Autore Topic: Laziomania: (Non) è finita  (Letto 350 volte)

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Laziomania: (Non) è finita
« : Mercoledì 8 Luglio 2020, 09:01:21 »
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Il sogno Scudetto in poche ore si è liquefatto ed è tornato come prima, un Golem capace di abbattere e risollevare. Il sogno Scudetto della Lazio, con una giornata in meno, ha le stesse dimensioni di prima, con il -4 dalla Juventus. Tutto nonostante un'altra batosta tremenda. Pioli prolunga la corsa, forse l'agonia ma anche la bellezza, fa un favore al suo allievo Inzaghi e demolisce a sua volta la Juve, dopo aver spaccato per primo i sogni dei suoi ex giocatori. La Lazio del dopo-sosta non è la stessa cosa: è un ammasso di gambe che non girano, informe, senza idee, senza mordente. Sembra aver perso visione, stimoli, forza fisica e corsa. Fiato, perfino: sono tutti imballati e in forma da "Trofeo Birra Moretti". La sconfitta contro il Lecce sembrava il delitto perfetto: un ex in grande forma, arrabbiato e voglioso di prendersi un pezzo di salvezza, uno Shylock della permanenza in A.

DISASTRO E CONTRACCOLPI - Dall'altra parte la Lazio passiva, come contro il Milan, incapace di offendere, che prende facilmente gol, che non sa più ritrovare gli uomini da mettere in campo, in un continuo e affannoso appello all'infermeria. Poi arriva la sera, in questo peana, la resa di Inzaghi, la bandiera bianca, già tutti schierati i pretoriani a difendere il difendibile ("il nostro Scudetto è la Champions"), i grillini dell'ala oltranzisti già pronti al Vaffa Day, gli altri già a depennare l'indesiderato Lotito dagli ospiti di gala sulla Rosea. E invece. 

LA JUVENTUS NON RIDE - E invece la straordinaria vittoria del Milan dice a tutta questa folla multiforme che: 1) la Juventus si può battere, eccome. 2) Che la sconfitta contro il Milan è figlia anche di un Milan schiacciasassi. Non solo delle gambe in ferie. 3) Che la corsa Scudetto nonostante noi, nonostante la Lazio, nonostante tutto quello che di giusto e sacrosanto e offeso e macchiato e derelitto siamo riusciti a dire e dirci e confessarci in 2 ore, la Lazio è ancora là. Se la Lazio piange, la Juventus non ride. 
LA PREPARAZIONE - Voglio dire una cosa: che qualcosa a livello di preparazione in questo periodo anomalo, assurdo, senza precedenti a memoria d'uomo che non siano conflitti mondiali abbia squassato i piani atletici di tutte le squadre ci sta. Ho sentito molti tifosi attaccare lo staff di Inzaghi per nome e cognome: cominciamo, per nome e cognome, a ringraziare uno per uno chi ci ha portato fino a qui. Poi ne parliamo, in separata sede, a fine anno, di questo assurdo e straniante finale di stagione. I processi ora? Un lusso che non si può permettere la Lazio. Ora tocca spingerli come una macchina ingolfata in salita.

E ADESSO? - Adesso io credo che Inzaghi debba innanzitutto chiudersi nello spogliatoio con sé stesso. Penso debba dirsi, in tutta onesta, che in questo momento bisogna avere gli attributi per scardinare le gerarchie, cambiare il cambiabile, mettere dentro chi ha più gamba, voglia. Senza guardare in faccia a nessuno, ma solo alla stamina. Non l'hai capito? Questa è una Battle Royal stile Call of Duty: tutti dentro, ne resta solo uno in piedi. E non è detto che la vittima sacrificale, l'agnello già pronto al macello, questa Lazietta orribile, stanca, sfatta, stracciona, non si ritrovi a dirsi, sommessamente ma credendoci, che non è ancora finita. Sembra strano scriverlo, dopo non essere riusciti a riprendere un misero gol al Lecce: non  è ancora finita. Sembra da pazzi dirselo, con questi che non si reggono in piedi: non è ancora finita. 

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