Autore Topic: E se ne va anche "O Rei" Pelè.  (Letto 1237 volte)

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Offline jegue98

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E se ne va anche "O Rei" Pelè.
« : Giovedì 29 Dicembre 2022, 20:09:45 »
Arrivata ora la notizia direttamente dal Brasile.
Era malato da tempo.
Se ne va il più grande di tutti.
Never change the way you are...

Offline Matita

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Re:E se ne va anche "O Rei" Pelè.
« Risposta #1 : Giovedì 29 Dicembre 2022, 20:22:00 »
Addio anche a O'Rey.

Torna a palleggiare con D10s
Si er papa te donasse tutta Roma
E te dicesse lassa anna’ chi t’ama
 je diresti:  Si sacra corona
Val piu’ l’opinione mia che tutta Roma

Vulgus veritatis pessimus interpres.
Lotito deve fa' come dico io (quito cit.)

Offline Er Matador

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Re:E se ne va anche "O Rei" Pelè.
« Risposta #2 : Giovedì 29 Dicembre 2022, 20:27:50 »
Ammetto di aver sperato nella vittoria mondiale del Brasile.
Un po' perché mi piaceva il gioco di Tite, cui è stata fatale una presunzione da Maracanaço.
Un po' per lui. Sapendo della situazione ormai compromessa sul piano della salute, gli auguravo di portarsi via come ultima immagine quella del suo Paese Esacampeão.
Sarebbe stato il commiato perfetto, ma in fondo la sua leggenda non ne aveva bisogno.
Che la terra gli sia lieve.

Offline MCM

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Re:E se ne va anche "O Rei" Pelè.
« Risposta #3 : Giovedì 29 Dicembre 2022, 21:38:34 »
Eterno

GEDDY

Re:E se ne va anche "O Rei" Pelè.
« Risposta #4 : Giovedì 29 Dicembre 2022, 21:43:19 »
Gilmar,De Sordi,Bellini,Nilton Santos,Djalma Santos,Bellini,Zito,Garrincha,Didi',Vava',Pele',Zagalo. I campioni del 1958.



Offline Arch

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Re:E se ne va anche "O Rei" Pelè.
« Risposta #5 : Giovedì 29 Dicembre 2022, 21:54:19 »
Dopo di lui tutti gli altri.

Offline superaquila

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Re:E se ne va anche "O Rei" Pelè.
« Risposta #6 : Giovedì 29 Dicembre 2022, 23:26:50 »
Sicuramente ed universalmente giudicato come il primo ed unico "'o rey do futbal", inoltre è stato il primo ad aver dato un senso estetico alla maglia numero dieci, certamente per chi lo ha conosciuto.
Ha dato e ricevuto moltissimo dal calcio con tutti i meriti sportivi ed etici allo stesso tempo.
"L'ignoranza è una patologia che colpisce molte persone. 
 I sintomi sono: la cattiveria, la presunzione, l'invidia e la cattiva educazione.
 (Antonio De Curtis, alias Totò)

Se la gente ti odia non è perchè hai fatto qualcosa di male, ma perchè non riesce a fare quello che fai te. (cit.)

Orazio Scala

Re:E se ne va anche "O Rei" Pelè.
« Risposta #7 : Giovedì 29 Dicembre 2022, 23:31:10 »
Il Re.

Il Calcio.

L'unico ad aver vinto tre Coppe del Mondo.

Non un simbolo nazionale, ma IL simbolo nazionale.

Il più forte di destro. Di sinistro. Di testa. Nel dribbling. Nell'assist, quello vero: cercate il gol di Jairzinho contro l'Inghilterra e quello di Carlos Alberto contro l'Italia per capire cosa sia "far segnare un compagno".

Ai Mondiali del 1966, per toglierlo di mezzo e spianare la strada a un'acchittatissima finale Inghilterra-Germania, fu inserito in un girone-trappola in cui fu pestato senza ritegno fino ad azzopparlo, contro Bulgaria e Portogallo, complici gli arbitri, guardacaso un tedesco e un inglese. Non ebbe mai a lamentarsene: né la stampa cavalcò lo sdegno per rafforzarne l'immagine leggendaria, come capitato poi in futuro in altre occasioni.

Chi fa classifiche o spende argomenti risibili del tipo "non ha mai giocato in Europa" evidentemente non sa che i magnifici campioni brasiliani, al tempo, giocavano tutti in Brasile: è nei rari casi in cui venivano in Europa, come per il giovane Altafini - a cui per inciso il diciassettenne Pelé tolse il posto in squadra in Svezia - spopolavano e vincevano, dall'alto della loro superiorità tecnica. E poi i confronti con chi "ha giocato in Europa" forse sarebbero opportuni coi "collezionisti di anfore" come Di Stefano, Crujiff, Puskas, Franz.

Ognuno può fare tutti i confronti che vuole: ma Pelé non sarà mai il numero due di nessuno, nemmeno se il Padreterno in persona scendesse giù in persona per giocare a pallone.

Pelé è stato tutto questo e tutto quello che ognuno pensa che sia stato: Pelé è l'assoluto, l'infinito.

