Eppur si muove

[Boksic]

Personalmente, e non sono l'unico, considero il post derby (quarta giornata) un momento di svolta nel nostro campionato, sotto molti aspetti.

Dopo quella gara, il tecnico prese atto dell'apporto evanescente (eufemismo) fino a quel momento di un paio di elementi, Nuno Tavares e Dele-Bashiru; ripescò il dimenticato Basic e derogò, per impotenza numerica, ad alcune rigidità tattiche. Ma, oltre gli aggiustamenti sul campo, qualcosa deve essere scattato anche a livello mentale: non che la squadra nei primi turni lesinasse impegno, ma dopo il derby secondo me ha messo quel pizzico di convinzione in più che spesso è decisivo.

Visto che molti si fermano solo alla superficie e non riescono a venire fuori dalla logica degli slogan e dei luoghi comuni, riporto quello che ho scritto a caldo dopo Genoa-Lazio:

"La Lazio insomma sembra avere le spalle solide, mentre non si è capito bene ancora come arrivare alla porta avversaria. Questo dipende da un assortimento dalla cintura in su ancora da decifrare quanto a valori individuali e caratteristiche. Spero che l'allenatore ne venga a capo, vestendosi più alla Capello e meno alla Gesù  Cristo. Un po' come ha fatto ieri, in fondo. La squadra sembra ancora credergli ed è questo che conta più di tutto. Buon lavoro."

Si esaltano i clean sheet estrapolandoli dal contesto perché anche questo fa parte della "logica" maledetta degli slogan: parimenti si dovrebbe evidenziare la sterilità offensiva fuori casa, dove il gol di Noslin va a fare compagnia alla tripletta di Genova, le altre sei gare lontano da casa finite con un misero zero all'attivo. Ma le nozze coi fichi secchi non si fanno: a dispetto di tante contumelie sulla "squadra di pippe", la Lazio dispone di una delle migliori difese del torneo, anche come profondità numerica visto che Patric e Provstgaard sono degnissimi sostituti: di contro, il parco attaccanti, come era chiaro fin da subito e nonostante i tre gol di Genova, manca di almeno un elemento di ottimo spessore, nonché di caratteristiche riassumibili con una parola: centravanti.

Va detto anche che, oltre il miracolato (in questo caso il termine ci sta tutto) Basic, il centrocampo beneficia di un Guendouzi più ordinato del solito, per quanto ancora con una certa tendenza alla caciara: in questo caso la mano del tecnico è visibile senz'altro.

In ogni caso, pensare che un allenatore trasformi in fenomeni "un branco di pippe" è un falso ridicolo: di contro, bisogna ammettere che l'apporto del tecnico, finora, va oltre ogni aspettativa: non esistono modi di stare in campo "migliori" degli altri, esiste invece la convinzione in quello che si fa e in questo ai nostri non si possono certo muovere critiche.

Infine, come detto, le estrapolazioni di comodo lasciano il tempo che trovano: nel calcio si contano gol e punti e a questo proposito, se proprio si deve elogiare il lavoro che si sta compiendo, allego la classifica parziale a partire dal quinto turno in poi, quello appunto di una visibile svolta: comanda l'Inter che ha messo insieme 27 punti, poi il Milan 23 e subito dopo la Lazio con 19, assieme a Napoli e Bologna. Potrebbe superarci una tra as (18) e Como (17), ma siamo lì.

[segue]

[Boksic]

[segue]



È un parziale e lascia il tempo che trova, ma a mio avviso può essere indicativo: di un lavoro che sta procedendo in un certo modo e di una qualità che la vox populi, certamente esasperata da tante situazioni negative, ha enormemente sottovalutato.

Tempo fa avevo anche postato uno specchietto su conclusioni in porta fatte e subite: questi valori sono in netto miglioramento negli ultimi turni, anche se manca qualche gol all'attivo purtroppo.

