Autore Topic: L'Italia  (Letto 38377 volte)

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Offline Er Matador

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Re:L'Italia
« Risposta #200 : Domenica 3 Luglio 2016, 03:37:22 »
Da un lato è un miracolo essere arrivati indenni al 120'.
Perché lo strapotere tecnico e atletico dei tedeschi, che ha portato i nostri a perdere con impressionante sistematicità i duelli individuali, sconfinava nell'imbarazzante.
Perché, senza il jolly dispensato da Boateng con un mani quasi amatoriale, gli Azzurri non avrebbero tirato in porta neanche giocando tre giorni.
Dall'altro, tanta superiorità applicata a una squadra terrorizzata, leziosa e inconcludente ne faceva un avversario ampiamente alla portata, se solo ce la fossimo giocata senza un centrocampo falcidiato dalle assenze prima e durante il torneo.
Fa male perdere così: non tanto per il risultato al fotofinish, che giocando a calcio equivale nella sostanza e nella validità dirimente a un 10-0, quanto per il modo e gli atteggiamenti tranquillamente evitabili che l'hanno determinato.
Sui rigori, con la massima considerazione per il punto di vista di Zapruder, la penso in maniera diametralmente opposta.
Aleatorio può essere casomai il risultato dei tempi regolamentari, spesso deciso da episodi tecnici - o peggio ancora arbitrali - del tutto scollegati dall'andamento del match.
Dal dischetto, invece, non vi è alcuna intermediazione e vince di regola il migliore.
La serie di stasera è particolarmente indicativa in merito alla scarsissima casualità di tali verdetti.
Özil ha sbagliato per il vizio, a lui non nuovo, di rischiare troppo nell'angolare il tiro anche quando il portiere è già a terra.
Schweinsteiger aveva già fallito il quinto - e in quel caso decisivo - penalty contro il Chelsea, nella finale di CL disputata in casa dai bavaresi.
Nella prosecuzione a oltranza i tedeschi hanno trafitto regolarmente Buffon, pur bravissimo nell'intuire quasi sempre la direzione, perché avevano più elementi di qualità a disposizione quando si trattava di mandare avanti le seconde linee.
Bonucci atto II e Darmian non hanno capito - e nessuno ha spiegato loro - che Neuer è quasi imbattibile in estensione, ma battezza troppo presto l'angolo lasciando la porta scoperta per un tiro centrale di seconda intenzione.
Zaza e Pellè hanno incarnato la strafottenza e l'insicurezza del coatto, rispettivamente nel preparare e nell'eseguire il tiro, con le conseguenze che non è difficile immaginare.
Tutto logico-consequenziale, squisitamente tecnico, rigorosamente meritocratico: altro che lotteria.

Offline DinoRaggio

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Re:L'Italia
« Risposta #201 : Domenica 3 Luglio 2016, 06:56:39 »
Loew che cambia tattica e Loew che fa sedere Draxler in panchina. I tedeschi temono (temevano?) l'Italia e per l'occasione il CT tedesco rispolvera la difesa a tre. Insomma, come si dice in questi casi, le due squadre si schierano a specchio, ne viene fuori una partita a scacchi nella quale la fase difensiva prevale di gran lunga su quella offensiva. Brera sarebbe andato in sollucchero per un match come questo, solo che questa volta a segnare per primi sono i tedeschi con Oezil, gol che sembra il logico sbocco ad una superiorità tecnica, annacquata dalla paura che attanaglia i tedeschi quando vedono quelle maglie azzurre col tricolore. Poi ci mette lo zampino, anzi la mano, Jerome Boateng. Il cognato della Satta salta con le mani in alto, forse per far vedere all'arbitro che non c'è nessuna spinta su Chiellini, il cui colpo di testa va a finire proprio su un arto superiore del tedesco. Rigore.

