Autore Topic: La deriva del Regolamento  (Letto 72 volte)

Marius, Aquila Maremmana e 4 Visitatori stanno visualizzando questo topic.

Offline Boksic

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La deriva del Regolamento
« : Oggi alle 00:02:56 »
La definizione più felice di Football, a mio modo di vedere, è quella di "famiglia di giochi". Come è noto, a inizio Ottocento esistevano molte versioni locali del Football; altre ne furono codificate nei College, magari anche in forza di peculiarità ambientali o persino architettoniche (non ricordo in quale scuola era vietato alzare la palla da terra... per salvaguardare le grandi finestre che circondavano il terreno di gioco).

È leggenda la nascita del Rugby e della sua caratteristica tipica, quella di poter correre col pallone in mano, prendendo così una strada tutta sua nella storia dei giochi di Football. Le altre versioni, anche dopo la famosa riunione del 1863, comunque hanno caratteristiche che oggi definiremmo rugbistiche: la possibilità di prendere il pallone con le mani per metterlo a terra e giocarlo coi piedi (mark); il fuorigioco stabilito dalla linea del pallone; l'assenza del calcio di rigore.

La strada dell'Association Football, quello che oggi noi italiani chiamiamo Calcio, evolve ben presto verso l'abbandono totale dell'uso delle mani; il fuorigioco non è più stabilito dalla linea del pallone ma da quella dei difensori; le ridotte dimensioni della "meta" provocano risse furibonde che consigliano l'introduzione di una sanzione grave, il rigore appunto, per i falli commessi nei suoi pressi.

Queste tre "varianti", a ben pensarci, costituiscono tre imperfezioni, rispetto a regole "perfette": vero è che non si può giocare il pallone con le mani, ma queste continuano a esistere e può capitare che tocchino il pallone; un difensore può "spostare" deliberatamente la linea del fuorigioco, a differenza del pallone che è inanimato; il rigore a volte costituisce una sanzione sproporzionata e, soprattutto, chi attacca va in "cerca" del fallo che può portare alla segnatura di una rete.

Fino all'avvento della diretta televisiva e quindi alla vivisezione di ogni fotogramma di una partita, anche grazie al progresso tecnologico, le tre "anomalie" erano sostanzialmente gestite in campo senza troppi problemi: il fallo di mano era sanzionato solo se palesemente volontario e comunque avesse arrecato un qualche danno alla squadra attaccante; i "rigoretti" non esistevano e spesso dovevano essere "meritati": potrei citare decine di falli mostruosi da rigore in partite celebri e importanti, che non lasciavano tracce nemmeno nelle cronache, al più un paio di moccoli di chi subiva il fallo e tanti saluti; quanto al fuorigioco, gli scempi che commettevano i guardalinee anche in tornei come i Mondiali oggi costerebbero cazziatoni tonanti a un arbitro principiante alla quarta-quinta partita diretta e non sto esagerando. [segue]
Chi ama la Lazio va a vedere la Lazio.

Offline Boksic

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Re:La deriva del Regolamento
« Risposta #1 : Oggi alle 00:22:13 »
Come detto, quindi, le tre "anomalie", rigore fuorigioco e fallo di mano venivano gestite sul campo e le polemiche arbitrali, che pure non mancavano, riguardavano in genere il complesso della direzione di gara: che, in assenza delle televisioni, rispondeva più alle pressioni ambientali e quindi tendeva sempre al "casalingo": e quando il rigore, vero o presunto, veniva negato alla squadra di casa, nascevano le polemiche (e i casini) maggiori.

Alle televisioni va dato atto, in positivo, di aver evidenziato gli errori (oggettivi) sul fuorigioco, costringendo la classe arbitrale a un lavoro specifico in merito, con risultati sempre migliori: oggi il gol annullato a Gerd Müller, che sbuca lentamente e palesemente dietro la linea dei difensori olandesi partendo due metri dietro su un cross, nella famosa finale Mondiali del '74, non verrebbe annullata manco da un principiante, come detto: e secondo gli studi della FIFA, i guardalinee sbagliano circa UN fuorigioco ogni VENTICINQUE. L'avvento della VAR poi ha chiuso la questione definitivamente, trattandosi come detto di una valutazione OGGETTIVA: o sei di qua o sei di là, fatti salvi gli inevitabili margini di incertezza ma si parla di pochi centimetri.

Per quanto riguarda il fallo di mano invece, le TV hanno fatto danni enormi, andando sempre a pescare ed evidenziare tutti quei tocchi che, prima, l'arbitro valutava realmente "a discrezione", pur facendo riferimento al concetto di "volontarietà": portato questo all'estremo da Collina in un Lazio-Juventus (sempre noi a fare casistica) e il suo celebre "è la palla che va verso la mano": quindi anche se in area mi posiziono come l'Uomo Vitruviano ma sto fermo non è fallo: peccato che questa lettura è stata via via smantellata nel tempo, con precisazioni regolamentari sempre più dettagliate che, proprio per questo, hanno un difetto di fondo: frantumano sempre più la casistica lasciando inevitabilmente fuori tante possibili variazioni sul tema.
 
