Autore Topic: Lazio, Immobile rivela: "Sarei potuto tornare alla Juventus 2 volte"  (Letto 307 volte)

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 A suon di goal sta strascinando la Lazio nelle zone altissime della classifica. Ciro Immobile ha ritrovato a Roma il suo ambiente ideale e le statistiche lo dimostrano: per il bomber di Torre Annunziato sono ben 13 le reti nelle 11 gare giocate in questo avvio di stagione, tenendo conto anche della Nazionale azzurra.

Il centravanti, intervistato in esclusiva da 'Il Corriere dello Sport', ha raccontato le sue origini umili e ripercorso la sua carriera calcistica fra aneddoti e curiosità.

"Da piccoli io e mio fratello eravamo juventini. - ha svelato - Nella mia cameretta c’era una decina di palloni, una porta piccola e poi tanti giornali. Perché a volte io e mio fratello facevamo il pallone con la carta. E sulle pareti avevamo appesi poster della Juventus e della Nazionale".

"Mio era un operaio e lavorava in fabbrica a Castellammare. - ha raccontato Ciro - Mia madre ha fatto prima la colf per una decina d'anni, poi per 5-6 anni la baby sitter. Poi non ha più lavorato. Quando la mia vita è cambiata li ho regalato una casa, perché non mi piaceva dove vivevamo prima, era una brutta zona. I miei hanno fatto molti sacrifici e volevo tanto ringraziarli così. Lo avevo promesso a mia mamma, quando ero piccolo le dicevo: 'Un giorno io diventerò calciatore e ti comprerò una bella casa con la piscina'".

Il rapporto fra Immobile e il calcio inizia invece in tenerissima età: "Ho iniziato a giocare a calcio a 4 anni con mio fratello, - ricorda il bomber - anche se non si poteva, perché la scuola calcio iniziava a 5 anni. Mi piaceva tantissimo, e piangevo quando non mi portavano al campo. A volte prendevo qualche brutto voto a scuola e mamma non mi mandava per punizione". 

Il grande salto arriva con le Giovanili del Sorrento: Immobile segna tanti goal e viene notato dalla Juventus in una gara giocata a Torino. Per il ragazzo di Torre Annunziata è la svolta tanto attesa. In bianconero Immobile si afferma, debutta in Serie A e vince 2 volte il Torneo di Viareggio stabilendo il primato assoluto di marcature.

"È stato difficile, - ammette - c'era poco tempo libero ed era dura. Per me è stato un bel sacrificio". La Juventus però decide di fare altre scelte e manda Immobile in prestito. Dopo l'exploit di Pescara in B con Zeman, è così con le maglie di Torino e Lazio che il bomber di Torre Annunziata riesce a dare il meglio di sé stesso. 



"Come mai non ho sfondato con la Juve? All'inizio ci pensavo, - assicura Immobile - stavo facendo bene l’anno di Pescara e potevo avere l’occasione di ritornare. Poi anche in seguito, quando sono andato al Genoa in serie A, a gennaio c’era l’opportunità perché Conte aveva bisogno di un attaccante, solo che il Genoa non ha accettato e quindi ho perso l’occasione".

"Poi ho giocato nel Torino, - ha proseguito Immobile - lì sono diventato il capocannoniere, e la cosa si è fatta più difficile: stare nella stessa città ma cambiare maglia sarebbe stato complicato quindi sia io che la Juventus abbiamo preso strade diverse".

Dopo il titolo da capocannoniere della Serie A con i granata, per Immobile è stato difficile anche il rapporto con il calcio tedesco: "A Dortmund era difficile vivere per me. - ha raccontato Immobile - Perché ero da solo, lontano dalla famiglia e non capivo la lingua, ero in difficoltà. Mi sentivo straniero al 100%. Per fortuna in campo c’era l’interprete che stava sempre con me e quando l’allenatore parlava e non capivo spiegava un po’ di situazioni. Però poi fuori dal campo era tutto molto complicato. La 'Bild'? Secondo me aveva pregiudizi su di me, non gli sono mai stato simpatico. Forse ce l'hanno con gli italiani dal Mondiale 2006...". 



Situazione diversa per l'attaccante in Spagna: "A Siviglia mi trovavo bene, era una bella città. Ma non ero una prima scelta nelle preferenze dell'allenatore e non ho potuto esprimermi al meglio". Il ritorno in Italia con la Lazio è stata così la scelta più giusta: "Non ho mai pensato di non farcela, - ha assicurato - è arrivato Inzaghi e ha risolto tutto. Lui e Ventura sono stati i due allenatori più importanti della mia carriera: Ventura mi ha lanciato nel calcio vero, Inzaghi mi ha reso protagonista nella città più importante d'Italia, e gli sarò sempre grato".

Ritrovata la sua forma migliore, Immobile punta in alto sia con la Lazio, sia con la Nazionale azzurra. "La Lazio sta disputando un campionato di vertice, - ha affermato - dobbiamo continuare così e non possiamo nasconderci. Non siamo ancora al livello di Juventus e Napoli ma dobbiamo avvicinarci. Se l'Italia si qualificherà a Russia 2018? Io penso di sì, sappiamo che c'è da passare per i play off. Sarà dura ma credo che ce la faremo".     

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