Va Bonucci che batte Neuer. Pareggio. Si potrebbe sfruttare l'onda emotiva, chissà che staranno pensando i tedeschi, se il timore aumenta, si potrebbe quasi quasi dare il colpo di grazia. Invece no, o per incapacità nostra o per prudenza, continuiamo la partita a scacchi, quasi arroccandoci, ma non disdegnando, di tanto in tanto, di muovere avanti qualche cavallo o alfiere. Si fa male Gomez, entra Draxler, un diavolo in maglia bianca, meno male che manca poco ai rigori. Entra pure Zaza per l'occasione, tanto Chiellini il suo rigore lo manderebbe nello spazio, alla Tonetto, con i piedacci che si ritrova...

Comincia Insigne, con la sfrontatezza partenopea di chi ha di fronte Neuer e se ne strafrega. Bravo. Arriva Zaza, ma karma is a bitch, direbbero gl'inglesi, deve fare una cosa sola, e la fa nel modo peggiore, esattamente alla Chiell... ehm, alla Tonetto, per di più dopo una rincorsa peggiore del tiro. Per nostra fortuna dall'altra parte non tirano certo meglio, e sopravviviamo ai 5 rigori della serie. Si va ad oltranza. La partita a scacchi continua, solo che a noi, ai rigori, sono rimasti solo i pedoni, loro qualche torre ce l'hanno ancora. Pellè tira il suo rigore in una maniera che avrebbe fatto fare bella figura anche a me, lasciando stare che dall'altra parte c'era uno dei portieri migliori al mondo. Se magari qualche nostro giocatore passasse meno tempo in bagno col rasoio e col gel. e più tempo in allenamento ad esercitarsi su questo fondamentale non sarebbe malaccio.

Insomma, passa la Germania, anche col solito rigore sbagliato di Bastiano. Non perdono ai rigori dal 1976 i tedeschi, e non perdono neanche questa "lotteria", anche se di fronte hanno lo spauracchio in maglia azzurra. Vanno avanti, meritatamente, tatticamente saggi, tecnicamente superiori, mentalmente un po' impauriti ma sempre lucidi e forti, come da tradizione teutonica. Noi usciamo a testa alta, peccato perché ad un certo punto i rigori si erano messi bene, ma se tiri come Zaza e Pellè non hai scampo.
E ra gisumin all'ùart!

La serie A è un torneo di limpidezza cristallina, gli arbitri non hanno alcunché contro la Lazio e si distingueranno per l'assoluta imparzialità, non ci saranno trattamenti di favore o a sfavore nei confronti di alcuno. Sarà un torneo di una regolarità esemplare. (19-8-2016)

Offline Wasicu

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Re:L'Italia
« Risposta #202 : Domenica 3 Luglio 2016, 07:49:47 »
Verdetto da pronostico ma con svolgimento ben diverso da quello che ci si aspettava. Tedeschi terrorizzati dalle maglie italiane, italiani che hanno giocato un partitone, chiudendo imbattuti al 120'. Il resto è lotteria, non credo che tirare la monetina sia molto diverso quanto a giustizia. Per me ogni partita che termina ai rigori è un'offesa al calcio, io penso che una delle due debba sempre partire con un vantaggio, magari in base ai gol segnati complessivamente, in modo che il risultato non sia mai in parità: se si pareggia al 120' ha vinto A, punto. In questi tornei una buona parte degli scontri a eliminazione si decide dal dischetto, svalutando l'esito degli stessi e lasciando troppo a elementi estranei alla partita, quali sono appunto i rigori di spareggio.



Hai ragione e sono con te, i rigori sono una cavolata dopo 120' di gioco  !!   Si puo determinare
un altro sistema di assegnazione della partita se termina in parità. 

Offline aaronwinter

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Re:L'Italia
« Risposta #203 : Domenica 3 Luglio 2016, 08:58:12 »
:love4: Paolo :love4: mi ha fatto rispolverare i cuoricini. 

