Autore Topic: Laziomania: il gesto pietoso di Acerbi, la vera risposta di Luis Alberto  (Letto 207 volte)

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di Luca Capriotti

Due gesti diversi tra loro. Uno "dettato dall'adrenalina", l'altro pura adrenalina calcistica. Puro calcio. Potremmo parlare di tante cose. Di Acerbi. Vogliamo parlare di Acerbi? Viene da almeno, almeno 6 mesi di prestazioni di livello più basso, in caduta libera certe volte. Non sempre per colpa sua, ma anche con evidenti errori suoi. Viene da una partita persa perché decide di lanciarsi in una proiezione offensiva non richiesta, manco avesse il piede di Roberto Carlos. Vanta un credito incredibile, non viene quasi mai criticato, se non marginalmente. Per una volta che si fa lesa maestà, alla prima occasione, leggi gol contro un Genoa mai in partita, fa il segno del silenzio, state zitti. 

ZITTI TUTTI - Meglio stare zitto,  questo è vero, specialmente dopo questi mesi. È stato bello da parte sua imporsi il silenzio. Si tratta di un gesto che non sopporto: lo fa ai tifosi presenti, pochi ma loro comunque presenti? All'ambiente? Ai giornalisti, rei di avergli messo qualche meritatissimo brutto voto? Mi spiace, ma la negazione della parola mi dà veramente fastidio. E le scuse posticce e appiccicaticce non mi piacciono, anche se capisco l'adrenalina di una partita sotto ritmo, con loro a 0 tiri. Altissima tensione, ci sta perdere la testa.

SEMPRE ACERBI - Sempre il nostro si lancia nell'affermazione anti-giochista che avete sentito tutti. Ecco, diciamo che a pensar bene era una roba pragmatica, da vecchio veterano di un calcio italiano un po' incartapecorito (Allegri, mi senti?). Ma stona molto, per coerenza, con quello che va ripetendo sempre Sarri su come si gioca al calcio (ok, ripete pure sempre del calcio, ma si vede che gli sta antipatico il giardiniere). Ha detto frasi sullo spogliatoio, ha parlato dei tifosi. Ditemi una cosa che non mi dovrebbe far uscire dai gangheri. Per me, prima di parlare ancora, dovrà fare molte altre buone prestazioni. Ma veramente molte, prima di prendersi un mio timido applauso. Il credito da parte mia è finito. Detto ciò, ha anche detto, tanto per non farsi mancare nulla, che di quel gesto del silenzio no, non  gliene frega niente. Letteralmente. ha aggiunto: sono cose di lavoro. Forse per lavoro fa il bibliotecario o il maestro di orchestra muta. Chi lo sa, magari lo fa meglio di come marca ultimamente. 

LA RISPOSTA DI LUIS ALBERTO - Avrei potuto parlare dopo di Acerbi, e in effetti l'ho fatto, ma in testa mentre scrivevo come una specie di musica potente avevo il gol di Zaccagni. Nello specifico quello che è il Verbo fatto tocco di palla di Luis Alberto Romero. Questo spagnolo poco divo, poco propenso, difficile da inquadrare e facile da criticare può fare quello che vuole per me. Sbagliare, sputare nella colazione di Sarri o lasciare la festa di Natale all'antipasto. Questo spagnolo ombroso avete visto cosa ha fatto col pallone? Come l'ha diretto, come l'ha orchestrato, come l'ha incantato con la sua musica segreta e sotterranea? Quel gesto da solo vale il prezzo di quei biglietti che pochi coraggiosi pagano intero, forse vale di più, tanti pensieri nascosti vengono alla luce con quei tocchi, ho ripensato a certe profondità di ricordi e mi sono ritrovato a fissare  di talento così profondo che mi ha ferito. Si può solo ringraziare questo spagnolo per quello che pensa e traduce in gesto tecnico. Il resto è tutto criticabile, cedibile, perfino dimenticabile. Ma quando fa queste cose qui è calcio vero. Puro. Punto. Una pura risposta. 

NOTA A MARGINE - Anche lui qualche volta ha avuto gestualità inappropriate. Ma lo vedete cosa fa, quando alza quel pallone, quando lo lancia al volo, come si fa a non perdersi in estasi?

GLI ALTRI  - Ora, il Genoa vaga in una nebbia indefinita a pochi passi dal fallimento stagionale, e ok. Ma voglio solo parlare di Felipe Anderson falso nueve. Per Sarri è un oggetto delicato e sensibile. È un vetro di Murano che a volte esplode come la fiamma che lo ha creato. E contro il Genoa è stato esplosivo. Pedro vabbè, fa un altro sport. Veramente. Un giocatore di un livello diverso. Zaccagni è la Lazio di Sarri. Quella che verrà. Giocatori funzionali, con grandi margini e prospettive, talentuosi e maledettamente utili. Non deve zittire nessuno Zaccagni, la sua è la strada di Sarri. Le strade vecchie le percorrano, rigorosamente in silenzio, i cantori e le vedove di un tempo che non tornerà, e che va lasciato serenamente e con gratitudine al suo posto, nell'album dei ricordi.

P.s. se solo io ho notato la polemica anti Sarrista del nostro, mi scuso. È anche il mio lavoro, ma posso sbagliare e non provo piacere a parlare di polemiche, anzi. Potete zittirmi, in tal caso, senza troppi problemi. Almeno voi avreste le vostre ragioni.