Autore Topic: La Lazio al bivio: lottare per la Champions o cadere nell’oblio  (Letto 437 volte)

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La Lazio al bivio: lottare per la Champions o cadere nell’oblio
« : Domenica 9 Dicembre 2018, 11:01:23 »
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                           Si definisce buco nero una regione dello spaziotempo con un campo gravitazionale così intenso che nulla al suo interno possa sfuggire: nemmeno la luce. Ecco la sensazione di oscurità che si percepisce in questi giorni intorno alla Lazio. La squadra è quinta, certo. Ma impantanata in un “decadimento” che sta travolgendo l'intero ambiente biancoceleste. L’impasse in cui si trova il gruppo di Inzaghi spaventa. Occorre invertire immediatamente la tendenza per non rischiare di infilarsi in un enorme buco nero, dal quale poi sarebbe impossibile fuggire. La Lazio è una buona squadra, magari non una fuoriserie, come si sviscera dalle parti di Formello, ma pur sempre una degna pretendente per un posto Champions.



L'obiettivo tracciato ad inizio stagione è dunque confermatissimo, nonostante le difficoltà. Club e squadra intonano da inizio campionato lo stesso leitmotiv: "Noi vogliamo la Champions”. E lo hanno confermato anche dopo Lazio-Samp. "Mi auguo si possa ricordare a fine stagione il punto di oggi, come provvidenziale per la corsa Champions”, ha spiegato Parolo in zona mista. Tornare a casa con un punto però, quando la partita ribaltata al 96esimo era saldamente in tasca, ha veramente dell'assurdo. L'amarezza di un incompiuto calcistico inizia di nuovo a prendere il sopravvento. È un timore logico. Più che comprensibile e, se si torna a ritroso nel ripercorrere le recenti stagioni, appare quasi scontato. La Lazio ha spesso recitato il ruolo del ‘vorrei, ma non posso’. Dalla differenza reti con Reja al punto galeotto che favorì l'Udinese nella scalata finale in classifica. Dalla corsa a perdifiato con l'Inter, che sfilò la Champions all'ultimo minuto un anno fa, alla marcia imballata di questa stagione. Campioni, o presunti tali, che all'improvviso recitano un ruolo da comprimari e che in nessuna circostanza riescono a smuovere gli equilibri. Voci di malumori spifferati che trascinano, all'indomani di un ritiro imposto dal club, la squadra in un campo minatissimo di rapporti tesi con la tifoseria. La stima un tempo smisurata, che d'un tratto si trasforma in merce rara. Ecco la soglia del buco nero, che tutto attrae e tutto inghiotte.



È vero, il momento è pessimo. È vero, la sufficienza con cui tutto quest'anno va puntualmente alle ortiche è disarmante. Ma nel contesto generale è altrettanto vero che nulla è ancora perduto. Manca più di mezzo campionato - questo è un dato - ma è comunque evidente che la poca determinazione a riportare su di giri il motore ha trascinato la Lazio già al cospetto di un bivio. Vivere o morire. Continuare a lottare per un obiettivo o sedersi sulla riva osservando la zattera perdersi alla deriva. Questo mese, queste ultime gare del 2018 sono diventate terribilmente determinanti. Non si può sbagliare. Non si deve esitare. È in questo preciso istante che il bene comune, il famigerato gruppo, la comunione d'intenti, deve primeggiare. Ecco perché scene di dissenso o amarezza che esaltano l’ ’io’ al cospetto del ‘noi’ ad un cambio dell'allenatore vanno evitate. Ecco perché un calciatore strapagato, e magari neanche tanto campione, deve crescere ed imparare a gestire il dissenso del pubblico pagante. Ecco perché la Lazio ora deve arrivare per tutti prima di ogni altra cosa. Non frantumare tutto nell'oblio di un buco nero. Non perdere la via tracciata da mesi, ma a stento percorsa. Non abbandonare il tecnico da solo in balia delle acque agitate, dimostrando con i fatti che questa Lazio è una vera famiglia. Agendo sul mercato, pareggiando qualche errore di valutazione o qualche necessità emersa sul campo. Fare gruppo fra tutte le componenti, questo fu il reale asso nella manica sfoggiato una stagione fa dalla meravigliosa Lazio di Inzaghi. Ora quel principio, quella dote, non può e non va dissolta, ma va rispolverata. L'astronave va nel buio della notte, ma all'uscita della via lattea c'è sempre la luce. È il momento di seguirla ed eludere l'oblio. Tutti insieme, da laziali. Ancora si può.



         

         

   



               

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