Florenzi buono in difesa,  ma in impostazione le ha cannate tutte

Rigori: ci può essere tuta la coattaggine del mondo,  tutta l'inutile spavalderia,  tutta la sufficienza.
O,  di converso,  l'applicazione più seria e concentrata,  come se si stesse salendo sull'altare della Patria - ma quei palloni pesano tonnellate,  e non sempre le caviglie rispondono ad un quadro neurologico fortemente alterato. Non me la sento di dare addosso a nessuno. 
A Pasadena sbagliò Baggio.  No,  dico,  Baggio.
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Zapruder

Re:L'Italia
« Risposta #204 : Domenica 3 Luglio 2016, 09:08:31 »
Da un lato è un miracolo essere arrivati indenni al 120'.
Perché lo strapotere tecnico e atletico dei tedeschi, che ha portato i nostri a perdere con impressionante sistematicità i duelli individuali, sconfinava nell'imbarazzante.
Perché, senza il jolly dispensato da Boateng con un mani quasi amatoriale, gli Azzurri non avrebbero tirato in porta neanche giocando tre giorni.
Dall'altro, tanta superiorità applicata a una squadra terrorizzata, leziosa e inconcludente ne faceva un avversario ampiamente alla portata, se solo ce la fossimo giocata senza un centrocampo falcidiato dalle assenze prima e durante il torneo.
Fa male perdere così: non tanto per il risultato al fotofinish, che giocando a calcio equivale nella sostanza e nella validità dirimente a un 10-0, quanto per il modo e gli atteggiamenti tranquillamente evitabili che l'hanno determinato.
Sui rigori, con la massima considerazione per il punto di vista di Zapruder, la penso in maniera diametralmente opposta.
Aleatorio può essere casomai il risultato dei tempi regolamentari, spesso deciso da episodi tecnici - o peggio ancora arbitrali - del tutto scollegati dall'andamento del match.
Dal dischetto, invece, non vi è alcuna intermediazione e vince di regola il migliore.
La serie di stasera è particolarmente indicativa in merito alla scarsissima casualità di tali verdetti.
Özil ha sbagliato per il vizio, a lui non nuovo, di rischiare troppo nell'angolare il tiro anche quando il portiere è già a terra.
Schweinsteiger aveva già fallito il quinto - e in quel caso decisivo - penalty contro il Chelsea, nella finale di CL disputata in casa dai bavaresi.
Nella prosecuzione a oltranza i tedeschi hanno trafitto regolarmente Buffon, pur bravissimo nell'intuire quasi sempre la direzione, perché avevano più elementi di qualità a disposizione quando si trattava di mandare avanti le seconde linee.
Bonucci atto II e Darmian non hanno capito - e nessuno ha spiegato loro - che Neuer è quasi imbattibile in estensione, ma battezza troppo presto l'angolo lasciando la porta scoperta per un tiro centrale di seconda intenzione.
Zaza e Pellè hanno incarnato la strafottenza e l'insicurezza del coatto, rispettivamente nel preparare e nell'eseguire il tiro, con le conseguenze che non è difficile immaginare.
Tutto logico-consequenziale, squisitamente tecnico, rigorosamente meritocratico: altro che lotteria.

Matador, mi conforti non poco, confutando l'idea che il probabile vincitore del torneo sia stato deciso sostanzialmente a testa o croce. Resta il fatto che il rigore è solo uno dei mille gesti tecnici di una partita di calcio: anche vincesse sempre il più bravo, sempre del più bravo a tirare i rigori stiamo parlando. Per me limitare il numero di partite ad eliminazione diretta sarebbe opportuno. Formule elefantiache per selezionare 16 squadre dalle 52 iscritte all'Uefa, poi si parte diretti dagli ottavi: un'assurdità. Tra l'altro capita molto spesso che chi è inferiore sul piano tecnico punta fin dall'inizio alla soluzione dal dischetto. Per non parlare delle finali pareggiate e decise in questo modo, vedi 1994 e 2006 (al di là dell'esito).