Fino a questo momento ho visto solo due squadre chiaramente più forti di noi: Inter e Napoli. Sono convinto che un centravanti di qualità non sarei stupito di un terzo posto a fine anno. Purtroppo c'è anche da fare i conti col mercato invernale, sperando di non perdere pezzi importanti. Realisticamente mi aspetto un settimo posto, come da pronostici, non protesterei con squadra e allenatore per un ottavo, applaudirei dal quinto in su.

[chemist]

Sono d'accordo su tutto. I giocatori non sono pippe evidentemente, lo stesso noslin da segni di vita. L'allenatore ha lavorato bene sulla fase di non possesso, veramente sembrano i meccanismi di un orologio a volte con il pressing che fa su e giù come un elastico. Dal derby vedo, in fase di possesso tentativi di verticalizzazioni, lancioni ad attraversare il campo e, in generale, un ritmo più alto che aiuta a dominare il centrocampo. Cosa che due anni fa non esisteva. Sarà certamente Sarri che  si sta finalmente facendo capire e i giocatori che lo seguono. Ma è ovvio che se hai tutte pippe stupide non vai lontano. Quello che ci manca veramente è un attaccante vero. Se noslin entra in palla, chissà?

[Jim Bowie]

Sono d'accordo su tutto. I giocatori non sono pippe evidentemente, lo stesso noslin da segni di vita. L'allenatore ha lavorato bene sulla fase di non possesso, veramente sembrano i meccanismi di un orologio a volte con il pressing che fa su e giù come un elastico. Dal derby vedo, in fase di possesso tentativi di verticalizzazioni, lancioni ad attraversare il campo e, in generale, un ritmo più alto che aiuta a dominare il centrocampo. Cosa che due anni fa non esisteva. Sarà certamente Sarri che  si sta finalmente facendo capire e i giocatori che lo seguono. Ma è ovvio che se hai tutte pippe stupide non vai lontano. Quello che ci manca veramente è un attaccante vero. Se noslin entra in palla, chissà?

Daccordo in pieno con l'intervento di Boksic, che avevo gia apprerzzato su FB.
Non sono pienamente daccordo  con il tuo di intervento, quandi rapporti il modo di verticalizzare il gioco con quello del primo Sarri.
Ti dico come la vedo io
Quando in squadra avevamo Sergio sulla destra e non Guendo, ricorderai che i "lancioni" erano il triangolo Lazzari-Sergio-FA e molte volte Lazzari si e' trovato praterie in avanti, per il riscucchio che facevano Sergio e FA.
A sinistra non potevi andare con i lancioni da dietro, perche' quella era zona di LA, che ha sempre amato ricevere palla sulla meta campo e far partire il gioco da li.
Quindi non e' che sia cambiata la mentalita nel portare palla e' che ora abbiamo interpreti con diverse caratteristiche, prima Zac era un terminale offensivo, ora e' costruttore di gioco, forse l'unico, quindi ecco che il lancio di Provedel, oppure di Patric quando gioca, sono alternative al palleggio.
L'unica, forse, cosa che distingue Sarri da altri e' il suo modo di difendere con riferimento alla palla e non all'uomo, modo di difendere che permette all'organizzazione di sopperire ad una forse due insufficienze, come e' successo a Parma.
Quello di Sarri integralista e' un'etichetta che va eliminata, Sarri come tutti gli allenatori, sfrutta il materiale che ha.

[borgorosso]

Visto che il topic è serio, ti rispondo seriamente.
C’è un vizio logico: se la Lazio va male Sarri é un integralista. Se la Lazio va bene é (in soldoni) “perché Sarri ha fatto come dico io”.

In realtà Sarri ha adattato il proprio gioco ovunque é andato. Lo ha fatto alla Juve, ed è il caso più eclatante, lo ha fatto al Chelsea, a Napoli ha esaltato Higuain e ha inventato Mertens. Il passaggio dall’argentino al belga ha implicato un cambiamento radicale di schemi nella fase di possesso, per ovvie caratteristiche fisiche e tecniche notevolmente differenti.
Lo ha fatto anche qui da noi: nonostante il suo credo sia fermamente difensivista, abbiamo giocato a centrocampo con Savic e Luis Alberto. Se dare a questi due giocatori dei compiti tattici significa essere integralisti allora potremmo anche smettere di pagare un allenatore.

