Autore Topic: Lazio, Sarri e un mercato diverso: ora apriamo le porte alla bellezza  (Letto 286 volte)

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Lazio, Sarri e un mercato diverso: ora apriamo le porte alla bellezza
« : Mercoledì 1 Settembre 2021, 08:02:32 »
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di Alessandro Zappulla

Quando il calciomercato cala il sipario è come se si spegnessero le luci di un frenetico concerto. Suoni, voci, aspettative, speranze e a volte delusioni. Si infila ogni cosa nella centrifuga impazzita degli affari del pallone. Frammenti di uno spettacolo consumato tutto d’un fiato sotto l’ombrellone. Un frullatore che strapazza sogni e restituisce certezze. La Lazio e il suo calciomercato: spesso odio e raramente amore. La Lazio e la sua nuova era, che nella gestione Sarri si prefigge la rivoluzione tattica e quella gestionale. La Lazio eterna speranza che attraversa il campo delle scelte estive per sfidare le grandi del campionato. La Lazio che stavolta c’è e si può fregiare di un mercato soddisfacente, eccezion fatta per l’assenza in difesa di un prezioso puntello. Scelte, decisioni, che hanno preso corpo e materia subito dopo la consegna delle chiavi dello spogliatoio a Maurizio Sarri. Eccolo il primo atto della Revolución, che il presidente Lotito ha scelto di iniziare con coraggio in questa stagione.

LA SCELTA FORTE - Dopo l’ammutinamento di Inzaghi, la risposta del numero uno biancoceleste passa dalla scelta audace di far provare la fuoriserie laziale all’ex tecnico juventino. Il ruggito del motore, sin dai primi vagiti estivi, era sintomatico di una potenzialità riservata a pochi. Reina e compagni, orfani dei nazionali, si sono subito stretti intorno ai nuovi arrivati. Volti nuovi, ma non per tutti. Scelte mirate e veicolate. Richieste precise, che un tecnico professionale come il Comandante, non poteva fare a meno di indicare. Elseid Hysaj è l’uomo di Sarri, con 245 presenze sotto la guida del guru toscano è senza dubbio il calciatore più utilizzato dall’allenatore laziale. Una freccia nell’arco biancoceleste che Sarri ha preteso immediatamente. 

STRATEGIA SARRISTA - Dal vecchio soldato Elseid, l’indice di Sarri si è posato presto su Felipe Anderson. “Fece dei mesi alla Lazio da calciatore stratosferico, sembrava destinato ad una grandissima squadra come Barcellona o Bayern Monaco”. La benedizione del tecnico, nei confronti del brasiliano, arriva nella prima conferenza stampa a Formello. Felipe il figliol prodigo: per lui fino adesso solo presenze da titolare e tanti applausi. Ma Sarri, che si professa “allenatore da campo” e disdegna il mercato: “Mi annoia…” (disse), alle trattative ci tiene e come. In attacco per completare lo scacchiere, in attesa di un esterno sinistro di qualità, piazza il colpo Pedro. L’ex Roma va subito a mille e dopo aver conquistato lo spogliatoio si è preso il plauso del popolo laziale. La Revolución non si ferma e il germe della grande bellezza stimola le idee del Sarrismo. Possesso palla, scambi veloci e verticalizzazioni non troppo esasperate, ma neanche atrofizzate sui dettami del vecchio tiki taka. Il mantra è ‘dominare’ ed è per questo che il duo Sarri/Ramadani (il suo agente) ha stuzzicato i sogni biancocelesti spingendo il patron Lotito a puntare in alto. Dalla suggestione Insigne, all’asso, fra i più lucenti della scuderia di Fali, quel Filip Kostic tentato sino all’ultimo e poi mollato in chiusura di mercato. Nel frattempo dal filone albanese degli agenti (Adrian Aliaj) amici di Tare, ma anche di Ramadani, arriva il puntello Toma Basic per il centrocampo. Un ricambio che presterà muscoli al Sarrismo, che non può vivere di sola filosofia. Ma lo scacchiere del bel calcio di Sarri è ancora orfano di qualità sull’esterno d’attacco. Il tecnico laziale vuole la sua freccia affilata. Tramontato Insigne, sfumato Kostic, si piomba su Zaccagni. Il talentino cresciuto alla corte degli Scaligeri diventa l’obiettivo da non fallire. Modellato negli anni da Juric e trasformato da trequartista, in un attaccante frizzante e tecnico, è il colpo dell’ultimo giorno. Un’operazione fattibile, ma che il popolo laziale, in quelle ore finali, vive in maniera timorosa. Sarà che last minute e Lazio nelle ultime sessioni di mercato non hanno mai fatto rima.

RIVOLUZIONE - Sarà che quando c’è da assestare la spallata vincente ad una trattativa si è sempre naufragati. Sarà che pure questa volta il rischio è stato grosso e solo l’intervento di Claudio Lotito ha evitato il peggio. Dunque Zaccagni-Lazio è il colpo più roboante di fine sessione. La trattativa più importante, insomma. Il passaggio di maggior spessore. Mattia chiude l’elenco dei nuovi arrivati sotto la benedizione di Sarri. Come il talentuoso Luka Romero, inseguito da mezza Europa e regalato da Lotito alla Lazio, grazie alla mediazione di Fali Ramadani. Lui Luka, insieme a Raul Moro, cresciuto in Primavera, coltiverà la speranza dei talenti in erba in casa biancoceleste. Fedelissimi al Sarrismo, integralisti del bel calcio e della forma più estetica di questo sport. Figli della Rivoluzione tattica e della nuova Lazio che sta nascendo. Una Lazio diversa, il cui DNA è stato cambiato nel profondo. Non più scelte dettate dalle opportunità, bensì indicazioni tecniche trasformate in acquisti. È l’era della grande bellezza ed ora c’è tutto per viverla a pieno.

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