Offline aaronwinter

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Re:L'Italia
« Risposta #205 : Domenica 3 Luglio 2016, 09:47:30 »
:love4: Paolo :love4: mi ha fatto rispolverare i cuoricini. 

:love4: Parolo :love4:,  ovvio

Google,  Microsoft,  Apple, aggiornate i correttori, ché Marco merita l'ingresso nei dizionari informatici
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Offline BobLovati

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Re:L'Italia
« Risposta #206 : Domenica 3 Luglio 2016, 10:06:18 »
non mi è piaciuta la scelta di Conte di non fare i 2 cambi disponibili almeno al 105º; potevi cercare di vincerla almeno per 15 minuti perché, si sa, i rigori non danno sicurezze a nessuno (citofonare Baresi-Baggio-DiBiagio).

Tirar fuori al 119º Chiellini per fare entrare il rigorista Zaza è stata la pietra tombale sulla partita; ridicolo e coatto  il suo saltellare alla "funkygallo " per tirare fuori; assurdo Darmian che, appena entrato, non ha avuto neppure la forza di tirare forte e centrale, almeno.

Sciocchezza per sciocchezza, era meglio far entrare Candreva o De Rossi, al 119º, per i rigori  :(

Conte ha lasciato tutte le minkiate per il finale di rapporto; peccato  :( 
Laziale, Ducatista e fiumarolo

Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

“LA MOGLIE DI CESARE DEVE NON SOLO ESSERE ONESTA, MA ANCHE SEMBRARE ONESTA.”

ThomasDoll

Re:L'Italia
« Risposta #207 : Domenica 3 Luglio 2016, 10:52:19 »
Non capisco come un grandissimo allenatore come si è dimostrato Conte, ormai da 5-6 anni al top assoluto della categoria, abbia potuto sottovalutare la sfiga cosmica insita nel cambio fatto al 119'30" per far entrare un rigorista. E' matematico che il neoentrato sbaglierà, così com'è sicuro che quello uscito avrebbe segnato anche tirando con la fava.
Il resto lo ha fatto Pellé: il segno che totti ti fa perdere la partita pure quando rimane a casa. Come può un ragazzo salentino che ha speso la carriera nelle squadre provinciali di mezza Europa guardare in faccia Neuer e dirgli mò te faccio er cucchiaio?
Se avesse preso lo specchio della porta Neuer avrebbe stoppato e palleggiato con la fava di cui sopra.
Spiace uscire così, dopo un simile capolavoro tecnico, tattico e agonistico, e non giova ricordare la prestazione scintillante dello stesso Pellè, che per 120 minuti non ha sbagliato un pallone.
Se promette di non scoattare, io me lo prenderei di corsa.

Offline AlenBoksic

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Re:L'Italia
« Risposta #208 : Domenica 3 Luglio 2016, 11:41:06 »
Non capisco come un grandissimo allenatore come si è dimostrato Conte, ormai da 5-6 anni al top assoluto della categoria, abbia potuto sottovalutare la sfiga cosmica insita nel cambio fatto al 119'30" per far entrare un rigorista. E' matematico che il neoentrato sbaglierà, così com'è sicuro che quello uscito avrebbe segnato anche tirando con la fava.
Il resto lo ha fatto Pellé

Quoto in toto.
Il rigorista che entra - quasi sempre - fallisce, tanto più se entra solo per quello
(tra l'altro avrei messo Immobile che col club è rigorista).
La lotteria ha girato col tiro di Pellè: se lo imbuca è fatta.
Tant'è.
D'altronde dopo 8 gare ufficiali senza mai perdere con la Germania era chiaro che il tabù prima o poi sarebbe stato infranto.
Da notare anche che tra gli assenti della prima ora (Marchisio e Verratti) e quelli che si son aggiunti (Candreva e capitanfuturo, peraltro entrambi rigoristi), mancava tutto il centrocampo
Voglio 11 Scaloni

