Autore Topic: Luis Alberto ha sorpreso tutti (parte 2)  (Letto 857 volte)

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Luis Alberto ha sorpreso tutti (parte 2)
« : Sabato 14 Ottobre 2017, 15:24:37 »
http://www.ultimouomo.com/luis-alberto-ha-sorpreso-tutti/

Dopo un anno passato tra panchina e tribuna, il trequartista spagnolo è diventato una dei giocatori chiave della Lazio di Inzaghi.



di Daniele V. Morrone

L’intesa con Immobile
L’efficacia della coppia Luis Alberto – Milinkovic-Savic, oltre che sulle loro qualità, si basa ovviamente anche sul lavoro di Immobile, che poco più avanti è sempre pronto a scattare in verticale dietro la linea difensiva avversaria con la forza di una molla. Proprio l’intesa tra Luis Alberto e Immobile si sta cementificando come la principale fonte di pericolosità offensiva per la Lazio, soprattutto quando la squadra di Inzaghi attacca in campo lungo e lo spagnolo può accompagnare lo scatto di Immobile in conduzione.
 
C’è da dire che Luis Alberto non è sempre pulito nell’esecuzione dell’ultimo passaggio e a volte forza le letture. Come abbiamo già detto, è un giocatore molto ambizioso con una tecnica molto raffinata e questo lo porta spesso a forzare la giocata. Nonostante ciò, l’impatto creativo di Luis Alberto è talmente importante che le sue sbavature sono messe in conto da Inzaghi: per ogni filtrante sbagliato ce ne sono tantissimi altri a bersaglio, e pochi altri giocatori in squadra sarebbero comunque in grado di produrre una mole di gioco di questo tipo.
 
Il rapporto tra Luis Alberto e Immobile è di perfetta simbiosi. Il primo sfrutta gli spazi creati dai continui movimenti dell’attaccante napoletano. Mentre il secondo, che per il gioco che fa ha bisogno di un rifornimento continuo di palloni pericolosi, è il primo ad usufruire dell’estro creativo del trequartista spagnolo.

La squadra di Inzaghi è la seconda squadra del campionato per Expected goals prodotti (11.1) e se Immobile è ovviamente la ragione principale di tale cifra, con i suoi 4.8, non bisogna sottovalutare nemmeno il contributo di Luis Alberto, che al momento è il quinto tra i giocatori del campionato per passaggi chiave totali (17; cioè 2,9 ogni 90 minuti). I suoi tre assist rispetto ai 16 gol totali della Lazio non riflettono quindi il reale contributo di Luis Alberto alla pericolosità offensiva della squadra di Inzaghi.
 
Le potenzialità e i pericoli
Ma la notizia migliore, per Inzaghi e i tifosi della Lazio, è che i suoi margini di miglioramento sono enormi e ancora tutti da scoprire. Innanzitutto in termini realizzativi.
 
In passato, soprattutto quando giocava nelle giovanili di Siviglia e poi nel Barcellona B, Luis Alberto ha dimostrato di vedere molto bene la porta, soprattutto quando riceve frontalmente e ha spazio per concludere. Nella sua stagione migliore, con il Deportivo, Luis Alberto è arrivato a 6 gol. Ma dato il suo volume di tiri (2,3 ogni 90 minuti) e la sua qualità nella conclusione dalla distanza e sulle palle inattive è lecito aspettarsi una crescita da questo punto di vista (d’altra parte, ha già segnato 3 gol in appena 7 partite).



Ma la prospettiva più eccitante del suo sviluppo riguarda la sua capacità di adattarsi a qualsiasi ruolo senza perdere in qualità. Dice lui: «Posso giocare mezzala, regista, trequartista: per me è lo stesso. Sempre penso a giocare allo stesso modo, a giocare bene».
 
