Autore Topic: Lazio, la rivolta dei tifosi per Acerbi: "Uno di noi"  (Letto 260 volte)

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Lazio, la rivolta dei tifosi per Acerbi: "Uno di noi"
« : Lunedì 11 Luglio 2022, 08:11:29 »
www.corrieredellosport.it



Al termine dell'allenamento di ieri i sostenitori biancocelesti si sono stretti intorno al difensore, ancora contestato dagli ultras


                   AURONZO DI CADORE - Un moto di ribellione di fronte a cui ogni forma di prevaricazione viene disinnescata in un attimo, senza generare violenza. Così, le famiglie laziali, piene di padri e di figli, di donne e di pensionati, saliti in montagna per seguire la Lazio e godersi le vacanze, hanno risposto e reagito. Hanno deciso di non rimanere in silenzio, fischiando gli ultras che continuavano a contestare Francesco Acerbi e applaudendo il giocatore. È successo in mattinata, quando sono stati i bambini, indossando le maglie della Lazio, a guidare la rivolta pacifica: "Uno di noi, Acerbi uno di noi", hanno cantato, prendendosi applausi di approvazione. E da parte degli adulti sono partiti fischi all’indirizzo degli ultras. "Bastaaa!", urlava la gente laziale, stanca di una contestazione stucchevole e che dura ormai dallo scorso dicembre.


La frattura

Non sono mai bastate le scuse (reiterate) del giocatore perché durante la partita con il Genoa, gonfio di adrenalina, si girò verso la Curva provando a zittirla con l’indice alla bocca. Un gesto sbagliato e capace, a distanza di otto mesi, di farlo diventare un separato in casa, complici ragioni tattiche (Sarri non stravede) e di mercato (lo sostituirà Romagnoli, di sette anni più giovane). In questa sessione di calciomercato probabilmente se ne andrà, sta solo aspettando l'occasione giusta, magari di una squadra che gli possa garantire di giocare la Champions League. Ma i fischi e gli insulti durante il ritiro sono un'altra cosa e Acerbi, con i suoi tifosi-bambini, si è preso la rivincita.


Momento

Nessun applauso o pollice ironico. Ha risposto nel modo migliore, tenendo la testa alta. E a fine allenamento, chiamato a gran voce, si è avvicinato alla rete di recinzione, anche se intanto gli ultras si avvicinavano invitandolo ad andarsene. Non è scappato nello spogliatoio. È rimasto lì almeno mezz'ora prima di raggiungere la doccia, tra selfie, autografi e fotografie. Si è fermato a parlare con un ragazzo disabile in carrozzina, godendosi ogni istante. Un momento che vale più di un gol e resterà in eterno nel suo cuore. Un modo bellissimo e pulito per congedarsi.


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