Autore Topic: Lazio, il top player è Sarri: la strategia di Lotito sul mercato in 5 punti  (Letto 48 volte)

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Il presidente, con il mercato bloccato dall'indice di liquidità, punta tutto sull'allenatore toscano per mantenere la squadra da alti livelli

ROMA - È tornato per amore. «La lazialità ti invade». Un ciclo biennale per portare la Lazio oltre la soglia del consentito, perché come diceva Klopp non basta una stagione per valutare il lavoro di un allenatore. Sarri punterà sulla passione e sul sentimento del popolo laziale. «Bisogna innescare il senso del divertimento e trasmetterlo al pubblico». È l’estremo tentativo dopo quindici mesi di sosta in cui si è dedicato alla famiglia, ha lenito dolori, ritrovato motivazioni. Era svuotato. Torna carico come una molla. Sa benissimo cosa lo aspetta e le possibilità ridotte di intervento sul mercato. Conosce la concorrenza. È il top player scelto da Lotito per ottenere dallo stesso gruppo risultati migliori rispetto alla gestione Baroni e superare l’ultima estate dell’indice di liquidità, aspramente combattuto e alla fine abrogato (o adeguato) dalla Figc. Dal gennaio 2026 i club di Serie A si misureranno con l’indicatore del costo del lavoro allargato (in rapporto ai ricavi) per comprare. L’equilibrio finanziario della Lazio dovrebbe rivelarsi un vantaggio. Ora c’è da pazientare. Un mese o due di attesa per piazzare solo uno o due colpi. I laziali fremono, anzi contestano. Ecco cosa c’è da sapere.

Lazio, il sogno di Sarri si chiama Raspadori

Come si migliora la Lazio? Prendendo un centravanti che abbia più gol in canna di Castellanos o riesca a far girare l’attacco come riusciva a Mertens, finalizzatore da 20 gol a campionato nel Napoli dei bei tempi. L’estate scorsa si è chiusa l’epopea di Immobile a Formello. Taty, alla prima stagione da titolare in Serie A, ha realizzato 10 reti in 29 presenze. Può fare meglio, ma un dato di fatto è insopprimibile. L’argentino segna gol belli e difficili, gli piace l’assist, non è uno sfondatore, si esalta con un attacco a due punte. Dia, per il tecnico toscano, ha un senso del gol più spiccato. Concorrenza aperta. Qualora arrivassero proposte per Castellanos (valutato oltre 30 milioni da Lotito e attenzionato in Premier), Sarri chiederebbe Raspadori, il suo 9 ideale per opportunismo, capacità di proteggere palla e muoversi da regista offensivo. Da chiarire due aspetti. De Laurentiis lo valuta 30 milioni. La Lazio non ha mai alzato il telefono per aprire una trattativa. Al momento solo un’idea.

Lazio, gli intoccabili di Sarri

Gila, Romagnoli, Rovella, Guendouzi e Zaccagni sono gli intoccabili di Sarri, i pilastri su cui appoggiare il prossimo ciclo della Lazio. Ci mettiamo anche Provedel, Isaksen e Marusic come punti fermi. Tavares va addestrato, Taty entrerà in concorrenza con Dia. Oggi sono a pieno titolo nel progetto, ma è chiaro che se arrivassero offerte considerate congrue dalla Lazio partirebbero. Il range è compreso tra 20 e 30 milioni. In questo modo Lotito scavalcherebbe l’indice di liquidità e forse consentirebbe a Sarri di migliorare nell’eventuale cambio. Il Comandante ha indicato quattro ruoli da rinforzare. Il centrocampista offensivo è obbligatorio e non passa attraverso cessioni. Sarebbe l’uomo in più da aggiungere in una rosa che conterà 20 giocatori di movimento più 3 portieri. Gli altri tre rinforzi dovrebbero essere un centravanti (se verrà ceduto Castellanos), un terzino sinistro (se partirà Tavares o in alternativa Pellegrini), un’ala destra al posto di Tchaouna (se non dovesse ribaltare gli attuali scenari in ritiro). Dunque si va da un solo acquisto a un massimo di quattro. Interventi mirati all’interno di un gruppo consolidato. La Lazio ha rinnovato Pedro e Vecino. Sarri deve conoscere sul campo Dele-Bashiru, Gigot, Belahyane, Provstgaard oltre a verificare l’effettivo recupero di Patric.

