Autore Topic: Strakosha: ''Potevo andare alla Roma, grazie a Dio ho scelto la Lazio''  (Letto 328 volte)

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Il portiere albanese vede il suo futuro ancora in biancoceleste e alla stampa del suo paese racconta del suo arrivo in Italia: ''La parata su Dybala il momento più bello''
ROMA - Le sirene dall'Inghilterra (sponda Liverpool) non lo stanno disturbando, Strakosha ne è lusingato, ma vede ancora il suo futuro alla Lazio. È un club che ha scelto da giovanissimo, spinto anche dal rapporto creato sin da subito con il suo connazionale, il ds Igli Tare. In un'intervista rilasciata in Albania, l'estremo difensore biancoceleste ha spiegato quanto sia stata determinante l'influenza del dirigente per far sì che, nel momento di scegliere in quale squadra cominciare la sua esperienza in Italia, la decisione ricadesse sul club di Lotito: "Sarei potuto andare alla Roma, ma grazie a Dio ho scelto la Lazio. Naturalmente sono stato influenzato dal direttore sportivo Igli Tare, che con la sua personalità ti colpisce dal punto di vista psicologico. Ha una soluzione per tutte le situazioni che affronta".



 

STRAKOSHA: "LA PARATA SU DYBALA IL MOMENTO PIÙ BELLO" - Strakosha ha poi parlato della sua avventura con la maglia della Lazio, dove ha vissuto sia momenti complicati che esaltanti: "Un momento difficile è stato entrare in competizione con Marchetti, ma posso dire anche che è stata una bella cosa allo stesso tempo. Mia madre è molto orgogliosa di me, mio padre è più severo, senza dimenticare poi Tare. Il momento migliore di questa stagione? Sicuramente la parata sul rigore di Dybala a Torino è stata la più bella, ha regalato alla squadra la vittoria al 96esimo minuto. Cerco sempre il meglio da me stesso, a volte commetto degli errori ma da questi imparo per il futuro. Quali altri campionati mi piacciono? Quello spagnolo, perché è tattico e veloce, ma anche per lo stile di vita. Il tempo è buono, non così freddo come in Inghilterra". Nel corso dell'intervista il portiere biancoceleste ha raccontato quanto sia stato decisivo l'esempio di suo padre Fotaq "Foto" Strakosha, anch'egli ex portiere professionista e nazionale albanese: "Sarei diventato portiere senza di lui? Domanda difficile. Mi è sempre piaciuto il ruolo, quindi ho scelto di essere un portiere. Se non fosse stato per mio padre avrei potuto fare l'attaccante, ma comunque avrei giocato a calcio, perché è tutta la mia vita. La famiglia mi ha sempre sostenuto e mi ha insegnato a non distogliere mai l'attenzione dagli altri, ma a realizzare tutto ciò che voglio io. Ho sempre sentito commenti sul mio conto secondo i quali sarei arrivato a fare il portiere solo grazie a mio padre, ma non mi turba questo aspetto perché so che li dovrò sentire per tutta la mia vita". 



 

"IN NAZIONALE È BELLA LA CONCORRENZA CON BERISHA" - Adesso anche lui, come suo padre, vuole prendersi la maglia da titolare della Nazionale albanese, attualmente occupata dall'ex compagno di squadra alla Lazio, Etrit Berisha: "Ciò che mi differenzia da Berisha è solo l'età. Siamo amici e in nazionale non pensiamo mai a chi giocherà. Abbiamo molte occasioni nelle qualificazioni, ma l'importante è conoscerci bene l'un l'altro. Le amichevoli aiuteranno l'Albania a far conoscere ai giocatori la loro forza, dato che molti nuovi giocatori si sono aggregati da poco. Tuttavia secondo me abbiamo una nazionale molto forte. De Biasi ha fatto la storia con l'Albania, non a caso il primo Europeo l'abbiamo disputato con lui. Il mister ha creduto nel mio debutto. Per Panucci è ancora più difficile, visto che sono arrivati ??molti nuovi giocatori e quindi tutto è ripartito da zero. Finora ho visto pochissimo Panucci, ma con lui i giocatori devono avere molta disciplina. Con De Biasi è stato più facile allenarci".

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