Autore Topic: Neto si è già preso l’Olimpico Non solo numeri e talento  (Letto 376 volte)

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Neto si è già preso l’Olimpico Non solo numeri e talento
« : Venerdì 8 Febbraio 2019, 15:00:28 »
www.gazzetta.it



Dopo il convincente esordio in Coppa Italia contro il Novara, con sprazzi di grande classe, nel finale contro l'Empoli l'apporto del portoghese è stato fondamentale per grinta e malizia


 L’Olimpico laziale se ne è già innamorato, anche se lo ha visto all’opera solo per meno di mezz’ora suddivisa in tre diverse partite. Ma certi amori sbocciano naturali, senza bisogno di troppi appuntamenti. Il colpo di fulmine tra il pubblico biancoceleste e Pedro Neto c’è stato in Coppa Italia contro il Novara, il 12 gennaio scorso. Per il giovane portoghese era il debutto assoluto con la Lazio, un anno e mezzo dopo il suo arrivo a Formello, quando aveva 17 anni. Alla prima palla giocata s’inventa una serpentina con doppio dribbling che per poco non si trasforma in gol. Il boato dello stadio è immediato e convinto. Quel giorno Neto gioca il quarto d’ora finale di una partita non troppo importante e soprattutto già ampiamente chiusa. Dimostra però di avere parecchio talento. E questo basta e avanza perché i tifosi lo adottino. Poi arriva lo spezzone di gara con la Juve. Neto entra al 90’, ha solo il recupero a disposizione per mostrare qualcosa e ovviamente non ci riesce, la presenza è buona solo per fare il debutto in campionato. Così la seconda vera apparizione in biancoceleste è quella di ieri con l’Empoli. Entra a una decina di minuti dal termine con il punteggio in bilico ed ancora una volta riscuote l’apprezzamento del pubblico. Di nuovo con i dribbling e i colpi a effetto? No. Grazie alla grinta e alla malizia, ingredienti non meno importanti. Primo boato: s’invola sulla fascia e, anziché puntare al centro col rischio di andare a sbattere contro i difensori empolesi, punta la zona del calcio d’angolo per congelare partita e risultato. E poi non esita a usare le maniere forti (beccando un giallo) per fermare una ripartenza dell’Empoli. Così alla fine quell’1-0 sofferto e preziosissimo ottenuto dalla Lazio è anche suo. “Ho cercato di fare il mio meglio per aiutare la squadra a mantenere la vittoria - ha raccontato a fine gara il portoghese -. Sto imparando tanto e devo continuare a lavorare per avere altre opportunità. Aspetto tranquillo il mio momento. Giocare con questi calciatori è facile, ti fanno sentire a tuo agio. Essere alla Lazio è meraviglioso perché è una grande società con tifosi fantastici”.

PREDESTINATO  —

Rimasto prudentemente in naftalina per un anno e mezzo, ora Neto comincia a svelare il suo talento, che non è fatto solo di piedi buoni, ma a quanto pare anche di carattere e furbizia. Per Inzaghi può essere un’arma in più (anche se da usare con cautela per evitare che si bruci) nel finale di stagione. E’ arrivato alla Lazio con un fardello pesante, quello di una valutazione che pareva eccessiva. Il club di Lotito lo ha infatti preso dallo Sporting Braga con un prestito biennale oneroso di 7,5 milioni con obbligo di riscatto (da esercitare al termine di questa stagione) fissato a 4,5 milioni. Il costo complessivo del suo cartellino sarà quindi di 12 milioni. Una cifra da predestinato, parsa però per un anno e mezzo assolutamente esagerata e che ora invece comincia a sembrare un investimento più logico. Il ragazzo poi, oltre al talento, mostra di avere anche una grande capacità di applicazione. A Formello i tecnici sono tutti entusiasti di lui, per come si allena e per come ascolta i consigli. L’Olimpico lo ha già adottato in attesa di vederlo sempre più protagonista.

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