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Mandas, Isaksen, Noslin e Tavares i quattro sacrificabili per il mercato invernale «Pagare moneta, vedere cammello». Il Lotito di ieri è diverso dal Lotito di oggi, sembra rinnegare quel se stesso al quale per anni si è ispirato: «La Lazio non ha bisogno di vendere per comprare», ripeteva nei pochi anni di prosperità. Oggi parla di player trading, di plusvalenze. Compri a poco, vendi di più, se ti va bene. Volendo sintetizzare è questa la formula d’emergenza cui pensa il presidente per risollevare la Lazio, alleggerire i debiti e tornare a fare mercato nel caso in cui non ottenga lo sblocco per gennaio. Dal suo punto di vista è la più conveniente. Vendendo e comprando, magari centrando plusvalenze, non si troverebbe costretto a tirare fuori nuovi soldi e inizierebbe a sistemare il bilancio. Con il rosso a 17,1 milioni, l’indebitamento finanziario netto a 66,3 milioni e la necessità di non sforare il 70% di soglia spese-ricavi al 30 settembre 2026, la modalità vendo e compro sarebbe la meno impattante. Ma da un punto di vista tecnico la Lazio ci guadagnerebbe o ci perderebbe? Perdere alcuni dei migliori a gennaio sarebbe disastroso, a meno che non si acquistino giocatori più forti. L’anno scorso a gennaio sono arrivati Provstgaard e Belahyane, tralasciando Ibrahimovic in prestito dal Bayern. Tutti ventenni. Il danese si è rivelato un buon prospetto rivendibile, ma non gioca. Belahyane è un vice e neppure nel suo ruolo da play. Il diesse Fabiani è convinto che si debba proseguire su questa strada. Sarri prima dell’addio aveva aperto alla possibilità di allenare una Lazio rinverdita, senza più i vecchi senatori (poi partiti). E’ ancora dello stesso avviso? Sì e no. Non è un segreto che aggiungerebbe Insigne alla rosa, ha 34 anni. Mau si trova in una situazione critica, senza acquisti in estate e con grandi incognite per gennaio e per il futuro.
I sacrificabili
Lotito e Fabiani sul player trading puntano in ogni caso, sperano di massimizzare gli investimenti fatti negli ultimi due anni, a rischio svalutazione. Il presidente ci ha fatto la bocca con la cessione di Tchaouna, venduto da Fabiani al Burnley per 15 milioni, acquistato a 9,7 un anno fa. In uscita adesso può esserci Mandas, chiuso da Provedel. In estate i suoi manager avevano registrato il sondaggio del Wolverhampton, sarebbe stato disposto a spendere 20 milioni per il greco, reduce da un finale da titolare. Oggi non gioca. Era stato comprato per meno di un milione, la plusvalenza sarebbe da record. Noslin ha confermato di recente i contatti con PSV Eindhoven e Ajax, chissà se validi anche a gennaio. Pesa per 16 milioni a bilancio, difficile pensare ad una plusvalenza. Isaksen, prima della mononucleosi, aveva mercato in Olanda e in Scozia. E’ costato 12 milioni più 4 di bonus. Un anno fa il più desiderato era Tavares, in versione fenomeno. Oggi è un fantasma e vale i 5 milioni spesi per comprarlo dall’Arsenal. Non è certo tra gli incedibili, già in estate la società sperava di ricevere offerte. Quella dell’Al-Hilal non è mai stata confermata da Inzaghi. Sono questi 4 i papabili sacrificabili. Ma Lotito i conti deve farli con la svalutazione attuale, decisiva per sfruttare il player trading. Gli altri casi. Oggi come oggi la Lazio non può ritenere nessuno davvero incedibile. Se arrivassero offerte per Castellanos sarebbero considerate, i centravanti hanno sempre mercato. Poi ci sono i casi dei giocatori in scadenza nel 2027, quelli che valgono. Gila è il primo. La trattativa per il rinnovo è fallita, la società non può permettersi di perderlo a zero. Eventuali offerte saranno considerate. E’ in scadenza nel 2027 anche Cancellieri, ma è appena esploso e la Lazio ha la possibilità di blindarlo. E’ un obbligo ricostruire con i giovani. E’ un obbligo il ritorno sul mercato. E’ un obbligo rinforzare senza smantellare. E’ un obbligo tirare fuori la Lazio dal pantano. Lotito (quello del pagare moneta) e il suo doppio (quello del player trading) devono risposte.
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