Visto da me: Lazio-Torino 3-3

di Gasco luis veron



Partita con troppe assenze e alcune nei ruoli nevralgici del campo per il nuovo modulo: Guendo, Rovella e Zaccagni.
Anzi, ci metto anche Marusic perché non ha sostituti!

Quindi Sarri poteva ben poco oggi.

Non guardo la classifica: per me, il campionato della Lazio è iniziato con il cambio di modulo e per ora sono arrivate una vittoria e un pareggio in stato d'emergenza contro un Torino che si riprenderà, perché Baroni è comunque bravo.

Sarri (mi ha stupito!) ha deciso di giocarsi questa partita ben cosciente del fatto di avere meno equilibrio per cercare di sfruttare le quattro punte: a livello di caratteristiche perché tanto Pedro ormai non torna a difendere, se non raramente.

E chiaramente un centrocampo due contro tre te lo puoi permettere solamente se hai giocatori con determinate caratteristiche: tipo Guendouzi e Rovella.
Cataldi e Basic sono più dei registi e hanno anche mostrato di saper verticalizzare o, cambiar gioco.

Ma sono nulli o quasi sia nel rincorrere sia nel difendere facendo alzare la squadra nella fase di ri-aggressione, che è fondamentale per i moduli a quattro (o a due) a centrocampo.
Infatti, hanno svolto bene la fase con la palla e meno bene la fase senza palla.

Anche perché aiutati da Dia che ha corso tantissimo, di fatto seguendo Asllani per evitare che ricevesse palla, e ha effettuato molti ripiegamenti all' indietro per aiutare la mediana.
Questo gli ha tolto lucidità in avanti, anche se nel primo tempo si era mosso bene tra le linee.

Nella prima frazione, quindi, bene o male abbiamo retto e sfruttato il gioco in verticale con il grande stato di forma di Cancellieri (nella foto il gol dell’1-1, ndr).
Ma anche la fase offensiva di Pedro, seppur discontinua, e il contributo di Dia e Castellanos (che hanno giocato da 5 in pagella quando avevano la palla, ma che senza palla hanno messo in crisi con i loro movimenti i difensori del Torino) sono stati molto importanti.

Il problema del primo tempo è stata la nostra fascia sinistra, oltre alla già citata poca aggressività di Cataldi e Basic nella fase di non possesso.

Per questo, il Torino ha avuto il pallino in mano e cambiava spesso il gioco sulla nostra fascia sinistra, poiché nel modo di difendere di Sarri i difensori devono mettersi stretti.
E Baroni si è giocato questa carta tattica: anche perché sapeva che Pedro non avrebbe aiutato adeguatamente Tavares e sarebbe stato sempre troppo avanti e distante rispetto al portoghese, creando così una voragine.
Quando si accentra il terzino nel cambio gioco avversario, deve andare l'esterno: come di solito fa Zaccagni ma Pedro ha 38 anni!

Sarri sapeva di questo nostro punto debole, ma ha voluto giocarsela a viso aperto: cosciente del fatto di rischiare, avendo poco equilibrio, e puntando a segnare un gol in più del Torino con i quattro attaccanti.

Oggi, rispetto alla partita precedente e per compensare un po' la mancanza di equilibrio, Sarri ha giocato non con un 4-4-1-1 ma con un 4-2-3-1 purissimo.

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