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Boulaye Dia torna a parlare del suo passato. In una lunga intervista rilasciata ad
"Au Coeur Du Jeu", di cui è uscita solo la prima parte, l'attaccante senegalese ripercorre dei momenti salienti della sua carriera. Dal gol in semifinale di Champions League contro il
Liverpool ai dissapori con la
Salernitana, Dia non si trattiene. Ecco di seguito le sue parole:
"Se c’è una cosa che ho imparato da tre anni a questa parte è che bisogna avere pazienza. Se cerchi di fare le cose per bene e con passione non devi preoccuparti. Prima della semifinale di ritorno di Champions League contro il Liverpool non giocavo quasi mai, all’improvviso si è scoperto che le mie qualità esistevano (ride, ndr)”.Boulaye Dia torna a parlare del suo passato. In una lunga intervista rilasciata ad "Au Coeur Du Jeu", di cui è uscita solo la prima parte, l'attaccante senegalese ripercorre dei momenti salienti della sua carriera. Dal gol in semifinale di Champions League contro il Liverpool ai dissapori con la Salernitana, Dia non si trattiene. Ecco di seguito le sue parole: "Se c’è una cosa che ho imparato da tre anni a questa parte è che bisogna avere pazienza. Se cerchi di fare le cose per bene e con passione non devi preoccuparti. Prima della semifinale di ritorno di Champions League contro il Liverpool non giocavo quasi mai, all’improvviso si è scoperto che le mie qualità esistevano (ride, ndr)”.
Poi prosegue: "Non sono uno che ha paura delle sfide, quindi ho scelto di andare in Italia. Poi ho visto il mercato che stava facendo la Salernitana, era arrivato Bradaric dal Lille, Bronn dal Metz, molti giocatori dalla Ligue 1. Poi c’era Candreva che ha avuto una carriera importante. Non mi avevano mentito, stavano allestendo una buona squadra. L’obiettivo era arrivare in Inghilterra, in società lo sapevano e mi avevano dato la loro parola. Mi sono fidato di una stretta di mano, è stato un errore. Avevo una missione, niente poteva fermarmi e sapevo quale sarebbe stato il mio calciomercato. Soprattutto dopo aver realizzato 16 gol in campionato, l’ultimo contro la Roma all’Olimpico. Finita la stagione, la società non faceva gli stessi discorsi dell’anno prima. Hanno iniziato a dire che stavano costruendo la squadra intorno a me e io ‘no no no no’ (ride, ndr). Dopo avermi riscattato per 12 milioni di euro, hanno aggiunto una clausola rescissoria da 20 milioni. Dicevano che era per rassicurare i tifosi. Poi non mi ha comprato nessuno e il prezzo ha iniziato a salire, come se fossi Dennis Bergkamp". Dia continua l'intervista e racconta della cattiva gestione del suo infortunio, ma anche del cattivo rapporto con società e personale medico.
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