www.ilmessaggero.itBuffon e i tifosi della Lazio, un legame che affonda le sue radici nel tempo. Un rapporto straordinario che si è creato, per caso e in modo spontaneo. E' il 1998 e ll’Olimpico si gioca Lazio-Parma. Il Milan ha superaro la Lazio in classifica, l'Olimpico è esaurito ma nessuno si fa illusioni su un possibile controsorpasso. Buffon fissa il tabellone luminoso in cerca di notizie della sfida tra il Milan e il Perugia. Fissa la curva Nord allargando le braccia e scuotendo la testa, quasi fosse lui il portiere della Lazio. Quasi come se quello scudetto fosse stato scipapto a lui. A fine partita dichiarò: «Durante l’incontro, guardavo gli spalti e vedevo lo sguardo tirato dei tifosi, percepivo la tensione e la rabbia per uno scudetto atteso da una vita, strameritato ma che stava volando via in modo incredibile e ingiusto per quello che si era visto durante tutto il campionato. E mi sono immedesimato in quella gente».
Fu in quel giorno che sbocciò l'amore. Un rapporto ufficializzato anni dopo. Oggi ad ogni partita la Nord gli dedica dei cori e lui risponde sempre con altrettanto affetto. Sabato l'ultimo episodio. Gigi torna in campo dopo il ko della sua Juve e va ad abbracciare idealmente i 1500 tifosi arrivati fino a Torino. Poi la dedica sulla sua maglia: «Ai tifosi laziali amici di una carriera e spero anche dopo. Con affetto Gigi Buffon».
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