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L'attaccante senegalese, che nell'estate prossima i biancocelesti dovranno obbligatoriamente riscattare, vuole convincere Sarri a puntare su di lui: i dettagliROMA - Taty ha numeri d’alta scuola, Dia è più tipo da gol. Sarri l’aveva spiegato a giugno nel clinic di Castiglione della Pescaia raffrontando Castellanos e il senegalese. Il secondo lo vedeva più concreto. Due mesi e passa dopo è chiamato a scegliere su chi puntare a Como.
Dia, duello con Castellanos per la maglia di centravanti
Castellanos l’ha rivisto un anno dopo le dimissioni, più pronto rispetto agli inizi, non più immobilizzato da Ciro, ma si continuano a contare i gol perduti rispetto a quelli trovati e l’atteggiamento rissaiolo gli gioca contro. Dia sta provando a piazzare il sorpasso, sapendo che non è facile. Sarri potrebbe concedere all’argentino un paio di chance prima di invertire la gerarchia davanti. Dia sta lì, pronto ad approfittarne. L’anno con Baroni gli è servito per specializzarsi da trequartista e quel gioco di raccordo e smistamento ha colpito Mau. Può essere una chiave da utilizzare anche da centravanti. A Rieti, nel secondo tempo, Dia molti palloni è riuscito a distribuirli favorendo i raid delle ali. Appena entrato ha legato il gioco su invito di Rovella, favorendo una discesa di Zaccagni, da lui un cross per Cancellieri. Dopo il gol di Noslin un’altra azione in appoggio: sempre Rovella per Dia, palla a Pedro, tiro parato. Al 90’ l’azione-flipper che ha coinvolto sempre Rovella e Dia, suo l’assist per Pedrito.
Lazio obbligata a riscattare il senegalese nel 2026Tra l’arrivo di un anno fa, avvenuto a metà agosto, e la ripartenza di quest’anno c’è una bella differenza. Dia l’anno scorso era reduce dallo stop imposto dalla Salernitana, fu annunciato il 16 agosto e Baroni gli concesse due partite per carburare: panchina col Venezia, 30 minuti da subentrato con l’Udinese, poi l’exploit con il Milan giocando in coppia con Taty. Quest’anno ha svolto tutta la preparazione con Sarri, non ha bisogno di rodaggio. Sarà l’anno del riscatto perché il prestito biennale concesso dalla Salernitana si concluderà a giugno 2026. La Lazio lo pagherà 11,3 milioni: «Obbligo di riscatto al verificarsi di alcune particolari condizioni sportive», fu scritto nel comunicato. È un riscatto blindato. I numeri. Dia ha firmato fino al 2027, con orgoglio: «Sapevo che alla Lazio avrei scoperto qualcosa di nuovo, sono in un grande club, non devo lottare più per la retrocessione. Sono fortunato ad essere in una grande squadra con una grande alchimia. Sento l’amore dei tifosi. Faccio il mio lavoro per fare felice la gente», alcune delle parole pronunciate negli ultimi mesi. Ha chiuso a quota 12 gol, 9 in campionato e 3 in Europa, la prima stagione laziale. Era partito segnando 3 volte nelle sue prime 5 partite, poi ha colpito ad intermittenza. Nel finale, tra il gol al Bodø e le reti contro Genoa ed Empoli, l’ultima fiammata.
A Como il primo ballottaggio tra Dia e CastellanosSarri spera che lui e Taty si sblocchino, che i gol mancati nel precampionato arrivino tutti in una volta da Como in poi. Dovrà alternarli, non c’è altra opzione nel 4-3-3. Baroni aveva inventato la Lazio del doppio centravanti. Con Sarri o l’uno o l’altro a meno che non si giochi col 4-3-1-2, ipotesi vagliata tra fine luglio e l’inizio di agosto, per adesso accantonata. Da ieri è scattato il countdown per Como, nel pomeriggio s’è svolto il primo allenamento dopo la conclusione del precampionato. Oggi doppia seduta, da domani le prove. Castellanos può ritenersi in vantaggio, tutti gli allenatori tendono a preservare certe gerarchie. Ma Dia non è tagliato fuori e come minimo si tiene pronto per la staffetta. Una staffetta diversa, a rubarsi il posto.