Offline Drenai

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Re:L'Italia
« Risposta #209 : Domenica 3 Luglio 2016, 11:56:36 »
difatti io quando ho visto il cambio all'ultimo secondo ero sicuro che sarebbe entrato uno fra candreva e derossi. quando ho visto zaza sono rimasto basito, assurdo fare una mosa del genere per uno che manco è un rigorista.
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Larry Bird

Offline Frusta

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Re:L'Italia
« Risposta #210 : Domenica 3 Luglio 2016, 13:36:55 »

Parolo sontuoso, il più bel recupero che io abbia mai visto.
Assolutamente il migliore in campo; se quel coglione di Pellè avesse avuto l'umiltà di imitarlo dagli 11 metri ora al posto dei crucchi ci saremmo noi.
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Offline MCM

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Re:L'Italia
« Risposta #211 : Domenica 3 Luglio 2016, 13:43:40 »
Non riesco a darmi pace. Davvero un cretino il leccese.

Offline Frusta

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Re:L'Italia
« Risposta #212 : Domenica 3 Luglio 2016, 16:04:45 »
Il rigore è una cosa seria, lo puoi sbagliare ma non ci puoi scherzare.
E meno che mai ci scherzi quando stai battendo il rigore più importante di tutta la tua vita, coglione, coglione, coglione, cento volte coglione!
Lo ha capito perfino il re dei coatti che quello che stava battendo il 3 luglio el 2006 era il rigore della sua vita, e al 93esimo, ripeto: AL 93ESIMO, si è avvicinato al dischetto addirittura abbozzando un lieve sorriso da assassino perché quello non doveva essere un rigore, ma un colpo di grazia: botta violenta a mezza altezza e niente seghe.
Ebbene si, faccio spudoratamente outing e lo confesso: per quella frazione di secondo, e solo per quella, l'ho addirittura amato. 
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Offline zorba

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Re:L'Italia
« Risposta #213 : Domenica 3 Luglio 2016, 16:38:44 »
Il rigore è una cosa seria, lo puoi sbagliare ma non ci puoi scherzare.
E meno che mai ci scherzi quando stai battendo il rigore più importante di tutta la tua vita, coglione, coglione, coglione, cento volte coglione!
Lo ha capito perfino il re dei coatti che quello che stava battendo il 3 luglio el 2006 era il rigore della sua vita, e al 93esimo, ripeto: AL 93ESIMO, si è avvicinato al dischetto addirittura abbozzando un lieve sorriso da assassino perché quello non doveva essere un rigore, ma un colpo di grazia: botta violenta a mezza altezza e niente seghe.
Ebbene si, faccio spudoratamente outing e lo confesso: per quella frazione di secondo, e solo per quella, l'ho addirittura amato.

Mi sembra giusto agevolare le immagini, pro-memoria (rigore tra l'altro molto ma molto dubbio)...

Là dove torneranno ad osare le aquile (e dal 26.05.2013, ci siamo andati un pò più vicino!!!!)

Offline dukenduke

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Re:L'Italia
« Risposta #214 : Domenica 3 Luglio 2016, 16:53:35 »
Sinceramente non mi sento di dare colpe a Darmian, però il giudizio cambia decisamente per Pellè e Zaza. Non si può irridere uno dei migliori portieri al mondo per poi tirare quella fetecchia, come non si può fare quel balletto per tirare un rigore importantissimo.
Occorreva sangue freddo e lucidità, la soluzione migliore la attuata Barzagli, se non sei tecnicamente valido la batti centrale e forte sperando che il portiere si butti.
Nove volte su dieci la butti dentro.
Il gol acrobatico di Hernanes che usa la gamba d'appoggio come leva e si gira in torsione come una molla e 'l'immagine della Lazio e dei laziali: umilmente assorbi l'energia e poi liberala e falla fluire...

