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Se qualcuno pensava che la Lazio fosse un fuoco di paglia o una semplice intrusa di mezza stagione, dovrà probabilmente modificare le proprie idee valutando non solo la forza collettiva di una squadra che ha conquistato contro la Samp l’undicesima vittoria consecutiva ma anche lo straordinario momento di Immobile, il più forte attaccante italiano per distacco. Con la tripletta di ieri, SupeCiro è salito a 23 gol (in 19 partite): una media spaventosa, che lo proietterebbe potenzialmente addirittura a quota 46, cioè a più 10 rispetto all’attuale record conquistato da Higuain nel maggio del 2016. Un rendimento senza precedenti e per capirlo basta continuare a leggere i numeri: con i gol attuali, Immobile avrebbe già conquistato la classifica dei cannonieri di ben tre campionati a venti squadre (nel 2008 Del Piero vinse con 21 reti, lo stesso Ciro nel 2014 con 22 e Toni nel 2015 sempre con 22); ad oggi nelle ultime tre stagioni soltanto Messi ha realizzato più marcature multiple nei campionati top (21 contro 18); e infine solo Angelillo, nel 1958/59, aveva segnato più gol del napoletano dopo 19 partite (24 contro 23).
La
Juve (battuta due volte in 15 giorni) e l’
Inter faranno bene, secondo noi, a guardarsi dalla Lazio, che è diventata una splendida realtà e non una meteora pronta a disgregarsi in volo. Considerando che deve ancora recuperare la sfida contro il Verona, potenzialmente - alla vigilia delle partite di oggi - Inzaghi si trova in vetta accanto alla Juve e addirittura davanti all’Inter con un vantaggio di due punti. L’undicesima vittoria consecutiva è stata molto spettacolare, contro la Samp si è avuta davvero la sensazione di essere davanti a una squadra che si diverte giocando un calcio imprevedibile: attimi di tiki taka verticale dei palleggiatori biancocelesti alternati a volate degli esterni che capovolgono il fronte con una velocità disarmante per gli avversari. E in pochi, per ora, hanno trovato un antidoto per disinnescare le idee di Inzaghi.
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