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Lucas
Castroman, ex esterno della
Lazio, torna sulla sua avventura biancoceleste a
SportWeek: “Il calcio non mi interessa più, ora seguo solamente la Nazionale di Leo Messi. Avevo lo stesso agente di Simeone, fece vedere alcuni video ad Eriksson e si convinse subito. Ma arrivati a Roma c’era Zoff, Sven era andato ad allenare in Inghilterra. Con Dino sono stato da Dio, avevo vent’anni, ero circondato da campioni come Crespo, Veron e il Cholo, mi aiutavano con l’italiano. Avevo anche un’insegnante privata ma durò dure giorni: troppi verbi, troppe regole. Ascoltavo i compagni e capivo, in sei mesi avevo già imparato tutto”.
LE DELUSIONI - “Rimasi deluso da due persone: Roberto Mancini e Oreste Cinquini, ex direttore sportivo della Lazio. Andai via per colpa loro. Uno mi diceva una cosa, l’altro un’altra: non c’era chiarezza, non erano trasparenti. Ricordo una partita contro il Besiktas in Coppa Uefa, ero una furia. Mancini non mi parlava da un mese e mi fece giocare titolare. Segnai e vincemmo 2-1, qualificandoci in semifinale contro il Porto. Poi a fine partita ci fu una discussione, così mi tolsi la maglietta e gliela tirai in faccia. Fu la rottura definitiva”
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