Offline Wasicu

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Re:L'Italia
« Risposta #215 : Domenica 3 Luglio 2016, 17:24:49 »
Sinceramente non mi sento di dare colpe a Darmian, però il giudizio cambia decisamente per Pellè e Zaza. Non si può irridere uno dei migliori portieri al mondo per poi tirare quella fetecchia, come non si può fare quel balletto per tirare un rigore importantissimo.
Occorreva sangue freddo e lucidità, la soluzione migliore la attuata Barzagli, se non sei tecnicamente valido la batti centrale e forte sperando che il portiere si butti.
Nove volte su dieci la butti dentro.


E' un fattore di nervosismo e di stanchezza insieme.   E' chiaro che chi fallisce a certe
prove estreme, avra' sempre una valutazione dubbiosa nei suoi confronti ...

C e ' da dire che il portiere tedesco aveva una opposizione di contrasto molto forte e
davvero combattiva ...

Offline Breizh

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Re:L'Italia
« Risposta #216 : Domenica 3 Luglio 2016, 18:22:28 »
Avete già detto tutto voi.
Domani vedrò un collega tedesco e gli farò i complimenti (c'eravamo sentiti anche prima della partita).
La Germania si è dimostrata più forte e ha dominato la partita. Partita che comunque avrebbe anche potuto perdere se ci fosse andata bene in qualche episodio.
Sugli azzurri, da parte mia un plauso generale con menzioni speciali per Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini, il nostro Parolo e Giaccherini.
Peccato la scelta di Conte: far entrare Zaza (o chiunque altro) solo per battere un rigore non è stata una grande mossa e sono stato subito molto scettico. Zaza sbaglia l'unica cosa che deve fare in questa partita e non solo sbaglia ma sbaglia male. Peccato.
Sono più indulgente con Pellè; ridicola la pantomima con Neuer in una partita segnata da un netto rispetto reciproco - era tangibile il fatto che i Tedeschi ci temessero molto; ma in fondo durante i 120' si era battuto come un leone tenendo impegnata gente come Hummels e Höwedes.

Peccato comunque essere arrivati ai rigori senza rigoristi (già il fatto che sia stato il pur ottimo Bonucci a battere quello del secondo tempo la dice lunga).
Ora, forza! C'è un mondiale da raggiungere.

Offline Davide

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Re:L'Italia
« Risposta #217 : Domenica 3 Luglio 2016, 20:29:30 »
Peccato,i rigori sono così...concordo sul fatto di far entrare candreva o de rossi x i rigori,strano non aver messo giaccherini nei 5 rigoristi...appena ho visto la faccia del povero darmian ho detto alla mia compagna che era tutto finito...crucchi più forti ma potevamo fargli male l ennesima volta.

