Autore Topic: Dal primo posto al rischio eliminazione: cardiopalma Lazio, Inzaghi fa l'impresa dopo 20 anni e va a  (Letto 310 volte)

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Sembrava quasi facile, ma di facile nella storia della Lazio non c'è stato mai nulla: due risultati utili su tre, un'occhiata alle notizie dalla Gazprom Arena (dove si giocava Zenit-Borussia in contemporanea), è la notte Champions League decisiva per la Lazio. Di fronte il Brugge, la partita della maturità: all'andata la Lazio si è  presentata in Belgio con la squadra C, stavolta Inzaghi piazza tutti i suoi titolari - tranne Fares a sinistra, sostituito da Marusic. Gli ottavi ad un passo: gli ultimi li ha conquistati, in campo, proprio Simone Inzaghi. Impresa chiama impresa, il mister ancora ricorda come si fa: dal 2000/2001 (passaggio alla seconda fase a gironi dell'epoca) ad oggi, quanti anni sono passati? Dopo 20 anni, la memoria non lo inganna.

AUTORITARIA - Lazio autoritaria: non vuole una serata storta, vuole sognare. La volontà non evita il brivido. Va quasi a memoria, nei primi 10 minuti si apparecchia la tavola con cura, si muove bene, Sobol su Lazzari si prende subito il giallo (da ricordare), la squadra biancoceleste va con il giusto passo, colpisce senza pietà per l'1-0: Luis Alberto impegna severamente Mignolet, sulla respinta arriva Correa formato Champions League e porta in vantaggio la Lazio. Nemmeno il tempo di esultare, il club Brugge approfitta del terreno molto bagnato dopo le lunghe piogge su Roma: il tiro di Lang è violento, Reina non è pulito nella presa e Vormer pareggia. Cronistoria di una notte epica: in Russia passa lo Zenit con Driussi, in questo momento la Lazio è prima nel girone, agganciato il Borussia Dortmund, è agli ottavi. Ma le emozioni non finiscono di certo qui, è la Champions, non è di certo una tisana rilassante: più un cocktail forte dai sapori poco comuni. Alla mezz'ora Immobile defilato a sinistra punta Mata, che lo stende. 

LA SVOLTA DOPPIA - Cakir non ha dubbi: è rigore. Immobile è freddo come il ghiaccio nel suddetto cocktail, fino all'ultimo aspetta Mignolet, lo trafigge e riporta la Lazio sul 2-1. Quinto gol per Immobile, sempre a segno in ogni partita giocata in questa Champions League. Ma non è l'unica buona notizia: lo Zenit vince, la Lazio anche, è questo il paradiso? Se lo è, le porte sono scorrevoli, è troppo presto. La Lazio si fa prudente, il Brugge dimostra vivacità, Clement ha messo in campo una creatura comunque interessante. La (doppia) svolta potrebbe arrivare presto, in favore della Lazio: Cakir in maniera inspiegabile grazia Sobol, che stende di nuovo Lazzari. L'arbitro in veste natalizia si sente buono e non gli somministra il sacrosanto secondo cartellino. Solo un mero rinvio: Leiva lancia di nuovo Lazzari, Clement vorrebbe cambiare Sobol ma non fa in tempo, stavolta il secondo giallo non si può evitare. Brugge in 10, sotto di un gol, sotto una pioggia monsonica che si scatena mentre Sobol lascia il campo. Sembra tutto facile, ma non lo è.

IL GELO NEL FINALE - Il Brugge gioca con coraggio, c'è nell'aria la sensazione che non sia finita, per i tifosi della Lazio una specie di deja-vu continuo, sinistro: Marusic - che si muove molto bene, uno dei più vivaci oltre al solito Lazzari - prova a sorprendere Mignolet sul suo palo, nulla di fatto. Dall'altra parte Vanaken si concede uno slalom gigante in area (deviato fuori). La Lazio sembra in controllo, ma qualcosa stona. Pareggia il Borussia in Russia (poi vincerà, ma nessuno guarderà più a quel risultato), una specie di preludio. Immobile prima di uscire (3 cambi di Inzaghi) maledicendo il fato sciupa una palla-gol clamorosa, imbeccato meravigliosamente da Luis Alberto (esce anche lui). Azione successiva, Vanaken tutto solo di testa invece non sbaglia e trafigge Reina: 2-2, con la promessa - mantenuta - di più di 10 minuti al cardiopalma. La Lazio è ancora in controllo ma con meno qualità in campo (con Escalante - brutto errore con rischio - ed Akpa Akpro): nell'aria c'è come un immenso brivido, i minuti passano, sono 4 di recupero. Tutto in un unico, infinito momento decisivo, la clamorosa beffa quasi si concretizza: il Brugge in 10 si impegna in un finale convulso, sale addirittura Mignolet. Sugli sviluppi di un angolo al rallentatore dopo due rimpalli de Ketelaere col suo mancino delizioso va a botta sicura. Il fiato manca, il pallone colpisce la traversa interna. Il rumore è quello secco del fiato rotto dei tifosi Lazio, di un battito che manca, poi la sfera va via, lontana. Il tempo di riaversi, il triplice fischio, un grosso respiro dopo l'apnea, la Lazio è agli ottavi di finale di Champions League. Dopo 20 anni di attesa, Inzaghi porta i suoi in paradiso strameritando il secondo posto nel girone, senza mai perdere, con un ultimo immenso brivido, un istante infinito di calvario tra il sinistro di un talento belga e la traversa dell'Olimpico bagnata di pioggia.

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