Sull’attuale “flessibilità” hai detto tutto te.

In definitiva a me pare che tu non stia denunciando la logica degli slogan: stai solo urlando che i tuoi slogan sono più belli degli altri.
Ma il sostrato fattuale manca in entrambi i casi.

Paradossalmente mi pari una vittima al contrario della narrazione.
Più le radio giocano la carta Sarri contro la società più avverti il bisogno di attaccarlo.
Ma stai lasciando che la narrazione ti domini, anche se con effetti contrari.

Sarri é un ottimo allenatore. Per certi versi il migliore che abbiamo avuto negli ultimi decenni. Per me inferiore al primo Mancini e all’ultimo Dino Zoff, ma superiore a Eriksson e Inzaghi.
Ma non è Dio. E questa beatificazione rompe il cazzo anche a me. Perché è un povero cristo che sbaglia, dice minchiate, si scaccola e litiga con la moglie.

[Geddy]

Sarri in questo momento merita gli elogi xhe soettano ai bravi insegnanti. La Lazio occupa il campo e impone il suo gioco a lungo. Se si va in difficolta' si rimedia. Siamo partito male, ora giochiamo vene e facciamo risultati. Viva la Lazio!

[Il frigorifero]

Non condivido molto la premessa , secondo la quale Sarri ha cambiato dopo il derby. Questo per alcune ragioni.

1) Dele Bashiru — Si infortunò, e non poté giocare le partite successive. Non fu sostituito da Sarri.

2) Nuno Tavares — Stavolta concordo con Boksic. Sarri lo ha cambiato da dopo il derby.

3) La prestazione — Non ho visto stravolgimenti enormi post derby. Perché la Lazio giocò bene, e creò almeno 4 occasioni da gol. I suini segnarono su una palla regalata da noi in area di rigore, poi sparirono del tutto. Un derby che, se lo rigiochi 10 volte, ne vinci 9 e ne pareggi 1...


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Parte seconda : Sarri


Un allenatore può organizzare una buona fase difensiva anche con giocatori normali , e questo è il suo compito primario. Lui lo ha svolto egregiamente.

È vero che davanti facciamo pochi gol.

Però , secondo me, sulla questione offensiva incidono maggiormente i limiti tecnici del centrocampo. Oltre alla mancanza di una prima punta di alto livello.

Qua Sarri può fare poco, o meglio : potrebbe segnare di più mandando tutti avanti,  ma prendendo anche carrettate di gol. Un po’ come fu per Baroni.

Però , alla lunga, io credo convenga avere una difesa solida.

Ci servirebbe un bomber a gennaio , oltre a un centrocampista offensivo di grande qualità che giochi la palla in verticale.

[Brutas]

Non mi piace Sarri, spero che riesca a fare i 65 punti fatti da Baroni con gli stessi giocatori.

[Panzabianca]

Sarri e la squadra, semplicemente, formano un gruppo che finalmente lavora bene. E quando và così Sarri diventa er Mahatma e i giocatori - alcuni, non tutti - si emancipano dal loro destino di figure di secondo piano, e nella galassia calcistica, e nella Storia della Lazio.
Io la vedo così, senza voli pindarici.
G I R A R E   LA  R U O T A!

[Jim Bowie]

Non mi piace Sarri, spero che riesca a fare i 65 punti fatti da Baroni con gli stessi giocatori.

Ti è completamente sfuggito il significato di questo topic aperto da Boksic.
Questo non è un referendum su Sarri, quindi sapere che a te non piaccia non ci facciamo niente nella discussione, anche perché il paragone dei 65 punti è molto aleatorio e molto poco significativo.
Detto questo, spero che almeno questa volta non si mandi in vacca il topic con commenti poco attinenti all’oggetto.

[Boksic]

Ti è completamente sfuggito il significato di questo topic aperto da Boksic.

