Autore Topic: Laziomania: Ballardini cambia, Inzaghi è bot di sé stesso: un appello accorato  (Letto 287 volte)

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di Luca Capriotti

Da una parte un allenatore - molto vituperato qui da noi - che semplicemente legge la gara, cambia modulo e interpreti di conseguenza. Dall'altra Inzaghi, sempre più bot di sé stesso, prigioniero di una rosa con poche alternative (meno del Genoa, che bile), e dei suoi schemi mentali, delle sue gerarchie. Sempre gli stessi cambi, mai un guizzo, mai un modulo diverso. E in mezzo oramai un copione consolidato: la Lazio che gioca un gran primo tempo, non la chiude (manca mentalità e cattiveria, rabbia vera) e si fa rimontare. Sempre lo stesso spartito, suonato con incredibile maestria dai violinisti su un Titanic lontano ancora dall'iceberg, per ora. Ma non troppo, é in vista. 

ATTENZIONE AI SEGNALI - Per ora, dicevo: la stagione si sta chiudendo come un incubo da Saw l'enigmista sui ragazzi di Inzaghi. Sempre meno le possibilità di errore, sempre più complicato pensare ai piani altissimi. Oggi lo Scudetto si chiama quarto posto, e a breve sarà una missione impossibile, una di quelle da Tom Cruise. Avevamo chiesto Caicedo, che ci prova ma niente, stessa parola oramai associabile serenamente alla stagione di Muriqi. Su un campo pesantissimo la colpa è chiara: la Lazio non sa più chiuderla, non sa più contenere con un solo gol di vantaggio. Non sa più vincerla: una roba grave che sgretola alla lunga certezze, rapporti. Ma cosa serve per provare una specie di operazione rilancio per una stagione ancora in bilico? 

COSA SERVE ALLA LAZIO - Ora sono due le figure chiave, e tolgo i giocatori dal mazzo. Stanno facendo il loro, sono a mezzo servizio, stanchi e pure demoralizzati, Milinkovic finché ha potuto ha fatto una partita buona per me, Luis Alberto era sfavorito da un campo disonesto e fangoso (andava tolto lui) Escalante continua a fare bene. Ma ora sono due che devono cambiare questa stagione: Igli Tare e Simone Inzaghi, in questo specifico ordine di importanza. Ora la società deve mettersi le mani in tasca e firmare assegni: servono come il pane acquisti che siano ulteriori alternative, siano da sprone e facciano crescere l'entusiasmo, il vero assente sul campo di Genova. Questa squadra complessivamente é costruita male, lo abbiamo detto, con una distribuzione di budget del tutto assurda e lontana dalle reali esigenze. Ora si può rimediare. Dzeko chiede acquisti per la Roma terza, se non li chiediamo noi siamo folli. Folli.

ACCORATO APPELLO - Ora per favore, però, guardiamoci un attimo negli occhi. Come ambiente forse ora, i tifosi, possono poco, pochissimo. Lancio una petizione accorata, da chi ama davvero questi colori. Non accontentiamoci di aver vissuto un anno unico, non consideriamolo almeno noi un unicum fortunato. Non gettiamo la spugna, ma soprattuto, oggi, mi sento di dire che non dobbiamo cedere alla nostra rabbia, alla deriva da bile, alla voglia di spaccarci in testa le prodezze di un uzbeko, il gol di Destro, dai Destro, la faccia di Ballardini CHE CI STAVA MANDANDO IN SERIE B non so se ci rendiamo conto, fermiamoci un attimo e diamoci un attimo di respiro. Prendiamoci del tempo tutti: la società, Inzaghi, i giocatori, noi. Guardiamoci tutti negli occhi. La prima cosa che serve ora è ritrovare la nostra magia. Non inacidirci, non perderci, rattoppare, ricucire, riabbracciarci, insistere. Ora, non prima, non dopo. Ora, se ce la facciamo, dobbiamo essere laziali noi, e pretendere rispetto da chi lo sarà comunque meno di noi, pur vestendo la nostra maglia, guidando la nostra società. Ora non dobbiamo cadere, ora non dobbiamo perderci, ora non dobbiamo delegare, spuntare, affondare, sputare. Ora mi aspetto che, al netto della giusta bile dopo la sconfitta, tutti diamo una mano a ricostruire con pazienza la magia. Che al contrario del nome stesso, non è magica: è solo un abbraccio, solo un abbraccio davvero tra le tutte le componenti. Inzaghi ci mette del suo nel diventare il bot di sé stesso, facendo sempre le stesse cose, gli stessi cambi, le stesse identiche soluzioni. Un concerto però di colpe: ora servono idee chiare, soluzioni diverse (CAMBIO MODULO, PERCHÉ DEVE ESSERE UN TABÙ?), e un aiuto serio della società. Che a sua volta ci mette del suo. Lo diciamo, lo abbiamo detto, da me potete aspettarvi onestà, ho poco da perdere, e molta trasparenza se riesco. Ma un abbraccio, ora serve un abbraccio. Il resto sono polemiche, molte anche giuste e analitiche, che ora non servono. Ora serve tornare a vincere, e convincersi che ancora si può fare, si può ancora lottare fino alla fine. Di ogni partita, e di questa stagione. Per un solo abbraccio.

 P.s. se qualcuno vi nomina Calabrese (che non mi piace da anni, é pur sempre il fenomeno che rifiuta il regalo di Natale) oggi o sta sta coprendo qualcuno, o capisce poco, o dovreste toglierlo dalla vostra bolla social.  

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