www.sslazio.itA margine dell’evento ‘Omaggio a Paparelli’, Gabriele Paparelli è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Channel, 233 di Sky: “Oggi è stato dato un esempio dalle Istituzioni, è stata data voce a tutti i messaggi che ho lanciato in questi anni. Ho sempre cercato di far capire, con i giusti modi, che la violenza allo stadio non c’entra nulla perché poteva accadere quanto è successo a mio padre. Questo messaggio oggi è stato amplificato. Mi auguro che questo non sia un’occasione sporadica; oggi c’è stato un bel dibattito con i giovani che è stato improntato proprio sul futuro, il calcio deve unirci e dobbiamo difenderlo.
Abbiamo svolto un lavoro importante con un giornalista importante come Matteo Marani: con lui si è creato un rapporto importante, perché entrambi abbiamo perso i nostri papà quando eravamo dei bambini. Durante le riprese dello speciale andato in onda su Sky, ci siamo dovuti fermare perché lui e gli operatori si misero a piangere durante le registrazioni. Il documentario su mio padre è stato prodotto veramente con tanta passione e con tanto amore.
Come ho spiegato a mia figlia la bandiera dedicata a mio padre presente in Curva Nord? Le ho detto che suo nonno era un tifoso speciale, amato da tutti, aggiungendo che i sostenitori biancocelesti lo ricorderanno per sempre con quella bandiera. Questa è la verità perché i laziali sono la mia famiglia. Mi fa piacere che Giulia si sia avvicinata a suo nonno in questo modo, ovvero tramite una bandiera. È una storia bellissima perché è bello ed importante trasmettere queste emozioni”.
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