Autore Topic: ESCLUSIVA - Filippo Bisciglia: "Sogno una Lazio Tale e Quale a quella del 2000". E sulla scaramanzia...  (Letto 530 volte)

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                           Ballotta, Pancaro, Negro, Couto, Favalli, Nedved, Simeone, Veron, Mancini, Inzaghi e Salas. E poi ancora: Sensini, Conceicao, Almeyda, Concetti, Lombardo, Stankovic e Ravanelli. Sono i giocatori – quasi leggendari – che Sven Goran Eriksson decise di convocare il 14 maggio di diciotto anni fa. Aggiungete Marchegiani, Mondini, Gottardi, Mihajlovic, Nesta, Marcolin, Pinzi, Simeone, Boksic e avrete la Lazio campione d’Italia del 2000. “Altro che una rosa eccezionale, era un vero e proprio fioraio”, ha commentato in esclusiva ai nostri microfoni Filippo Bisciglia. E se l’attore e conduttore romano – noto tifoso biancoceleste – dovesse scegliere in chi trasformarsi, non saprebbe chi indicare tra loro. “Vorrei vestire i panni di ognuno, titolari e riserve”, ha continuato. E probabilmente tutte e 27 le imitazioni gli riuscirebbero nel migliore dei modi. D’altronde Filippo ormai è un esperto di trasformazioni e il pubblico di Tale e Quale Show ne è testimone. Nell’edizione passata del programma condotto da Carlo Conti, infatti, Bisciglia ha iniziato a cimentarsi nelle imitazioni dei cantanti – italiani e stranieri – più conosciuti al mondo e la sua bravura gli è valsa un posto nel torneo di quest’anno. Proprio stasera andrà in onda l’attesa finale tra i campioni della scorsa e dell’attuale edizione dello show. Lo vedremo entrare nell’ascensore come Filippo Bisciglia e scendere sul palco come Pino Daniele.



IL RICORDO PIÙ BELLO – Pino Daniele rappresenta una sfida ardua, ma non impossibile. Soprattutto per un concorrente come Filippo, che era al San Paolo quando, il 5 luglio del 1987, la Lazio superò una delle sue prove più importanti. “È sicuramente il ricordo più bello che ho della mia squadra. Io, mio padre, mia sorella e due vicini di casa partimmo alla volta di Napoli per assistere allo spareggio che valeva la permanenza in Serie B. Avevo solo dieci anni e non potrò mai dimenticare quel gol di Poli”.



LA LAZIO DI OGGI – E forse proprio quella risolutezza, secondo Filippo, è l’unica qualità che a volte manca alla Lazio di Inzaghi: “mi dispiace che quando dobbiamo fare quel passetto in più non riusciamo a essere decisivi. Per esempio nell’ultima partita contro il Sassuolo serviva la vittoria per arrivare attaccati all’Inter, ma non siamo riusciti ad andare oltre il pareggio. È la stessa cosa che abbiamo visto anche lo scorso anno in Europa League e nell’ultima di campionato contro l’Inter”.



IL PARADOSSO CONTRO LE BIG – “Mi ricordo”, continua Bisciglia, “che la Lazio di Cragnotti andava a giocare contro Juve, Milan, Inter, Roma, Fiorentina e vinceva senza problemi. Poi sfidava qualche squadretta e poteva capitare che perdesse o pareggiasse la partita. Adesso sta accadendo l’esatto contrario. Abbiamo giocato con quattro grandi e abbiamo perso con tutte e quattro”.



CONTRO IL MILAN – “Proprio per questo motivo domenica spero che la squadra riesca a riscattarsi. A prescindere dal numero dal numero degli assenti nel Milan, dobbiamo vincere a tutti i costi. Abbiamo bisogno di battere una grande anche e soprattutto dal punto di vista morale. Sono convinto che se riuscissimo a sbloccarci scatterebbe qualcosa in testa all’intera squadra”.



LA SCARAMANZIA – “Qui c’è da sfatare il tabù delle sconfitte contro le big. Bisogna entrare in un nuovo meccanismo, basterebbe una vittoria. In questi casi serve anche essere un po’ scaramantici. Io, ad esempio, lo sono e so che lo stesso discorso vale anche per molti giocatori. Quando giocavo a tennis indossavo ogni volta la stessa biancheria oppure usavo sempre il solito bagno. L’ho fatto anche a Temptation Island: mi facevo mettere il microfono sempre a destra. A Tale e Quale, invece, porto ogni venerdì l’accendino giallo nella tasca destra”.



DAL MILAN A PINO DANIELE – E allo stesso accendino non rinuncerà stasera, quando dovrà interpretare uno dei cantautori più amati della musica italiana. “Pino Daniele, per me, è uno degli ‘intoccabili’. Ha dato tantissimo a Napoli e all’Italia in generale. Cercherò di rendergli omaggio e ci metterò il cuore. Ho lavorato molto in questa settimana, che poi è quello che faccio sempre. Nonostante abbia le prove nel pomeriggio, passo comunque la mattinata a studiare movenze e voce”.



LA VERA VITTORIA – “Come ho detto, il cuore cerco di mettercelo in ogni imitazione che faccio. La voce la cambio sempre, ma l’emozione è una costante. L’anno scorso, ad esempio, avrei potuto rendermi la vita più facile usando la mia voce soprattutto in certi acuti, ma non l’ho fatto. Pur rischiando, ho preferito rimanere fedele al personaggio che stavo interpretando. Ciò che voglio è mantenere sempre l’imitazione. E vedo che il pubblico lo apprezza: anche dopo la scorsa puntata – quando ho imitato Michele Zarrillo – in molti sui social mi hanno scritto che avrei meritato di vincere. Per me questa è la vera vittoria. I giudici votano come meglio credono e bisogna anche considerare che la giuria di quest’anno non è uguale a quella della scorsa edizione e ha avuto poco tempo per conoscerci. Noi, oltre alla Goggi, avevamo Montesano e De Sica, mentre ora al posto loro ci sono Panariello e Salemme”.



LE IMITAZIONI – “Sicuramente quella di Califano dello scorso anno è stata davvero emozionante. Credo di aver fatto un buon lavoro anche con Eros Ramazzotti, Ligabue e Vasco. Ricordo anche la prima che ho fatto, quella di Gabbani. Ero emozionatissimo perché sono stato il primo a salire sul palco. Avevo tutti gli occhi puntati addosso perché arrivavo da Mediaset e in quel momento ero in prima serata su Rai Uno. Quest’anno, invece, mi è piaciuta molto quella di Zucchero”.



LA FINALE DI STASERA – “Sono davvero emozionato, ce la metterò tutta. Questa sera, a differenza delle altre puntate, ci sarà anche il televoto. Voglio ringraziare tutti gli amici laziali che mi hanno sostenuto finora e mi raccomando, votatemi!”.