Autore Topic: Lazio, casa Milan è un tabù L’ultima gioia è di 30 anni fa  (Letto 436 volte)

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Biancocelesti mai oltre il pari dal 3 settembre 1989, 0-1 con autogol di Maldini. Lâ??anno scorso la squadra di Inzaghi si sgonfiò a San Siro dopo un periodo magico




Visto così il tabù fa un po’ meno paura. La Lazio, in campionato, non vince in casa del Milan da quasi 30 anni. Era il 3 settembre del 1989 e i biancocelesti espugnarono San Siro per 0-1 con autogol di Paolo Maldini. Una vecchia battuta di Angelo Adamo Gregucci (all’epoca difensore della Lazio), descrive nel dettaglio la sofferenza di quella partita: “Stavamo tutti sdraiati sulla nostra linea di porta per difendere il pareggio. Poi qualcuno ci disse che avevamo segnato. Pensai fosse impossibile: eravamo tutti a protezione della nostra porta, chi mai avrebbe potuto segnare? Infatti il gol i milanisti se lo erano fatto da soli...”. Fu un’impresa, da quel giorno però la Lazio non è mai più riuscita a vincere. Nemmeno quando, ed è successo più volte, i 3 punti sembravano alla portata.

L’ULTIMA GARA  —

 L’anno scorso la Lazio arrivò a San Siro dopo aver segnato 14 gol nei precedenti 4 turni di campionato. La squadra di Inzaghi sembrava un carro armato, Gattuso, nel pre-partita, si disse preoccupato. Alla fine vinsero i rossoneri per 2-1, anche se fu decisivo un gol segnato di mano da Cutrone, non ravvisato dal Var. Per la Lazio fu la prima di tre sconfitte di fila in campionato (le altre con Genoa e Napoli) cosa mai successa nell’era Inzaghi.

FUOCO DI PAGLIA  —

 In questi 30 anni però la Lazio ha sprecato una serie di occasioni per sfatare il tabù San Siro. Nel 2011-12, per esempio, i biancocelesti si ritrovarono in vantaggio per 2-0 dopo appena 20 minuti di gioco con i gol di Klose e Cissé. Finì 2-2 (in rete Ibrahimovic e Cassano), con Cissé che, a pochi minuti dalla fine, sprecò una clamorosa palla gol: saltato Abbiati, il francese si ritrovò con la porta spalancata, ma venne chiuso, all’ultimo istante, da un prodigioso intervento di Nesta.

QUASI IMPRESA  —

 Paradossalmente la volta che la Lazio è andata più vicina alla vittoria, in questi 30 anni, è contro uno dei Milan più forti: nella quarta giornata di ritorno del 2002-03 (stagione nella quale i rossoneri vinsero poi Coppa Italia e Champions League), i biancocelesti erano in vantaggio per 2-0 a fine primo tempo (in gol Stankovic e Claudio Lopez). Il Milan sembrava in difficoltà, dietro Nesta (che aveva lasciato Roma solo pochi mesi prima) sembrava in confusione emotiva. Al 62’ Pippo Inzaghi segnò l’1-2, al 65’ la Lazio sfiorò l’1-3 con una botta da fuori di Stankovic (incrocio, a Dida battuto) e al 70’ arrivò il 2-2 di Rivaldo.

TROPPO FORTI  —

 Nel 2005 i biancocelesti, in piena crisi economica, andarono in vantaggio al 56’ (rigore di Oddo), prima di farsi ribaltare nei minuti finali dai gol di Crespo e Shevchenko. Nel 2008 fu invece Rolando Bianchi a portare avanti la Lazio, prima del pareggio di Oddo (passato al Milan) su rigore generoso. La Gazzetta, quel giorno, parlò di un grandissimo Kalac, il migliore in campo per i rossoneri. La Lazio, in quell’occasione, avrebbe meritato di vincere, ma aveva troppo timore reverenziale del Diavolo e finì per accontentarsi di un pareggio.

L’ALTRO TABÙ  —

 Alla soglia dei 30 anni dall’ultima vittoria, i biancocelesti vogliono sfatare il tabù: nel 1989 Simone Inzaghi andava ancora alle medie, mentre l’attuale direttore sportivo Igli Tare giocava nelle giovanili del Partizani Tirana. Stava invece facendo i primi passi da imprenditore Claudio Lotito: l’attuale presidente della Lazio aveva fondato, solo due anni prima, la Snam, la sua prima impresa di pulizie. Non era però nato nemmeno lui l’ultima volta che la Lazio riuscì a vincere a San Siro sia con l’Inter che con il Milan in un unico campionato: i biancocelesti ci sono infatti riusciti solo nel 1941-42 e nel 1955-56. Dopo la vittoria con l’Inter di appena due settimane fa, ora la Lazio vuole ripetersi col Milan e sfatare il doppio tabù. D’altronde, in questi anni, di occasioni ce ne sono state parecchie, ma non sono mai state sfruttate. Visto così, forse, il tabù fa un po’ meno paura.

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