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I biancocelesti decollano con il loro play: Mau ora permette di alzare palla. L’impostazione di Romagnoli, le sterzate di Zaccagni, la spinta di Tavares. La Lazio, quasi in modo naturale e spontaneo, gioca e pende a sinistra, ma il gol del raddoppio, a un sospiro dall’intervallo, è nato quando l’azione si è sviluppata sulla fascia destra e non casualmente, per una volta, ha funzionato la sponda del Taty, sino a quel momento sovrastato e anticipato dai difensori del Gala. Cancellieri si è involato e Zaccagni, salito a rimorchio, ha bucato Güvenc. Una buona notizia, perché Sarri avrà di sicuro apprezzato la pericolosità del suo tridente. Già si parlava e si ipotizzava un possibile cambio di modulo. Il 4-3-3, per quanto possa servire un’alternativa, resta l’impianto più affidabile e collaudato. Non è ancora cominciato il precampionato di Isaksen e Dia (a cui ieri è stato negato un rigore) ha perso giorni di preparazione per i soliti problemi alla caviglia.
Lazio, i segnaliIl Comandante è rientrato da Istanbul con alcune conferme. Sono evidenti i progressi di Cancellieri, più rodato dopo due anni di prestito tra Empoli e Parma, finalmente utilizzato nel suo vero ruolo di ala destra, non da finto centravanti. L’etichetta di vice Immobile, stranamente costruita dalla dirigenza biancoceleste tre anni fa, rischiava di bruciarlo. Il Cance è rimasto a lungo in partita ed era entrato anche nel gol del pareggio, provocando l’autorete di Sanchez con un colpo di testa, per la verità sbagliato ma efficace per tempismo e inserimento. La partita della Lazio, iniziata sbuffando per il pressing dei turchi, è decollata quando Rovella ha preso per mano il centrocampo, cominciando a recuperare palla e giocare lungo. Si cercavano le ripartenze. Ecco la vera novità del gioco di Sarri rispetto al passato: si può alzare la palla e cambiare versante con un lancio, non solo gioco corto e fraseggiato. Mau passa per un integralista, ma non lo è affatto e sa piegarsi alle caratteristiche dei suoi giocatori. Di questo gruppo apprezza il cambio di passo, la velocità e l’esplosività muscolare. Tavares, soffrendo nella fase difensiva, ha avuto la possibilità di attaccare e Dele-Bashiru, un attimo prima del 2-1 firmato da Zaccagni, era arrivato al tiro, lanciato proprio dal portoghese. Fisayo non è dispiaciuto, ha giocato in modo semplice e ordinato, rispettando le consegne. Dovrà fare molto di più, è chiaro. Nessuno si aspetti i ricami di Luis Alberto, ma può crescere tanto. Il centrocampo, quando sono usciti Guendouzi e Rovella, ha perso solidità. Mancava opposizione quando Torreira ha trovato il 2-2. Eppure Belahyane era entrato con adrenalina. Vivace Dia, vicino al gol Pedro, bene Noslin, al netto di alcuni passaggi sbagliati dai biancocelesti, vulnerabili sotto pressione.
Lazio, che errore sul gol di TorreiraMau dovrà risolvere il dualismo tra i pali. È comprensibile l’intenzione di non penalizzare nessuno dei due portieri e tutelare Mandas, soprattutto immaginandone la possibile plusvalenza a gennaio oppure tra un anno. È molto meno convincente l’idea di una staffetta perenne. Dal punto di vista tecnico, c’è differenza. Provedel, al top, è più completo e affidabile. Il greco soffre terribilmente sui palloni alti, come aveva dimostrato nell’ultimo campionato. Il gol di testa preso da Torreira, compreso l’errore di Romagnoli, grida vendetta. Un pallone al limite dell’area piccola doveva essere preda di Mandas e invece l’ex play di Fiorentina e Arsenal, noto anche per la sua bassa statura, ha messo dentro.
LazioIntervento killer di Torreira su Tavares in Galatasaray-Lazio: neanche giallo