Autore Topic: Lazio, Mendieta: “A Roma poco tempo per adattarmi. Oggi è una squadra da titolo”  (Letto 436 volte)

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Lo spagnolo, arrivato alla corte di Cragnotti nell’estate del 2001 per 90 miliardi, ha raccontato il suo passato: “Grande club, ma contro la Juve sarà dura”

ROMA - Trasferimento miliardario ancora oggi in casa Lazio: Gaizka Mendieta arriva dal Valencia per la super cifra di 90 miliardi di lire. Solo Hernan Crespo è costato di più. I biancocelesti, che hanno appena venduto Nedved alla Juve, si rinforzano con il centrocampista basco. Eppure l’affare si rivela un flop. Lo stesso Mendieta, ai microfoni di As, ricorda quell’annata: “L'adattamento a un nuovo calcio, una diversa modalità di allenamento, richiedono tempo e non ho avuto continuità in termini di presenze in una squadra praticamente nuova. Qualcosa di simile è successo a Nedved alla Juventus e a Zidane al Real Madrid, ma hanno avuto più tempo di quello che è stato dato a me. Non so se il mio carattere non mi abbia aiutato. So di avere avuto delle responsabilità, ma non per quello che è stato pagato per me, a quello ho dato un'importanza relativa. Nel 2001 è vero che il Real Madrid era interessato, ma sapevo che sarebbe stato impossibile. I rapporti con il Valencia erano pessimi dopo la vicenda Mijatovic e il mio club non avrebbe mai accettato la cessione. La decisione di andare in Lazio è stata congiunta con il Valencia, abbiamo pensato che fosse il momento migliore”.
“La Lazio nel 2002 prima mi ha permesso di parlare con l'Athletic, poi ha interrotto le trattative. Fu al tempo di Zubizarreta come direttore a Bilbao. La verità è che mi sarebbe piaciuto giocare per l'Athletic ed è una delle cose che non sono riuscito a realizzare. Ho sempre cercato di non avere molti "cosa sarebbe successo se ..." e di sperimentare il calcio in altre squadre e campionati. Sono andato al Barcellona: non so se il 2002 fosse il momento peggiore per arrivare lì, ma sicuramente non fu il migliore. Dopo il mio primo anno in Italia, volevo andare in un grande club e avere più stabilità di quella che avevo nella Lazio. Van Gaal è stato decisivo, perché mi ha chiamato per dirmi che mi voleva, ma è vero che quello a Barcellona è stato un anno di transizione. Mi sarebbe piaciuto continuare, ma è arrivato un altro presidente, hanno scelto un nuovo allenatore e ha deciso di ricominciare con altri giocatori. Comunque, per me è stato un anno positivo”.“Sinceramente credo che la Lazio sia un grande club italiano, che non vince lo scudetto da molto tempo. Tuttavia è dura perché la Juventus e l'Inter sono forti e sono in lotta. Le possibilità e le speranze sono comunque reali”.

           

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