Lazio, la priorità è una mezzala
C’è una sola casella vuota nell’organico della Lazio e Sarri intende riempirla per tornare stabilmente a giocare con il 4-3-3. Una mezzala di inserimento che garantisca gol e qualità sulla trequarti. Un giovane Hamsik, per intenderci, se ci riferiamo al suo Napoli, durato tre anni. Un centrocampista dinamico, in grado di rompere gli schemi, e di aggiungersi ai tre attaccanti. Se pensiamo alla Lazio del secondo posto, che giocava con due fantasisti poco rapidi e protetti da Cataldi, un nuovo Luis Alberto o un emulo di Sergej Milinkovic. L’estate scorsa Fabiani tentò la scommessa Castrovilli e puntò su Dele-Bashiru, considerato trequartista da Baroni. Sarri ha chiesto pareri ad altri operatori e dirigenti, non è un caso ne abbia parlato con il ds D’Amico, che avrebbe voluto portare Fisayo all’Atalanta. Il Comandante proverà a educarlo e inquadrarlo da interno, tirandone fuori le potenzialità fisiche, ma è ovvio che Lotito dovrà accontentarlo attraverso un acquisto. Per ora è stato rinnovato il contratto a Vecino, utile come cambio in panchina e in una stagione in cui la Lazio sarà impegnata solo in Serie A e in Coppa Italia. Sono usciti diversi nomi, l’ultimo è Guus Til, centrocampista offensivo del Psv Eindhoven. Per adesso la Lazio non ha avviato alcuna trattativa, perché al momento non può chiudere operazioni. Bisogna aspettare. Gli obiettivi possono essere tanti e sconosciuti, soprattutto in Europa. Il rischio è legato ai tempi. Tra uno o due mesi, i più appetibili potrebbero già aver trovato squadra.

Indice di liquidità, un freno sul mercato

Fabiani deve sfoltire l’organico e alleggerire i costi di gestione per creare un’operatività minima di mercato. Le cessioni di Fares (in Grecia), Cancellieri, Basic, forse Cataldi, uno tra Tchaouna e Noslin dopo l’esame in ritiro di Sarri, dovrebbero creare il tesoretto per garantire almeno l’acquisto di un centrocampista offensivo, considerato la priorità del mercato. I tifosi contestano e si lamentano perché in entrata Lotito è bloccato (come sempre) dall’indice di liquidità. Il presidente della Lazio è in attesa, a microfoni spenti lo definisce un ostacolo risolvibile, non insormontabile. Non svela l’importo, non dovrebbe essere minimo e neppure apocalittico. Se ravviserà la convenienza o la necessità, ripianerà e interverrà. Lo ha promesso a Sarri. Gestisce con oculatezza. Quello che oggi non può fare, potrebbe essere possibile ad agosto. Passeranno uno o due mesi. Occorre pazienza. C’è un altro aspetto di cui nessuno si era accorto. È l’ultima estate in cui l’indice di liquidità bloccherà gli acquisti della Serie A. Da gennaio 2026 conterà l’indicatore del costo del lavoro allargato in rapporto ai ricavi. Un vantaggio per Lotito. Non ha mai sottoscritto aumenti di capitali ma la Lazio, al contrario di altri club, non è indebitata o sostenuta da bond per 400 milioni e si iscrive regolarmente al campionato. Forse non è tanto, ma neppure poco.

Baroni-Sarri, il cambio tecnico

Non lo diranno mai apertamente e tra virgolette, ma Lotito e Fabiani attribuiscono a Baroni larga parte della flessione della Lazio nel girone di ritorno. Il rapporto tra la società e l’ex allenatore si è deteriorato a gennaio. Il mercato invernale, la gestione del caso Pellegrini e le successive scelte relative alla lista Uefa (fuori Belahyane) lo hanno compromesso insieme ai risultati negativi: 9 pareggi in casa (battendo solo il Monza all’Olimpico lasciando punti nel 2025 a squadre di fascia medio-bassa) e l’eliminazione ai quarti con il Bodo/Glimt, oltre al ko all’ultima giornata con il Lecce, avrebbero messo a dura prova la stabilità di qualsiasi allenatore. La società, complice l’esclusione dall’Europa dopo otto anni che comporterà ricavi inferiori nella prossima stagione, ha optato per la svolta in panchina. La dirigenza è convinta che il tecnico possa alzare la soglia di rendimento dell’attuale gruppo, migliorando i risultati rispetto alla precedente gestione. Lotito si augura che Sarri, un maestro di calcio, valuti e aiuti a tirare fuori le potenzialità inespresse di Tavares, Dele-Bashiru, Noslin, Tchaouna se supereranno l’esame estivo e non verranno ceduti più avanti. Stesso discorso per Belahyane e Provstgaard, di cui si attende la maturazione e quasi mai visti. Il budget ridotto, è ovvio, ha spinto la società verso questa direzione. Toccherà a Mau superare Baroni con gli stessi calciatori o quasi.







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