Autore Topic: Ngonge risponde a Pedro. Un buon Verona strappa un punto alla Lazio  (Letto 138 volte)

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di Stefano Cieri

Biancocelesti in vantaggio al 45', pareggio del belga in avvio di ripresa. Poi l'Hellas sfiora il gol vittoria. Sarri fallisce il sorpasso sulla Roma che valeva il terzo posto solitario

Avanti a piccoli passi. Finisce in parità il posticipo tra Verona e Lazio. Un punto utile ai padroni di casa per continuare la difficile marcia verso la salvezza e alla Lazio per isolarsi al quarto posto e continuare a credere nella Champions. Ma se per la squadra di Zaffaroni è un pareggio che fa morale (sia per come è stato ottenuto sia per il valore dell’avversario) lo stesso non si può dire per una Lazio che invece offre una prova molto al di sotto delle attese per impegno e ritmo di gioco. Pareggio giusto, anzi facendo il computo delle occasioni è il Verona a dover recriminare, anche se l’ultima palla-gol (clamorosa) capita sui piedi di Zaccagni in pieno recupero.

La sblocca Pedro—  Inizio guardingo da parte di entrambe le squadre. Il Verona si schiera molto basso per togliere spazio e fiato alle iniziative della Lazio. Zaffaroni cambia qualcosa rispetto all’ultima partita: in difesa c’è Coppola per Ceccherini, a centrocampo il debutto da titolare di Duda, in attacco Lasagna è la punta centrale, alle sue spalle con Lazovic c’è Ngonge. Il piano dei padroni di casa è chiaro: aspettare la Lazio per evitare di concederle il calcio a lei più congeniale. Piano da realizzare attraverso marcature strette e ritmo sostenuto. Per venti minuti la Lazio (Sarri lascia l’acciaccato Felipe Anderson in panchina e mette Pedro) deve limitarsi ai passaggi orizzontali senza mai trovare sbocchi in avanti. A metà frazione, però, le squadre cominciano un po’ ad allungarsi. I padroni di casa decidono di provarci anche in avanti e in effetti qualcosa combinano. Ngonge si rende pericoloso in due occasioni (sulla prima, dopo la respinta di Provedel, Doig calcia alto da favorevole posizione). Poi successivamente anche Depaoli costringe Provedel a un difficile intervento. Ma le iniziative dei padroni di casa hanno come rovescio della medaglia una minore copertura difensiva che consente anche alla Lazio di rendersi pericolosa. Immobile sfiora il gol in due circostanze (sulla prima tira alto, sulla seconda è bravo Montipò a parare), poi è Pedro a sprecare un’ottima palla-gol. Ma il campione spagnolo si fa perdonare qualche minuto dopo (al 45’), inventandosi un gol che lascia a bocca aperta compagni di squadra e avversari. Sull’appoggio di Cataldi, spalle alla porta poco entro l’area, l’ex Barça controlla la palla di destro, poi si gira all’improvviso e col sinistro la manda all’incrocio dei pali.

Reazione Verona— Trovato il vantaggio sul gong del primo tempo la Lazio si illude, forse, di avere in mano la partita. Ma non fa i conti con l’orgoglio dei padroni di casa che tornano in campo dopo l’intervallo con la ferma volontà di rimettere subito le cose apposto. E ci riescono nel giro di una manciata di minuti. Il gol dell’1-1 arriva grazie ad un colpo di testa di Ngonge su punizione calciata dalla trequarti da Lazovic. E l'Hellas non si ferma, continua a spingere contro una Lazio incredula e imbambolata. A sfiorare il 2-1 è prima Lazovic che colpisce un clamoroso palo con un tiro dalla distanza. Poi è Doig ad avere una palla molto invitante, ma Provedel si supera e respinge di piede. Quindi tocca anche a Lasagna, ma l’attaccante calcia alto. Non è fortunato il Verona, ma la sua spinta si esaurisce attorno al 20’, anche perché Sarri mette Vecino al posto di Cataldi e rende il centrocampo della Lazio meno vulnerabile. Successivamente Sarri toglie anche Immobile e inserisce Felipe Anderson come punta centrale. La Lazio si riorganizza e riprende in mano il controllo del gioco. Ma - come nei primi venti minuti - non riesce a trovare sbocchi in avanti (unica occasione un tiro di Zaccagni che finisce di poco a lato). Glielo impedisce un Verona che si rimette corto e compatto nella sua metà campo. I cambi di Zaffaroni sono azzeccati perché portano forze fresche in una squadra che col passare dei minuti comincia ad accusare un po’ di stanchezza. Entrano Ceccherini per Coppola, Gaich per Ngonge e Abildgaard per Lazovic. L’1-1 a quel punto sembra scritto e tale sarà, ma proprio in chiusura Zaccagni ha una palla che deve solo essere spinta in rete a pochi passi dalla porta. L’ex gialloblù ci prova col tacco ma Montipò non si fa sorprendere. Giusto così.

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