Autore Topic: FOCUS - Luiz Felipe e un gol per diventare grande con la Lazio addosso  (Letto 534 volte)

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                           Domenica 9 ottobre 2016, 18:10 circa. Era da allora che Luiz Felipe non riusciva a gonfiare una rete in un match ufficiale. All'epoca vestiva la maglia della Salernitana e di fronte aveva il Benevento, per l'ottava giornata del campionato di Serie B 2016/2017: partita vinta 2-1 dai granata, decisivo per i tre punti proprio il gol del difensore brasiliano che all'epoca indossava il numero 18 e aveva solo 19 anni. Ieri Luiz Felipe è tornato sul tabellino dei marcatori contro il Bologna regalando il vantaggio alla sua Lazio, la realtà che l'ha portato nel calcio italiano e che ora gli sta dando la possibilità di brillare nonostante qualche scivolone.



LA PROMESSA - Quell'unico gol messo a segno con la maglia della Salernitana segnò probabilmente il miglior momento di Luiz Felipe nella sua esperienza in granata. La stagione con i campani si concluse infatti con sole 7 presenze, di cui 5 con Sannino in panchina: le dimissioni dell'ex tecnico di Siena, Chievo e Catania non fecero bene al minutaggio di Luiz Felipe, a cui il subentrato Bollini concesse solo 2 apparizioni di cui una della durata di un quarto d'ora. Al termine della stagione e quindi del prestito il ventenne brasiliano approdò alla corte di Inzaghi, in una Lazio che aveva appena terminato una bella cavalcata fino al ritorno in Europa League e che di lì a poco si sarebbe anche tolta la soddisfazione di vincere la Supercoppa Italiana contro la Juventus. Luiz Felipe quella finale del 19 agosto la guardò dalla panchina, ma tra Serie A e coppe collezionò 31 presenze certificandosi come il titolare a destra nella difesa a tre biancoceleste, scalzando Wallace e Bastos che non erano mai riusciti ad offrire garanzia di stabilità. L'ex ituano invece mise in mostra abilità nell'interdizione, audacia nell'avanzare palla al piede per creare superiorità numerica, capacità di eseguire interventi rischiosi ma sempre puntuali. Con l'addio di de Vrij, la Lazio sembrava poter stare tranquilla di avere il sostituto in casa: d'altronde, le prove generali da centrale di difesa andavano avanti già da un po', nelle rare occasioni in cui Inzaghi lasciava riposare l'olandese.



INFORTUNIO E PANCHINA - L'attuale stagione è invece cominciata con uno stop inaspettato per quanto riguarda Luiz Felipe. Durante il match inaugurale di campionato contro il Napoli, infatti, il difensore biancoceleste è costretto a fermarsi: risentimento muscolare al polpaccio sinistro, tempi di recupero pari a circa un mese. Luiz Felipe lavora per tornare, ma quando lo fa trova una Lazio in un periodo particolare di alti e bassi (le partite contro Eintracht Francoforte, Roma e Inter sono emblematiche) e, pur senza demeritare particolarmente rispetto ai compagni di reparto, scivola in panchina dopo il pareggio contro il Sassuolo. Inzaghi gli preferisce Wallace e lui resta a guardare i compagni che inanellano pareggi, scendendo in campo solo in Europa League dove i giochi sono già belli e fatti ormai da inizio novembre.



IL GOL CHE SA DI RINASCITA - Il mister biancoceleste però preferisce non fare a meno per così tanto tempo della giovane promessa brasiliana e lo getta nuovamente nella mischia contro il Cagliari, in un match fondamentale per la fiducia di squadra e ambiente. Luiz Felipe non delude, così come tutta la squadra che fa un sol boccone della formazione allenata da Maran. Nel boxing day di Bologna Inzaghi decide dunque di ripetersi, ed è qui che Ramos, come lo chiama spesso il tecnico laziale da bordo campo, sfodera una delle sue migliori prestazioni in biancoceleste: miglior giocatore in campo per duelli vinti (12) e tackle riusciti (4), un assist per il 2-0 di Lulic e quel gol che apre le marcature. Mentre correva per esultare con i suoi compagni probabilmente la sua mente è tornata a quel 9 ottobre di due anni fa, quando era un 19enne con il numero 18 sulle spalle che doveva ancora esordire in Serie A. Oggi gli anni sono 21, la maglia è quella della Lazio e sulle spalle c'è il numero 3, ma la gioia negli occhi è la stessa: quella di un ragazzo che sta diventando grande, con il biancoceleste addosso.



         

         

   



               

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