Autore Topic: Il Presidente Lotito: "L’unione fa la forza e alla fine i risultati arriveranno"  (Letto 280 volte)

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Presso il Teatro Ghione di Roma è andato in scena il Premio Lazialità 2017. La serata è stata dedicata ai gemelli Flavio e Francesco, tifosi biancocelesti affetti dal morbo di Batten, una malattia degenerativa.

All’evento hanno partecipato il Presidente Claudio Lotito, il Direttore Sportivo Igli Tare, il Direttore dell’Ufficio Stampa Stefano De Martino e i calciatori Senad Lulic e Stefan Radu.

Il Presidente Claudio Lotito ha rilasciato le seguenti dichiarazioni:

“Sono contento e orgoglioso di aver ritrovato non solo i nostri tifosi ma ritengo che una società esiste perché esistono le persone che la sostengono, con la loro presenza, le loro passioni, i loro sentimenti autentici che fanno la forza della società e che costituisce anche una spinta psicologica. Quando uno fa delle cose e le fa combattendo, se non ha dietro il popolo, non va da nessuna parte perché si sente responsabile di dover portare avanti quelle battaglie, non solo per sé stesso o per la società che rappresenta, ma soprattutto per tutto un mondo che c’è dietro e che accetta o pensa di avere il diritto di dover avere delle risposte. E quindi i giocatori sul campo devono dare il 300% e il Presidente deve far sì che la società dia delle risposte nel minor tempo possibile e nel miglior modo possibile.

Quello che siamo riusciti a fare da quando sono entrato io è stato mosso soprattutto per dare soddisfazione a tutti coloro che da sempre sostengono questa società. E l’hanno sostenuta dal 1900. Questa società esiste perché la gente, dal 1900, ha combattuto per questa società. E come hanno combattuto? Sono state fatte tutta una serie di battaglie. E questo è un popolo rappresentato da persone che hanno sempre sofferto per un’ideale, una passione, lo hanno fatto scendendo in piazza, combattendo nei momenti delicati.

I laziali escono sempre nei momenti di difficolta o di gioia. Ma forse abbiamo questo retaggio psicologico che non ci sappiamo godere neanche le vittorie, il giorno dopo è come se non fosse successo niente e ritorniamo ognuno nei propri affari senza dimenticare però di essere laziali. La storia della Coppa Italia ha portato alla città che cosa? Quando abbiamo detto ‘noi siamo la Prima Squadra della Capitale’ non lo abbiamo detto solo da un punto di vista anagrafico, lo abbiamo dimostrato. Questo ha consentito di avere l’orgoglio di essere laziali, un orgoglio mai sopito ma tante volte mortificato dalle pressioni mediatiche. Quello che succede alla Lazio non credo succeda tutti i giorni nelle altre società.

Quello che subisco quotidianamente nelle istituzioni oggi, forse perché ho un carattere che mi porta a dire che sono più irriducibile degli irriducibili, e quindi sanno bene come sono fatto, questo è importante perché significa che noi ci crediamo, abbiamo degli ideali e combattiamo per questi ideali e non deflettiamo nei confronti di questi ideali anche se qualcuno ci frappone numerosi ostacoli. Lo vede, potremmo avere di più ma io sono convinto che l’unione fa la forza e alla fine, secondo me, i risultati arriveranno. Ho puntato sempre su persone che hanno carattere particolare: Tare è uno di questi.

 È uno che è bianco o nero, non ha mezze misure, però è uno vero. Con lui ho un rapporto d’affetto come se fosse un fratello minore, stessa cosa dicasi per Simone Inzaghi: hanno dimostrato di essere attaccati alla Società perché hanno dato nel momento in cui potevano non dare. Ad avere sono buoni tutti, ma per dare nel momento di difficoltà, devi trovare la persona che è disponibile a farlo. Noi non andiamo appresso ai falsi, siamo per le cose autentiche. Noi siamo già ripartiti da un anno e mezzo a questa parte.

Abbiamo messo in campo un’azione congiunta, ognuno nel proprio ruolo, per rendere sempre più competitiva ed importante la Società. In questo caso, la squadra e la Lazio. Noi, come Società, ci etimo tutto l’impegno e gli sforzi per renderla più vincente e, soprattutto, competitiva possibile. Tare è uno di quelli che parla poco ma lavora H24, come tutti gli altri collaboratori. Noi non vogliamo tradire né la storia né minare il futuro di questa Società. Anzi, volgiamo fare in maniera che questa Società diventi, non solo com’è ad oggi dal punto di visto anagrafico, e nella sostanza, la Prima Squadra della Capitale, ma vogliamo che sia duratura per sempre. È una Società forte, che non ha e non avrà più bisogno di nessuno, che camminerà sulla base di quello che sarà in grado di produrre in termini di risultati e di indipendenza.

Noi non dipendiamo da nessuno, non dobbiamo andare con il cappello in mano a chiedere qualcosa a qualcuno. Noi ci troviamo quello che ci spetta e lo facciamo per merito, non attraverso l’ausilio di persone o fatti che no ci appartengono. Arriverà il momento in cui ci dovranno riconoscere lo Scudetto che ci compete. Flavio e Francesco sono un simbolo di lazialità, solidarietà, vicinanza, presenza e partecipazione ai problemi di noi tifosi laziali".

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