Autore Topic: Capanni: "La prima chiamata di Inzaghi, una vera emozione"  (Letto 436 volte)

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Capanni: "La prima chiamata di Inzaghi, una vera emozione"
« : Lunedì 25 Marzo 2019, 16:01:48 »
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Luan Capanni, attaccante della Primavera biancoceleste, è intervenuto quest'oggi ai microfoni di Lazio Style Radio 89.3 FM: 

"Sto lavorando tanto, è un piacere impegnarmi così tanto per tutte le persone che mi aiutano ogni giorno, è un sogno che si avvera. Non mi aspettavo tutto questo in così poco tempo, ho fiducia nel mio lavoro e nella mia famiglia e questo mi porta a provare a migliorarmi sempre di più. Quando sono arrivato allo Stadio Olimpico, in occasione della mia prima convocazione contro il Parma, è stato emozionante, non mi aspettavo tutto questo in soli sette mesi. In prima squadra ci sono giocatori forti, a partire da Immobile fino a Milinkovic passando per Leiva, ma tutti quanti sono veramente bravi. Io e mio padre abbiamo sentito tante squadre quando siamo arrivati in Italia, ma i tifosi, la storia, la città di Roma mi hanno convinto ad accettare questo progetto. Ringrazio soprattutto il Direttore Sportivo biancoceleste Igli Tare con il quale ho parlato molto.

Per la mia famiglia è un sogno essere qui e vedere quello che sto facendo giorno dopo giorno. Avere tutti i miei cari qui per me è importante, mi aiutano nei momenti di difficoltà, questo è fondamentale per un ragazzo giovane come me. Devo dire grazie a loro se ora sono arrivato a questo punto, con loro ho un rapporto forte e sono contento di renderli orgogliosi.

Se un giorno dovessi indossare la maglia azzurra della Nazionale per mio padre sarebbe un sogno. Sono giovane e prima devo pensare alla Lazio, se ci sarà l’opportunità in futuro vedremo. Ho tanti parenti italiani, per me sarebbe un onore. Come numero alla Lazio ho scelto il 71 perché mio padre è nato in quell’anno, lui mi ha aiutato fin dall’inizio e non posso dimenticare quello che ha fatto per me. So che il 71 è molto importante anche per la Lazio e per i suoi tifosi. Mio padre e mia madre mi hanno sempre insegnato ad essere una persona giusta e corretta, essere un calciatore non è facile, devo sempre dare il meglio e concentrami sempre al massimo su ogni cosa che faccio. Tutto quello che sono lo devo alla famiglia, loro hanno fatto di tutto per me. Roma è una bellissima città ed essere qui con i miei cari mi rende molto felice, se fossero rimasti in Brasile non sarei stato molto contento, qui la vita è sicuramente migliore.

Quando non mi alleno vado con la mia famiglia a mangiare in centro, conosco il Colosseo e tante altre cose di Roma. Quando mi riconoscono per strada sono contento, questa cosa mi sprona a migliorarmi ancora di più. Ho attraversato un momento difficile dopo quanto successo al Flamengo, una situazione che mi ha lasciato molto triste. Tanti ragazzi come me e con i miei stessi sogni non ci sono più. Io ora gioco per loro, purtroppo questa è la vita. Il calcio è difficile, devo dire grazie a tutti quelli che mi aiutano tutti i giorni a migliorarmi.

Sono felice di avere la fiducia del mister e dei miei compagni, ora è un momento non facile per la Primavera, mancano tre partite, dobbiamo continuare fino alla fine a lottare per i nostri obiettivi. Un esperienza bellissima la convocazione in prima squadra, all’Olimpico è stata una vera emozione, ma ora penso solo alla primavera ed a raggiungere i traguardi che ci siamo prefissati Nel ritiro di Pietrolunga ho parlato con il mister Bonacina dato che qui si gioca un calcio differente rispetto a quello brasiliano, il mister mi ha aiutato tanto ad ambientarmi nel migliore dei modi in questa nuova realtà. Anche Inzaghi è un grande mister. Posso solo dire grazie a queste due persone che stanno facendo tanto per me, aiutandomi a migliorare ed a continuare il mio sogno di diventare un grande calciatore. Se l’allenatore mi parla tanto significa che mi osserva e mi aiuta a migliorare perché crede nelle mie potenzialità. Se non mi parlasse allora mi preoccuperei molto.

Mio padre è un ex calciatore, lui non parla con gli allenatori, ma mi offre sempre le giuste motivazioni ed è un perfezionista, mi sprona a compiere passi sempre più importanti. Questo mi aiuta ad essere un calciatore vero. Ora gioco come punta centrale, mi piace tanto posizionarmi vicino alla porta, non ho problemi a muovermi da trequartista, basta che io sia vicino all’area di rigore avversaria. Quando esco mi piace parlare di tutto, non solo di lavoro, mi piace tanto Roma, è una città bellissima. Si mangia molto bene e con il bel tempo posso andare anche in spiaggia. Per il ritiro estivo in prima squadra c’è tempo, devo allenarmi al meglio e lavorare sempre di più facendomi trovare pronto qualora capitasse l’occasione. Amo i calciatori brasiliani come Ronaldo o Ronaldinho, ma Zidane era un giocatore troppo forte, un vero e proprio fenomeno. Della prima squadra mi sta impressionando Leiva, è una persona spettacolare che mi ha aiutato tanto ed è molto forte come giocatore. È eccezionale e disponibile".

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