corso di allenatore, me ne manca un altro. Alleno in prima categoria. Faccio scuola calcio e mi diverto con i bambini. Aspetto di fare un passo alla volta, anche se so che ci vuole pazienza, tempo e anche un pizzico di fortuna perché per arrivare dalla prima categoria ai grandi palcoscenici la strada è lunga però ci credo. Come sempre ho fatto da calciatore".



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