Su Pelé, il buon Piero "BobLovati" non ammetteva discussioni e io gli dicevo che allora non era vero del tutto che non capisse una mazza di calcio. Nel mio immaginario esoterico voglio pensare che Piero se ne sia andato via polemicamente due giorni prima, perché un mondo senza O Rei gli sarebbe stato definitivamente insopportabile.

Qualche anno fa, quelli che Menotti definì "le quattro divinità calcistiche" erano tutti tra noi, quando pronunciò quella frase. Ora sono di nuovo tutti assieme, se non in un improbabile aldilà, di certo nella memoria collettiva.

Mostrate Pelé, Maradona, Crujiff, Di Stefano ai giovani. Spiegate chi siano stati e quanto abbiano segnato la storia del calcio. Solo così capiranno realmente la grandezza dei campionissimi di oggi.

Offline Frusta

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Re:E se ne va anche "O Rei" Pelè.
« Risposta #8 : Venerdì 30 Dicembre 2022, 07:18:46 »
Rispetto al tantissimo che si sa Pelé in realtà si sa poco, dato che non esistono filmati di molte delle meraviglie che regalò a chi ebbe la fortuna di vederlo dal vivo quando il calcio ancora non era il fenomeno globale che divenne negli anni successivi.
Questa è una di quelle perle ricostruita al computer sulla radiocronaca e sulla testimonianza concorde di cronisti, compagni ed avversari.



Ci ha lasciati Edson Arantes do Nascimento, ma Pelé non morirà mai.
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Panzabianca

Re:E se ne va anche "O Rei" Pelè.
« Risposta #9 : Lunedì 2 Gennaio 2023, 09:21:14 »
Dopo di lui tutti gli altri.

nascevo, anzi, avevo 6 mesi quando questo inarrivabile campione vinceva la sua terza coppa del mondo, peraltro, contro una delle più forti nazionali italiane della Storia. E il fatto che io sia qui a cercare di scrivere un commento (senza tuttavia riuscirvi) la dice lunghissima sulla sua Grazia ed Unicità calcistica e non.

Il Re.

Il Calcio.

L'unico ad aver vinto tre Coppe del Mondo.

Non un simbolo nazionale, ma IL simbolo nazionale.

Il più forte di destro. Di sinistro. Di testa. Nel dribbling. Nell'assist, quello vero: cercate il gol di Jairzinho contro l'Inghilterra e quello di Carlos Alberto contro l'Italia per capire cosa sia "far segnare un compagno".

Ai Mondiali del 1966, per toglierlo di mezzo e spianare la strada a un'acchittatissima finale Inghilterra-Germania, fu inserito in un girone-trappola in cui fu pestato senza ritegno fino ad azzopparlo, contro Bulgaria e Portogallo, complici gli arbitri, guardacaso un tedesco e un inglese. Non ebbe mai a lamentarsene: né la stampa cavalcò lo sdegno per rafforzarne l'immagine leggendaria, come capitato poi in futuro in altre occasioni.

Chi fa classifiche o spende argomenti risibili del tipo "non ha mai giocato in Europa" evidentemente non sa che i magnifici campioni brasiliani, al tempo, giocavano tutti in Brasile: è nei rari casi in cui venivano in Europa, come per il giovane Altafini - a cui per inciso il diciassettenne Pelé tolse il posto in squadra in Svezia - spopolavano e vincevano, dall'alto della loro superiorità tecnica. E poi i confronti con chi "ha giocato in Europa" forse sarebbero opportuni coi "collezionisti di anfore" come Di Stefano, Crujiff, Puskas, Franz.

Ognuno può fare tutti i confronti che vuole: ma Pelé non sarà mai il numero due di nessuno, nemmeno se il Padreterno in persona scendesse giù in persona per giocare a pallone.

Pelé è stato tutto questo e tutto quello che ognuno pensa che sia stato: Pelé è l'assoluto, l'infinito.

Su Pelé, il buon Piero "BobLovati" non ammetteva discussioni e io gli dicevo che allora non era vero del tutto che non capisse una mazza di calcio. Nel mio immaginario esoterico voglio pensare che Piero se ne sia andato via polemicamente due giorni prima, perché un mondo senza O Rei gli sarebbe stato definitivamente insopportabile.

Qualche anno fa, quelli che Menotti definì "le quattro divinità calcistiche" erano tutti tra noi, quando pronunciò quella frase. Ora sono di nuovo tutti assieme, se non in un improbabile aldilà, di certo nella memoria collettiva.

Mostrate Pelé, Maradona, Crujiff, Di Stefano ai giovani. Spiegate chi siano stati e quanto abbiano segnato la storia del calcio. Solo così capiranno realmente la grandezza dei campionissimi di oggi.

Ecco. Un commento come si deve.

 

Offline Fabio70rm

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Re:E se ne va anche "O Rei" Pelè.
« Risposta #10 : Lunedì 2 Gennaio 2023, 12:08:03 »
Semplicemente IL CALCIO!
Polisportiva SS LAZIO, l'unica squadra a Roma che vince invece di chiacchierare!!