Quello che volevo dire e che ho sempre sostenuto, da quando esiste il web, è che il mezzo dovrebbe consentire di andare un po' più in profondità della logica da tifoso. Una volta allo stadio, mi è rimasto impresso, un tizio urlò con gli occhi di fuori e la bava alla bocca "Assassino!" a Fuser, reo nientemeno di un passaggio sbagliato durante un promettente contropiede. Un altro, in un'altra occasione, passò novanta minuti a insultare Favalli per gli errori che a suo dire commetteva: piccolo dettaglio, quel giorno Favalli era squalificato e non era in campo...
Ma avevano ragione loro, in quel contesto.

Quando si scrive, invece, il mezzo e la mancanza di immediatezza dovrebbero fare da filtro, ma non è andata così. La narrazione da web è ormai totalmente percolata da quella da stadio e radiofonica, principale battaglia storica irrimediabilmente perduta. Ho sempre pensato che la cura della forma si sarebbe riflessa anche in una cura della sostanza e su questo penso di avere ragione: per quanto alla forma alle volte si può derogare se dietro si intravede la sostanza. Prendi uno come borgorosso: il campione della scorrettezza verbale ma 1) il suo amore sviscerato e sincero per la Lazio traspare da ogni parola; 2) accetta il confronto sul suo piano dialettico, menando botte ma incassando senza fiatare quelle che gli ritornano.

[segue]

[Zak McKracken]

Non mi piace Sarri, spero che riesca a fare i 65 punti fatti da Baroni con gli stessi giocatori.

I 65 punti fatti da Baroni sono stati FALLIMENTARI dato che ci hanno lasciati fuori dall’Europa dopo quasi un decennio
Se Sarri li replicasse, con analogo epilogo, sarebbe ancora più fallimentare perché Sarri, visto quanto avvenuto lo scorso anno, non gioca le coppe.

[Boksic]

[segue]

Purtroppo invece nella grande maggioranza dei casi l'interlocuzione sulla Lazio si trasforma in un'affermazione di sé, in base a meccanismi antichi quanto l'umanità. La gran parte degli individui sono mediamente insoddisfatti del proprio ruolo nel mondo e convinti che qualcuno o qualcosa abbiano loro impedito di primeggiare come meriterebbero: qualcuno o qualcosa definibili come Male: il che, trasferito sul piano della passione calcistica, non può che identificarsi con chi impedisce alla propria squadra del cuore di vincere scudetto e Chanpions tutti gli anni.

Ma nella rappresentazione di Bene e Male va evitato il confronto oggettivo, che potrebbe rivelarsi devastante per il nostro ego: vincesse Lotito uno scudetto, ci toccherebbe ammettere di non aver capito un causio: inammissibile, per Io ipertrofici ma in realtà gravati da robusti complessi di inferiorità. Ecco quindi che nella narrazione subentra l'elemento divino: un Cristo che all'occorrenza resuscita i morti ma se lo crocifiggono è colpa degli ebrei brutti e cattivi. E tutto magicamente va a posto.

Io questa narrazione la respingo e guardo al campo e conto gol e punti. Il resto lo classifico sotto la voce "egoismo" che, continuo a pensare, viene ben prima della Lazio nell'animo di troppi.

[Panzabianca]

Robè, ridurre il dissenso a una patologia dell’ego – “l'ipertrofia”, “i complessi di inferiorità” – è non già un'analisi ma una scorciatoia retorica e, se permetti, pure un po' autoreferenziale, che evita il confronto schietto, reale (alla Borgorosso) con le obiezioni sostanziali da muovere vibratamente e con tutta la passione di cui disponiamo a sto pezzente rifatto. E le muovono i tifosi, a muoverle devono essere i tifosi, non gli analisti.

[Brutas]

I 65 punti fatti da Baroni sono stati FALLIMENTARI dato che ci hanno lasciati fuori dall’Europa dopo quasi un decennio
Se Sarri li replicasse, con analogo epilogo, sarebbe ancora più fallimentare perché Sarri, visto quanto avvenuto lo scorso anno, non gioca le coppe.

Non mi piace, speriamo ci porti in Europa e allora sarò contenta del suo lavoro.

