Autore Topic: Leao segna e Maignan para: Lazio ko, il Milan va in vetta per una notte  (Letto 22 volte)

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I rossoneri tornano primi in classifica in atteso dello scontro diretto di domani tra Roma e Napoli. I biancocelesti, invece, restano lontani dalle zone europea

La "settimana tranquilla" che voleva Allegri in vigilia del derby si allunga di un'altra notte. Però qui, più che di tranquillità, si tratta di euforia perché il Milan di Max (che cercherà ovviamente di arginarla con tutte le forze) vola davanti a tutti - da solo - almeno fino alla tarda serata di domenica, quando si capirà com'è finita Roma-Napoli. Euforia e, fino al minuto 104 di una partita interminabile, anche il terrore di vedersi fischiato contro un rigore all'ultimo respiro del match: tiro di Romagnoli, gomito di Pavlovic, Allegri e il vice di Sarri litiganti espulsi, Collu che va al monitor ma nessun penalty perché c'era un fallo sul difensore rossonero. Resiste dunque la vittoria del Milan ed è sempre più evidente la capacità dei rossoneri di portare a casa partite sporche, tignose, anche senza esibire chissà quale calcio vip. L'ha decisa Leao e la notizia è importante soprattutto per un fattore: un gol da numero nove vero, in area piccola, a rimorchio di un'azione eseguita magistralmente da quattro compagni. Il Milan conquista anche la sfida nella sfida delle difese (la Lazio è a quota sette clean sheet, stessa quota raggiunta ora dal Diavolo), un'altra medaglia per l'orgoglio di Allegri. Sarri, al netto delle decisioni arbitrali, deve rassegnarsi: la sua Lazio lo costringe a lasciare il Meazza con otto sconfitte in otto partite tra Milan e Inter. Incubo San Siro.

​LE SCELTE - Senza l'assente illustre Pulisic, Allegri ha confermato le proiezioni della vigilia: davanti accanto a Leao la scelta è caduta su Nkunku, chiamato a uno squillo
 concreto dopo il torpore dei primi tre mesi. L'altro dubbio, sulla sinistra, è stato risolto offrendo continuità a Bartesaghi, sempre più protagonista in questo Milan. Anche Sarri ha deciso come previsto: maglia di terzino sinistro a Pellegrini e, obbligato dall'infermeria, chiavi del centrocampo a Vecino davanti alla difesa. In panchina si rivede Castellanos.

CORAGGIO - Va detto subito: primo tempo brutterello. Parecchio. Partita sotto ritmo, della serie vediamo se gli altri si scoprono prima. Il problema è che, nonostante un volume notevole di errori in uscita (più sul versante biancoceleste che su quello rossonero), quella palla mossa ai due all'ora ha ovviamente agevolato le rispettive fasi difensive. È mancato il coraggio nella totalità del match, la volontà di prendersi responsabilità. E pensare che prometteva bene: dopo un minuto e 20 secondi Maignan ha offerto l'ennesimo miracolo del suo momento da supereroe andando a smanacciare sopra la traversa un colpo di testa a botta sicura di Gila. Mentre nemmeno tre minuti dopo Saelemaekers ha strozzato un sinistro da posizione invitantissima. Però, insomma, tutte bollicine promettenti, se non fosse che si è rivelata tutta un'illusione. Il Milan, come ha già detto pubblicamente Allegri, si conferma squadra poco avvezza a una fase offensiva costruita sul possesso, cosa che però è stato costretto a fare perché Sarri ha dato consegne evidenti ai suoi: se c'è il varco ci infiliamo e puntiamo, ma senza andare a prenderli alti. Un piano gara più tendente all'allegrismo.

ATTENZIONE - La Lazio ha quindi tolto l'arma delle ripartenze al Diavolo e la profondità a Leao e Nkunku, due attaccanti che amano parecchio affondare negli spazi in verticale. I due, in realtà, hanno palesato anche un problema tattico non da poco, giocando per lo più sulla stessa linea e facendo addirittura gli stessi movimenti. Pareva nuoto sincronizzato, più che calcio, e la cosa ha ovviamente agevolato una linea a quattro avversaria comunque sempre molto attenta. Il Milan ha concluso i primi 45 con zero tiri nello specchio, un dato abbastanza desolante per una squadra con due attaccanti e a caccia del primato in classifica. Per il resto, le differenti filosofie di gioco sono state evidenti: rossoneri senza disdegnare più di un lancione verso la porta di Provedel, biancocelesti più corali con palla più o meno incollata al prato. Per quanto riguarda i singoli: Fofana pasticcione come raramente l'abbiamo visto e, udite udite, qualche errore gratuito (e potenzialmente pericoloso) anche da parte di Sua Maestà Modric.

CHE AZIONE - La trotterellata generale del primo round si è interrotta al minuto numero 7 della ripresa, quando il Milan ha trovato il guizzo vincente apparecchiando
un’azione tatticamente perfetta. Scacco in cinque mosse, tutte di prima: Modric, Saelemaekers, Fofana (il secondo tempo ha riscattato gli orrori del primo), Tomori e Leao che ha colpito in area piccola. Una rete da centravanti vero. Tutto a terra, tutto ben confezionato con il gentile ausilio della fase difensiva avversaria: la Lazio era schierata, uomo su uomo, ma Basic è rimasto immobile sul cross di Tomori e Gila si è perso Leao. Sarri all'ora di gioco ha inserito Dele-Bashiru e Castellanos, con risultati più territoriali che di reale pericolosità davanti a Maignan. È un Milan che ha saputo comunque soffrire sino alla fine, perché l'ultimo quarto d'ora è stato trascorso in apnea, di fronte a un avversario sempre meno lucido. Fino alla psicodramma collettivo negli ultimi secondi di recupero: cross dalla sinistra, Romagnoli calcia al volo trovando l'opposizione del gomito di Pavlovic. Il Var entra in azione, Allegri furente si fa espellere e viene quasi alle mani con il vice (espulso a sua volta) di Sarri, mentre da Lissone chiamano Collu al monitor. Sentenza: il braccio è fuori sagoma ma Pavlovic ha subìto fallo. Niente rigore, il Milan può respirare e festeggiare. Giovedì all'Olimpico va in scena la rivincita: sarà dentro o fuori negli ottavi di Coppa Italia.

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