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Offline Er Matador

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Re:L'Italia
« Risposta #218 : Martedì 5 Luglio 2016, 07:56:18 »
Sono trascorse ventiquattro ore e non passa, anzi è peggio: così Conte il giorno dopo.
Personaggio resistibile per umanità ed empatia, ma che nella fattispecie ha incarnato alla perfezione il comune sentire: sì, perché questa non è una sconfitta come le altre.
L'illusione troppo frettolosa dopo la Spagna, festeggiando quella splendida esibizione come una vittoria finale, e la ricaduta proporzionalmente pesante?
La perdita di un quarto di nobiltà del nostro calcio, quale il non essere mai stati battuti dai tedeschi nella fase finale di un torneo?
Anche, ma non è quello. Sono sensazioni, spigolature, dettagli.
Come i 17 milioni di Italiani incollati a Rai Uno per la diretta, un'audience irreale in epoca di pay-Tv, on demand e in generale di fruizione sempre più individualizzata.
E poi i ritrovi post-partita: facce pietrificate; sguardi fissi e persi nel vuoto; tifosi che cercano di scuotersi, di dire qualcosa, ma proprio non ci riescono, come se la beffa subita li avesse svuotati dentro.
Una rapida carrellata fra i precedenti ed ecco quello che spiega tutto: Italia-Argentina del '90.
Più che una sconfitta un trauma, una fra le più violente disillusioni nella vita sportiva di tanti appassionati.
Accostare i ragazzi di Conte a quella sciagurata circostanza può sembrare ingeneroso: e invece è il miglior riconoscimento al loro lavoro.
Pensiamo un attimo al seguito di quel Mondiale casalingo, a dire il vero una sorta di anello di congiunzione: per l'insopportabile concentrazione di raccomandati nelle gerarchie tecniche - Zenga, Ferri, Vialli in semifinale, Giannini... Giannini, ci rendiamo conto? - e le prime, conseguenti incrinature in un tifo sin lì intatto.
Prima la Nazionale trasformata in terreno di scontro ideologico dai sacchiani, profanandone la dimensione di casa comune e campo neutro rispetto alle varie rivalità.
Quindi, dopo la modesta esperienza maldiniana e la parentesi aurea con Zoff, personaggi e atteggiamenti sempre più solisti e spocchiosi, con un'ulteriore picconata a quelle logiche di appartenenza collettiva senza le quali la Nazionale perde quasi tutto.
Infine la sua definitiva prostituzione agli interessi dei club, non ultima la valorizzazione dei giocatori di questo o di quel sodalizio come criterio guida nelle convocazioni.
Le conseguenze sono facilmente leggibili nell'accoglienza riservata a due apocalittiche eliminazioni al primo turno, in Sudafrica e Brasile: rassegnazione, indifferenza, reazioni in ogni caso tiepide e distratte.
Simili, peraltro, a quelle che avevano accompagnato le pagine più gloriose.
Il cielo azzurro sopra Berlino diede la stura agli arretrati di chi non aveva vissuto Spagna '82 e di chi non aveva vinto Italia '90: "Notti magiche" - inno ufficiale di quell'edizione, e che avrebbe dovuto fare da colonna sonora per il trionfo degli Azzurri -, cantato spontaneamente a squarciagola durante i festeggiamenti, vale in tal senso un trattato di sociologia.
Un'esplosione sincera, ma subordinata ad altre emozioni e complessivamente effimera: qualcuno si sente di paragonarla, per impatto sull'immaginario collettivo, al Bernabeu, al Vecio, all'urlo di Tardelli?
Polonia-Ucraina 2012 lasciò in eredità un bel gioco e la semifinale con la Germania, forse la migliore prestazione azzurra dai fasti di Spagna in poi: ma anche lì si tratta di sensazioni evaporate rapidamente.
La sconfitta con la Germania, quella dell'altra sera, è un'altra cosa.
Lo si coglie nella partecipazione piuttosto spenta all'ultimo quarto di finale, anche da parte di calciofili "malati", anche da parte di chi simpatizza sinceramente per la rivelazione Islanda.
Vorrebbero tifare, appassionarsi, continuare il loro Europeo dal bar o dal divano di casa: ma proprio non ne hanno più.
Per rispondere alle lacrime trattenute a stento di Bonucci e Barzagli - e anche quello, da parte di due veterani pluridecorati, suscita una certa impressione -, qualcosa resterà di questa Nazionale.
È l'averci ringiovaniti di colpo come tifosi azzurri.
Restituendo in tutta la sua intensità - e dopo un quarto di secolo - uno spirito di partecipazione nazional-popolare condivisa, come un sol uomo, che sembrava perduta per sempre insieme al suo sostrato emotivo.
Un nuovo inizio o, piuttosto, un sogno di mezza estate, un fuoco di paglia legato unicamente a un tecnico più unico che raro nell'imprimere il proprio marchio?
L'addio di Conte, la scelta del suo sostituto - con tutto il rispetto, ovviamente - e il persistente squilibrio strutturale tra Federazione e Lega avallano, purtroppo, l'ipotesi più pessimistica.