Autore Topic: Gazzetta, altro attacco scomposto: ma la Lazio per ora è l'unica danneggiata  (Letto 330 volte)

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Nel giorno in cui Marcelo Brozovic torna a essere "debolmente positivo" al tampone, dopo essere risultato negativo due giorni fa ed essersi ammalato nel focolaio croato di 15 giorni fa, la Gazzetta torna a martellare sulla Lazio. L'Inter, dopo il caso Gagliardini, fa i conti con quello di Brozovic, ma nessuno ovviamente muoverà sospetti sul club nerazzurro o sul laboratorio al quale s'affida. Non ci saranno farse o scandali, eppure il direttore della Gazzetta, Barigelli, a Radio 24, aveva detto che "un giocatore che da positivo diventa negativo e torna positivo non esiste, non è previsto dalla scienza", dimostrando d'avere anche conoscenza da specialista in materia. Cosa farà quindi ora la rosea? Intanto, però, continua nella sua campagna contro la Lazio, già perché nell'editoriale di sabato, il direttore Barigelli accusa Pulcini d’essere un medico inadeguato e in malafede, in combutta con la famiglia Taccone nel trasformare “casi debolmente positivi, in negativi” e di dipingere Lotito come un puparo che manovra il calcio italiano a suo piacimento, che ha usato il calcio e la Lazio solo per “il proprio calcolo”. La Gazzetta dello Sport s’augura dunque punizioni severe, crede che le indagini in corso della giustizia ordinaria e di quella sportiva non possano che portare a un processo e da lì a una sentenza di colpevolezza. Un doppio salto carpiato che giunge a conclusioni affrettate, che manifesta un preconcetto evidente nei confronti della Lazio e dei suoi dirigenti. Le indagini, per ora, non hanno portato ad alcun rinvio a giudizio e tantomeno un processo ha emesso sentenze definitive. Augurarsi pene esemplari, quindi, non solo muove contro ogni principio di garantismo sui cui si fonda lo Stato Italiano, ma denota un pregiudizio pericoloso per chi dirige un giornale e dovrebbe quindi avere un’opinione libera da idee prefissate e immutabili. Addirittura, il direttore della Gazzetta arriva a dire che “Lotito e Pulcini hanno riscritto il protocollo, con il sostengo di Taccone, ma soprattutto hanno piegato ai propri convincimenti e agli interessi del club le norme dello Stato”. 



LAZIO DANNEGGIATA - L’attacco, scomposto, spericolato, portato dall’editoriale, però sorvola su alcuni punti fondamentali della vicenda. Finora, infatti, sappiamo che la Lazio è stata danneggiata dalla vicenda tamponi e non certo aiutata. I biancocelesti, è bene sottolinearlo, hanno disputato la sfida contro la Juventus senza Immobile e Leiva che le perizie effettuate al “Moscati” di Avellino hanno confermato negativi al tampone. Come sarebbe andata la sfida dell’Olimpico con due colonne a disposizione di Inzaghi? Perché la Gazzetta non si pone il problema? Ed è bene ricordare, inoltre, come Immobile e Leiva furono bloccati dalla ASL dopo la falsa positività rilevata al Campus Biomedico, struttura alla quale la Lazio aveva deciso di rivolgersi in un slancio di zelo che s’è poi rivelato controproducente. L’alternanza di risultati da un tampone all’altro sta diventando, poi, quasi prassi. Basti pensare cosa è successo a Gagliardini e ora a Brozovic, a Mancini della Roma, cosa è successo al Salisburgo o all’Ajax e cosa succederebbe in tutte le squadre che non giocano le coppe europee e che sono sottoposti ai soli tamponi pre campionato e non a quelli della Uefa che poi vengono processati da SynLab. 



CONTRADDIZIONI - Barigelli, inoltre, sostiene che le discrepanze tra i risultati ottenuti da “Futura Diagnostica” e quelli delle controanalisi del “Moscati” testimoniano l’inattendibilità del laboratorio di Avellino. Un’accusa pesante su cui lavoreranno i legali della struttura. Ma l’anomalia può nascere - come è stato spiegato nei giorni scorsi - sia dal tempo trascorso tra una processazione e l’altra, sia dalla temperatura di conservazione dei tamponi, che dai cicli di amplificazione a cui viene sottoposto il genoma con la reazione PCR. Secondo la difesa del laboratorio di Avellino, infatti, il Ministero della Salute indica in 72 ore il tempo massimo tra un’analisi e l’altra; stavolta ne sarebbero intercorse 100 circa. Inoltre i cicli d’amplificazione sarebbero stati oltre 40 e non i 30 (più aumentano i cicli e più alta la probabilità di trovare un falso positivo) che Futura fissa come soglia standard. Ma, in ottica Lazio, questo conta relativamente, è una questione che riguarda il laboratorio irpino, quello che conta e che nell’editoriale non viene rilevato e che i 25 positivi non rilevati da “Futura Diagnostica”, ma solo dal “Moscati” e che sarebbero alla base di tutto l’attacco contro la Lazio, non sarebbero giocatori, ma parenti di questi e alcuni membri della dirigenza. Quindi e qui il cerchio si chiude, per ora, in questa vicenda l’unico a rimetterci è stato Inzaghi, privato di due giocatori fondamentali nella sfida decisiva contro la Juventus. Questo, però, alla Gazzetta non interessa. Strano, no? 

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