Pubblico qui di seguito un articolo interessante trovato su Facebook di Stefano Versace, che si descrive come "padre, marito, imprenditore italiano in America, golfer, sampdoriano e libero!" e che puo' dare un'altra versione della realta' apocalittica che stiamo vivendo intorno alla SS Lazio. Che ne pensate?
Esistono nel calcio italiano realtà i cui bilanci risultano sostenibili sia quando chiudono in positivo sia quando chiudono in negativo.
Società che dimostrano come la vera solidità non sia l’assenza di anni difficili, ma la capacità di attraversarli senza perdere il controllo. Come quella della S.S. Lazio.
Partiamo dal bilancio 2024. Quello è stato, senza forzature, un bilancio virtuoso. Al 30 giugno 2024 la Lazio chiude con ricavi complessivi vicini ai 200 milioni, un utile netto superiore ai 38 milioni; patrimonio netto positivo, indebitamento finanziario sotto controllo.
Quel risultato nasce da una combinazione favorevole. Champions League, plusvalenze importanti e una struttura dei costi coerente con i ricavi. Il vento soffiava forte e la barca aveva vele larghe e cuciture solide. Non correva perché fortunata, ma perché era pronta a sfruttare quel vento.
Poi arriva il 2025 e il mare cambia. Al 30 giugno 2025 il valore della produzione scende a circa 143 milioni. Il risultato netto diventa una perdita di circa 17 milioni.
Il patrimonio netto scende sotto zero, arrivando a circa meno 16 17 milioni. L’indebitamento finanziario netto sale a circa 66 milioni.
È il momento in cui il cielo si chiude, le onde si alzano e capisci se la barca è stata progettata per navigare o solo per farsi fotografare in porto.
Il dato che spiega tutto è la composizione dei ricavi.
Nel 2025 la struttura è chiarissima, diritti TV circa 94 milioni, ricavi da stadio poco sopra i 20 milioni, ricavi commerciali e sponsor intorno ai 25 milioni, altre voci e proventi minori per la parte restante. Tradotto in modo semplice. I diritti TV sono il motore principale, il carburante senza il quale l’auto non parte nemmeno. Lo stadio è una ruota importante, ma non basta a muovere il veicolo. Il commerciale è un motore ausiliario che cresce, ma non regge ancora il peso da solo. Tutto il resto sono accessori.
Questo vale per la Lazio e vale per gran parte del calcio italiano.
Ed è qui che entra la notizia che cambia il perimetro del ragionamento.
Il fatto che il Nasdaq abbia riservato alla Lazio il ticker LZO non è un esercizio di stile né un’operazione di immagine. È un segnale preciso. Se il progetto arriverà a compimento, la Lazio sarebbe la prima squadra di calcio al mondo ad essere quotata direttamente al Nasdaq. Non in Europa. Non in Italia. Al mondo.
Questo dettaglio è tutt’altro che secondario. Significa spostare il calcio dal recinto autoreferenziale dei campionati nazionali a un terreno dove contano governance, trasparenza, sostenibilità e credibilità finanziaria. I mercati non comprano promesse sportive. Comprano modelli che stanno in piedi anche quando la palla non entra.
Accedere ai mercati finanziari non è un vezzo. È una necessità. Perché i mercati non regalano nulla, ma impongono disciplina. Pianificazione. Controllo dei costi. E soprattutto un modello economico che regga anche senza la Champions. LZO non è solo un ticker. È una dichiarazione di intenti.
Ed è qui che si capisce perché l’assenza della Champions nel 2025 ha avuto un impatto così forte. Meno Europa significa meno TV. Meno TV significa togliere ossigeno al cuore del sistema. Non è una crepa nel muro. È un colpo alle fondamenta.
[continua..]