È una prospettiva che intravediamo soprattutto nel suo lavoro senza palla nelle partite più difficili della Lazio, per forza di cose meno evidente ma non meno importante. Come contro il Napoli, in cui Inzaghi ha impostato una squadra con un blocco basso in uscita del pallone per sfruttare la lunghezza del campo una volta che il Napoli saliva in pressione. In quel caso, Luis Alberto cercava di ricevere ai lati di Jorginho, insieme a Parolo, in modo da indirizzare la circolazione del pallone in una zona di superiorità numerica centrale, alle spalle del centrocampo avversario, ed essere poi il punto di passaggio verso Immobile.
 
Ma il suo lavoro è stato prezioso anche in fase di non possesso. Quando il Napoli impostava dalla difesa Luis Alberto si posizionava accanto a Immobile per contrastare l’uscita del pallone della squadra di Sarri, in modo da schermare le linee di passaggio dei centrali verso il centrocampo. L’esecuzione diligente di questi movimenti e la fiducia di Inzaghi nell’affidargli compiti così delicati, sono la riprova del fatto che parliamo di un giocatore che, in un contesto a lui favorevole, va molto oltre la semplice eleganza nel tocco del pallone.
 
Ma come non è detto che questo sia il punto più alto del suo gioco, allo stesso modo non si può dire con certezza che questo stato di grazia durerà anche in futuro. Nel calcio ci si dimentica troppo spesso che tutto cambia, a partire dalla forma fisica e mentale.
 
Al momento la Lazio, priva di Felipe Anderson per infortunio e con Nani che non ancora al 100%, ha la necessità di farlo giocare da rifinitore. Ma una volta che i due giocatori saranno a pieno regime, è probabile che gli equilibri attuali dovranno cambiare. Che sia con un cambio di modulo o con l’entrata di entrambi in quello attuale, comunque è possibile che Luis Alberto perda parte della propria influenza sul gioco offensivo della Lazio, che dipende non solo dalla sua posizione ma soprattutto dalla funzione che svolge all’interno della squadra.
 
Inzaghi potrebbe decidere per un cambio radicale di modulo, con il ritorno alla difesa a quattro e un tridente offensivo più pesante, con Immobile al centro e Felipe Anderson e Nani ai lati. In quel caso Luis Alberto sarebbe probabilmente arretrato nel ruolo di mezzala destra.
 
Un cambiamento di questo tipo non cambierebbe solo la posizione di alcuni giocatori ma l’intero equilibrio offensivo della Lazio. La squadra di Inzaghi, da un lato, acquisterebbe un centrocampista in grado di eludere la pressione avversaria in conduzione, arricchendo un reparto che attualmente vede solo incursori (Murgia, Parolo). Ma dall’altro, romperebbe inevitabilmente anche la coppia tra Luis Alberto e Milinkovic-Savic, che giocherebbero su due lati del campo differenti. La perdita della connessione tra il serbo e lo spagnolo dovrebbe essere necessariamente compensata dalla creazione di nuovi meccanismi, magari con Felipe Anderson o Nani, e non è detto che la Lazio riuscirebbe ad essere pericolosa allo stesso modo.
 
Tecnicamente Luis Alberto sembra  in grado di superare una sfida simile: già in estate Inzaghi l’aveva fatto giocare qualche minuto da mezzala e aveva dimostrato di riuscire ad esprimere ugualmente il suo calcio, mantenendo il pallone anche in spazi più stretti e servendo tranquillamente filtranti anche dieci metri più indietro. Il pericolo, più che altro, è che con la centralità acquisita in questo incredibile inizio di stagione venga meno anche la fiducia in se stesso, e quindi anche quella forza che gli ha permesso di arrivare al livello a cui è adesso.
 
Quello che rende speciali i grandi calciatori, al di là della completezza tecnica o dell’intelligenza tattica, è la capacità di pensare e eseguire giocate straordinarie. Luis Alberto ha dimostrato di poterlo fare in un contesto in cui tutto giocava a suo favore. Sta per arrivare il momento in cui dovrà portare il suo valore al di sopra di ciò che non può controllare.

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