Ecco quindi come una mostruosità quale il gol che in nessun caso si può segnare di mano, introducendo il concetto dell'involontarietà punibile, un assurdo rispetto allo spirito del gioco, genera altre mostruosità e "buchi" nel Regolamento: come ammesso dallo stesso Marelli e come evidente nella discussione tra i due varisti resa nota: è punibile un "mani" involontario se porta alla segnatura di una rete nell'"immediatezza", non è punibile se l'azione continua: una follia che prevede l'intervento dell'arbitro o meno previo sviluppo dell'azione, NON ESISTE NULLA DEL GENERE nel Regolamento, nemmeno per il "vantaggio" che infatti come Regola NON ESISTE. [segue]
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Offline Boksic

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Re:La deriva del Regolamento
« Risposta #2 : Oggi alle 00:38:50 »
Se poi si "incrociano" le derive regolamentari, le assurdità e le disparità emergono ancora più palesemente.

Prendiamo ad esempio il gol di Rovella, annullato a Parma lo scorso anno: dopo il (presunto) fallo del nostro, a settanta metri dalla porta avversaria, l'azione si sviluppa lungamente, fino alla conclusione del nostro, senza che l'arbitro centrale (che quindi ha "valutato" l'azione) ravvisi irregolarità.

Ma la VAR può andare a caccia di qualcosa avvenuto una decina di secondi prima del gol, purché l'azione sia la stessa (e nemmeno un tocco di un parmense, anche senza recuperare il possesso del pallone, bastò per considerarla finita): mentre può ritenere bastanti i nove secondi trascorsi tra il tocco di mano di Davis e il suo gol perché sia cessata "l'immediatezza". Certo, sono due concetti diversi per due situazioni diverse: ma fanno comunque a cazzotti, perché in un caso si può tornare indietro nel tempo all'infinito in un caso, mentre proprio il trascorrere del tempo sana l'irregolarità nell'altro. Qualcuno forse ricorda il gol dal limite di Luis Alberto in un derby vinto 3-0, dopo un'infinità di passaggi in cui toccarono palla TUTTI gli undici laziali in campo: l'azione durò più di un minuto e, in linea teorica, un varista avrebbe dovuto esaminarla tutta quanta fin dall'inizio per verificare eventuali irregolarità.

A norma di Regolamento se mi annullassero un gol come quello di Davis mi sentirei derubato, ma è il Regolamento ad essere assurdo e sbagliato, in casi come questo: perché appunto introduce concetti che col calcio e con lo sviluppo del gioco non hanno nulla a che vedere. Un fallo si fischia quando accade, non tre minuti dopo. L'errore è tutto qui.
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Offline Ataru

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Re:La deriva del Regolamento
« Risposta #3 : Oggi alle 08:32:59 »
C'è da considerare anche le derive che ormai hanno preso gli arbitri dopo l'introduzione del VAR: restando  sui falli di mano, ad esempio, c'è la tendenza a fischiare ogni contatto con la mano fuori dall'area, dove ovvero il VAR non ha giurisdizione, e a lasciar finire l'azione in area, tanto al limite se la vede il VAR. Ovviamente anche questo è un comportamento estremamente variabile e condizionabile. Più di una volta ricordo falli di mano palesemente involontari, con braccio aderente il corpo, fischiati senza esitazione, un esempio recentissimo è lautaro domenica contro la dea, appena fuori area, il pallone gli carambola sul braccio non meno attaccato al corpo di quanto fosse quello di davis, l'arbitro fischia il fallo di mano prima che l'attaccante interista riesca ad entrare in area: probabilmente, forse successo in area l'arbitro avrebbe lasciato proseguire e in caso di gol sarebbe stato richiamato per una OFR. D'altro canto, c'è sempre anche l'arbitro scarso che non vede il fallo di mano volontario di di Marco e costringe il VAR a rivedere tutta la fase di possesso palla in attacco per annullare un gol all'Inter contro di noi.
Il problema è che in Italia gli arbitri interpretano le regole in funzioni di convenienza, in Inghilterra, ad esempio, in funzione del gioco. Purtroppo paghiamo una cultura sportiva a dir poco lacunosa
osa c'è da psicolo propriono capisco.
qui sono un esempio di civilità e non solo per molti

Offline Goemon

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Re:La deriva del Regolamento
« Risposta #4 : Oggi alle 10:40:16 »
Casi simili applicazioni diverse:

Paleari su giocatore del Cagliari secondo rocchi è rigore, ma lo stesso rocchi per fallo uguale per dinamica disse che non era rigore di Maignan su Castellanos (marzo 2024)

Nico Paz sbraccia sul giocatore del Lecce, per Rocchi giusto convalidare, ma aveva giudicato il fallo di Rovella a Parma tale da annullare il gol.

Nkunku trattenuto per la maglia giusto assegnare il rigore secondo Rocchi ma non era sanzionabile il fallo su Noslin del cremonese.



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Di LAZIO ci si ammala inguaribilmente!

Online Geddy

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Re:La deriva del Regolamento
« Risposta #5 : Oggi alle 11:07:40 »
Io dico che quel goal e' irregolare. Non e' mai stato cosi' facile provocare un fallo da rigore. I difensori in area sono troppo condizionato. Qualsiasi
contatto puo' diventare punibile. L'involontarieta'
non puo' bastare.

Online Geddy

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Re:La deriva del Regolamento
« Risposta #6 : Oggi alle 11:10:38 »
Sembra anche strano che nessuno lo veda in campo tra arbitro e segnalinee.