Autore Topic: Lazio, altro capitolo della serie: quanta cattiveria su Lazzari e Zaccagni   (Letto 209 volte)

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Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova. La celebre frase di Agatha Christie si presta terribilmente bene al modo in cui la Lazio viene descritta da una certa stampa. La vicenda di Lazzari e Zaccagni è soltanto l'ultimo capitolo di una serie che comincia a essere abbastanza lunga: dal caso tamponi ai vari approfondimenti su alcune operazioni di calciomercato, passando dalle prestazioni di Immobile in Nazionale, il modo in cui vengono evidenziati gli errori arbitrali a favore e quasi censurati quelli contro e le lotte di politica sportiva portate avanti da Lotito. Il minimo denominatore comune è sempre la Lazio, per molti il mostro da sbattere sempre in prima pagina. Il tempo però è galantuomo e distingue chiaramente le lucciole dalle lanterne. E così il club biancoceleste esce da tutte le vicende a testa alta, puntualmente vittima di un immotivato clamore mediatico.

LAZZARI, ZACCAGNI E GLI ALTRI... - Così anche il normale forfait di Lazzari e Zaccagni dal ritiro dell'Italia per infortunio diventa il pretesto per una bufera mediatica. In tanti hanno emesso la loro condanna, come se i due giocatori fossero fuggiti di notte da Coverciano scappando dalle finestre. L'occasione per creare il caso (dove non c'è) è talmente ghiotta per qualcuno, da spingere a non verificare la motivazione dell'abbandono. Così inizia il martellamento, che arriva ad annoverare addirittura il presidente federale e in parte anche il commissario tecnico. Mancini però dopo Italia - Germania ha fatto marcia indietro, rivelando un qualcosa di normale: "Il medico è venuto da me e mi ha detto che non potevano giocare e quindi li ho rispediti a casa". Nello stesso giorno era arrivato un comunicato ufficiale della Lazio, mentre nei due successivi sia Lazzari che Zaccagni sono stati sottoposti agli esami e alle cure del caso. Caso chiuso? Neanche per sogno, ammettere l'errore non fa parte di questo mondo, meglio perseverare. Così la percezione del caso resta nell'aria, l'attenzione sui due calciatori rimane immotivatamente alta, mentre chi aveva lasciato Coverciano qualche giorno prima per cause non meglio identificate se ne sta in Sardegna a godersi il mare. Per lui nessun clamore, la stampa è amica, qualcuno è addirittura tifoso. Su tale fronte non esiste il tribunale dell'inquisizione, solo pronto soccorso. Il pronto soccorso giallorosso.