Autore Topic: Caso tamponi Lazio, le motivazioni della riduzione dell'inibizione di Lotito  (Letto 274 volte)

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Lo scorso 19 ottobre la Corte d'appello federale della Figc aveva rimodulato in 2 mesi di inibizione la condanna per il numero uno biancoceleste e in 5 mesi quella per i medici Fabio Rodia e Ivo Pulcini
"Tre dei cinque addebiti disciplinari accertati dall'annullata decisione sono definitivamente venuti meno e i due addebiti residui sono significativamente ridimensionati nella loro portata oggettiva e la responsabilità del presidente della società va graduata, in diminuzione, rispetto a quella dei medici, in presenza della riconosciuta delega di funzioni". Con queste motivazioni la Corte d'appello federale della Figc a sezioni unite, presieduta da Marco Lipari, spiega la rimodulazione della sanzione in 2 mesi di inibizione per il presidente della Lazio, Claudio Lotito, nell'ambito del caso tamponi, mentre i medici Fabio Rodia e Ivo Pulcini sono stati sanzionati con 5 mesi di inibizione. MANCATO ISOLAMENTO—  

      Nello specifico della sanzione inflitta al numero uno biancoceleste, il riferimento agli addebiti venuti meno è al fatto di "non aver tempestivamente comunicato alle ASL competenti la positività al Covid-19" di alcuni tesserati nelle date del 27 ottobre 2020, 30 ottobre e 3 novembre (prima, rispettivamente, di Bruges-Lazio, Torino-Lazio e Zenit-Lazio) e "per non aver attivato alcuna misura di prevenzione sanitaria con riferimento ai “contatti stretti” dei tesserati risultati positivi al Covid-19". Per la Corte, peraltro, non possono essere accolte le osservazioni della difesa del presidente Lotito, che avrebbe voluto una nuova valutazione anche degli ultimi due capi d'accusa: "L'inosservanza dell'obbligo di precauzione e la negligenza sono state ritenute sussistenti dal Collegio di Garanzia per il solo fatto di avere consentito ai calciatori, positivi anche ad un solo tampone, di accedere ai locali della società e di scendere in campo", concludono i giudici.

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