Autore Topic: FOCUS - La nuova sfida di Nani: da riserva di lusso a deus ex machina per mister Inzaghi  (Letto 294 volte)

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                           Eppure non ci eravamo scordati di lui. Qualche fastidio muscolare di troppo lo aveva per un attimo gettato nell’ombra, quasi rilegato ad un ruolo di comparsa in una pellicola comunque di successo. Ma una star internazionale riesce sempre a riprendersi il palcoscenico quando e come vuole, a modo suo e con il proprio stile, attirando nuovamente tutti i riflettori su di sé. Non verrà di certo ricordato negli annali il gol del definitivo 5-1 di Nani. Eppure il secondo squillo in campionato del portoghese può servire in qualche modo a ribadire un concetto: è lui l’uomo in più di Inzaghi, l’asso nella manica, anche in corso d’opera, per le ben più ardite imprese future. La strada è lunga e tortuosa e per arrivare all’El Dorado (che sia un posto in Champions o un titolo nelle coppe) non basterà una Lazio incantevole e ‘sorridente’ come quella che stiamo ammirando in questi mesi. Servirà malizia, esperienza e quella cattiveria sapientemente bilanciata da chi conosce bene il sapore della vittoria, pur non essendone ancora sazio. Questa può essere la nuova missione cucita su misura sulle spalle dell’ex Valencia: spostare gli equilibri, in campo ovviamente, ma anche in termini di mentalità, soprattutto nei momenti decisivi della stagione.



UNA MISSIONE A LUNGA SCADENZA – A ciascuno la propria consegna. Quella pensata ad hoc per il 7 biancoceleste può essere ben più sofisticata e studiata ad ampio respiro. Nani, come molti dei suoi compagni più navigati, è un esempio di professionalità sia dentro che fuori dal campo. Una sorta di libretto di istruzioni vivente pronto all’uso per seguire la rotta della vittoria. Ma tracciare una strada affidabile per il successo, in una città come Roma, non è mai semplice. Ecco perché Luís Carlos Almeida da Cunha, o semplicemente Nani, può diventare a tutti gli effetti una sorta di anello di congiunzione tra le sconfinate ambizioni di Inzaghi e il disordinato e acerbo talento di una Lazio bella ma non ancora completa. Una sfida accattivante per un campione che proprio nella Capitale ha deciso di rilanciarsi.



L’URLO DEL VINCENTE – Sembrava a tratti fuori luogo, eppure quell’esultanza quasi esagerata con il risultato già acquisito può voler dire molto. A livello personale è stata la prima gioia tra le mura dell’Olimpico, la sua nuova casa per il futuro dopo tanto peregrinare negli ultimi anni. Se vogliamo invece guardarla sotto un’altra angolazione, ci piace intenderla più come una dimostrazione di rabbia e di determinazione da sciorinare ai compagni. Ogni istante, ogni azione, ogni giocata può essere fondamentale o quantomeno propedeutica per alimentare una mentalità vincente per tutto il collettivo. Un urlo, un'esultanza fragorosa, che scuote gli animi e prepara la strada ad un imminente tour de force che può segnare una stagione.



         

   



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