Autore Topic: LAZIO STORY - 6 gennaio 1998 quando la Lazio calò il poker alla Roma in Coppa Italia  (Letto 629 volte)

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                           La Lazio oggi scenderà in campo contro la Spal, si tratta della prima partita del girone di ritorno, poi andrà in scena la pausa invernale. I biancocelesti, prima di riposarsi, dovranno fare un ultimo sforzo e superare la formazione di Semplici in trasferta. Il 6 gennaio 1998 invece i capitolini sfidarono la Roma nei quarti di finale di Coppa Italia.



LAZIO-ROMA - L’Epifania è una festività cara alla Lazio, basti ricordare il derby del 6 gennaio 2005, quando Di Canio fece impazzire i propri tifosi consegnando la vittoria ai biancocelesti nella stracittadina. Ma questo non fu il solo derby giocato il 6 gennaio. Infatti nel 1998 Lazio e Roma scesero in campo in occasione dei quarti di finale d’andata di Coppa Italia. Questa è la stagione 1997-1998, quella dei quattro derby vinti dalla Lazio, della Coppa Italia conquistata e della finale di Coppa UEFA persa. Eriksson in panchina e tanti campioni in campo. Dopo la stracittadina vinta in campionato il 1 novembre 1997 (3-1), ecco il turno in Coppa Italia. Una partita senza storia, che vide i padroni di casa andare in vantaggio dopo appena due minuti: a seguito di una triangolazione rapida nella trequarti giallorossa Boksic, lanciato a rete, depositò il pallone alle spalle del portiere. Il raddoppio laziale arrivò al 33’: Konsel atterrò Boksic in area e l’arbitro concesse il rigore. Sul dischetto si presentò Jugovic che dagli 11 metri firmò il raddoppio. La Roma accorciò le distanze sette minuti dopo, sempre su rigore, Balbo dal dischetto fu freddo. Dunque la prima frazione terminò 2-1 per la Lazio. Nella ripresa i padroni di casa misero la parola fine alla partita, prima Mancini con un delizioso pallonetto, poi Fuser su punizione fissarono il punteggio sul 4-1. Gioia e goduria al triplice fischio si mescolarono in quello che viene chiamato sfottò sugli spalti; la Lazio aveva già ipotecato il passaggio del turno nella partita d’andata.  



         

   



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