Autore Topic: Acquafresca: "Inzaghi ricorda Allegri, la stagione della Lazio rimane importante"  (Letto 291 volte)

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Robert Acquafresca, ex attaccante del Cagliari, è intervenuto ai microfoni di S.S.Lazio Agenzia Ufficiale.

Cosa è mancato alla Lazio per confermarsi ai vertici dopo il lockdown?
"Da fuori è difficile dirlo, nel calcio ci sono una serie di fattori che fanno la differenza. Sicuramente la squadra di Inzaghi è stata sfortunata negli episodi, tra imprevisti ed infortuni non è riuscita a rimanere attaccata al treno scudetto".

Qual è stata l'assenza più pesante?
"Non ce n'è stata una in particolare, sono stati determinanti anche i giustificati cali di rendimento di Milinkovic, Luis Alberto e Immobile, calciatori che fino a prima del lockdown avevano trascinato i biancocelesti in zone di classifica impensabili ad inizio campionato. Uno scudetto conquistato dalla Lazio sarebbe stato incredibile".

La stagione della Lazio rimane comunque importante.
"Assolutamente, sicuramente uno scudetto conquistato dalla Lazio sarebbe stato incredibile ma l'annata di Lulic e compagni è positiva. Il merito è di Inzaghi, che nella gestione del gruppo mi ricorda molto Allegri: il gioco di Simone fa sentire importante tutta la rosa".

Hai detto Immobile: Ciro ha ripreso a segnare, chi vedi favorito nella corsa al titolo di capocannoniere tra lui e Cristiano Ronaldo?
"Sarebbe bello se lo vincesse Immobile. Ha fatto una stagione incredibile, sicuramente segnare nella Lazio è più difficile rispetto che nella Juventus. Sarebbe anche un giusto premio per la gavetta fatta prima di arrivare al top".

Capitolo Cagliari: stagione a due facce, da chi ripartiresti?
"Il lavoro di Maran è stato importante, purtroppo però nel calcio quando i risultati non arrivano paga l'allenatore. Ora c'è Zenga che ha belle idee: sicuramente la stagione rimane un po' amara, visto il rendimento offerto dalla squadra fino a dicembre".

Poi il calo.
"Peccato, si sarebbe potuto puntare ad una qualificazione in Europa League proprio nell'anno del centenario. La foto della stagione sarda è in Joao Pedro: 18 reti in campionato, partite da top player e lunghi digiuni senza segnare".

Che partita ti aspetti questa sera?
"Mi aspetto una bella gara, tra due squadre spensierate e offensive. Alla Lazio manca un punto per la Champions League, il Cagliari è salvo e giocherà a viso aperto".

Alla Lazio hai segnato il tuo primo gol in Serie A (settembre 2007, ndr), ricordi ancora quel giorno?
"Non dimenticherò mai quel giorno, mi sono passati davanti tutti i sacrifici fatti in passato. Un ricordo indelebile, entrai dalla panchina e segnai contro una squadra come la Lazio che in quell'anno faceva la Champions League. Da quella sera la mia carriera ebbe una svolta in positivo, terminai il campionato in doppia cifra e mi migliorai l'anno successivo".

La tua ultima esperienza risale al Sion, stai già pensando ad un futuro fuori dal campo?
"L'avventura in Svizzera è ormai di un anno fa, sono in attesa di un'occasione ma so che non è facile vista l'inattività, non mi prendo in giro. Sicuramente dopo mi piacerebbe rimanere nel mondo del calcio, sono nato e cresciuto lì come uomo. Non so ancora in quale ruolo, sto facendo chiarezza. Se dovessi scegliere una filosofia di gioco però, sarebbe più vicina a quella di Allegri che Sarri".

 

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