Autore Topic: Lazio, Di Chiara  (Letto 453 volte)

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Lazio, Di Chiara
« : Giovedì 7 Novembre 2019, 00:09:12 »
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                           Stefano Di Chiara è entrato di diritto a far parte delle simpatie di casa Lazio. Non direttamente, anche se lui in biancoceleste ci è cresciuto fino ai gradi di Primavera, ma per vie traverse. Come Calori, ad esempio. Lui e il suo Lecce, infatti, scucirono alla Roma uno scudetto che i giallorossi si erano già assegnati "d'ufficio". Correva la penultima giornata della stagione 1985/86, e la Roma comandava la classifica ai danni della Juventus: “Con mio fratello siamo nati e cresciuti nella Lazio, poi abbiamo vissuto un percorso diverso, lunghissimo, legato anche a quell’incredibile partita Roma - Lecce" - ha detto Di Chiara e ElleRadio - "E pensare che ancora oggi un idraulico non mi ha fatto pagare una riparazione perché, laziale, mi ha detto: “Tu mi hai già pagato”, riferendosi a quella vittoria del 1986 (finì 3-2 per il Lecce, che agevolò il sorpasso della Juve ndr). In quella partita la Roma era andata anche in vantaggio, quindi l’approccio in realtà era stato ottimale. La sottovalutazione è arrivata dopo, e per i giallorossi un problema storico è stato spesso proprio quello di festeggiare gli obiettivi prima ancora di averli raggiunti. È un malcostume a volte anche generale italiano. In quel momento eravamo sottovalutati e già retrocessi. Ma sono partite che nascono così, considerando poi che quella era stata una stagione difficile ma i valori quel Lecce, con giocatori come Barbas e Pasculli, li aveva". I fratelli Di Chiara erano entrambi in campo quel giorno: “Noi abbiamo vissuto quella partita in maniera speciale, eravamo romani della Garbatella e giocavamo in Primavera della Lazio con Giordano, Manfredonia, De Stefanis…eravamo ragazzi di Roma, laziali, e c’erano tutti i nostri parenti e amici a vederci all’Olimpico. Questo aspetto è venuto a mancare nel calcio moderno.”



SULLA LAZIO DI OGGI: “La partenza della Lazio quest’anno è stata deficitaria sotto molti punti di vista, le sconfitte contro Spal e Cluj lasciano tanti rimpianti. La partita con l’Atalanta ha rappresentato una svolta, ha aiutato a far recuperare autostima a un gruppo che gioca insieme da tanti anni. La Lazio è sicuramente una squadra da primi quattro-cinque posti, arrivare più in basso significherebbe fallire l’annata. La Coppa Italia ha salvato la scorsa stagione ma la qualità della squadra rivela la possibilità di lottare per obiettivi importanti. Purtroppo si giocano troppe partite una attaccata all’altra, va analizzata anche l’importanza dei ricambi e il peso che hanno sull’ottenimento dei risultati".


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