Sono tifosa della Lazio, ne di Lotito ne di Sarri.

[cartesio]

Robè, ridurre il dissenso a una patologia dell’ego

Non hai capito un causio.

Ergo, rileggi e applicati, magari riesci a venirne a capo.

[Panzabianca]

Non hai capito un causio.

Ergo, rileggi e applicati, magari riesci a venirne a capo.

Quel tipo di argomentazione non è un’analisi della realtà, ma una scorciatoia psicologica. Ridurre il dissenso o la discussione sulla Lazio a una presunta frustrazione esistenziale degli interlocutori è un espediente retorico vecchio come il cucco. Delegittima l’altro senza affrontare ciò che dice. È la classica mossa di chi, invece di argomentare, psicologizza.

Attribuire alla “maggioranza degli individui” un’insoddisfazione cronica e un vittimismo latente significa proiettare sugli altri un giudizio indimostrato, trasformando un confronto di idee in un processo alle intenzioni. Non è realismo antropologico, è semplificazione arrogante. La storia, la società e perfino il tifo dimostrano che il conflitto di opinioni nasce molto più spesso da differenze di esperienza, di contesto e di interessi reali, non da un fallimento personale da compensare.

In più, questo discorso rivela una contraddizione interna: mentre accusa gli altri di affermare sé stessi, compie esattamente la stessa operazione, ponendosi su un piano di superiorità morale e intellettuale. È un monologo travestito da diagnosi sociale. Chi lo usa non cerca di capire, ma di chiudere la conversazione dichiarandola patologica.

In sintesi: non spiega nulla, non chiarisce nulla, non eleva il dibattito. Serve solo a sentirsi dalla parte giusta senza correre il rischio – ben più faticoso – di confrontarsi davvero.

Poi se ho capito male l'interpretazione dello sproloquio di cui sopra, pazienza.
Cartesio, non c'è assolutamente niente del quale venire a capo, solo l'apologia del sé.

Aggiungo che Lotito non vincerà mai uno scudetto e che, allorché si parli di narrazione, ce n'è più di una, bisogna solo scegliere.

Poi ci sono quelli come me che guardano le partite e si fanno un'idea di ciò che vedono. MI basta, tutto qui

[Brutas]

Ti è completamente sfuggito il significato di questo topic aperto da Boksic.
Questo non è un referendum su Sarri, quindi sapere che a te non piaccia non ci facciamo niente nella discussione, anche perché il paragone dei 65 punti è molto aleatorio e molto poco significativo.
Detto questo, spero che almeno questa volta non si mandi in vacca il topic con commenti poco attinenti all’oggetto.

Il topic aperto da Boksic, parla del buon lavoro dell’allenatore (Sarri) ribadisco che a me non piace, poi se ci porterà in Europa, W Sarri.

[Panzabianca]

segue...

E con ciò non voglio aggrottarmi nella riflessione autoassolutoria di una passione che per principio escluda la capacità di analisi. No, tutt’altro. Il mio è solo un tentativo di dialogare in condizione di parità, preliminarmente respingendo l’assunto che tutti i tifosi siano in balia di radio, social, curva etc.
Se si vuol fare analisi seria, non sono certo queste le premesse ideali.
Spassionatamente penso che la maggior parte dei tifosi resista alla narrazione urlata, sappia distinguere un errore da una colpa, una sconfitta da un fallimento strutturale, un giocatore dignitoso da una sega, un DS vero da un DS finto. Il problema non sono il tifo in sé e la sua capacità di analisi approfondita, e la lettura del momento non è né sarà mai esclusivo apannaggio di una sparuta setta di illuminati.
Occorre solo ammettere con onestà una realtà che il nostro amico Boksic nega: quella in cui tutte le critiche abbiano lo stesso diritto di cittadinanza e legittimità, senza che alcuna tra di esse soffra - perché qualcuno lo adombra strumentalmente - del riflesso condizionato di radio, social, curva etc.

Questo penso.

[Panzabianca]

[segue]

...

Ma nella rappresentazione di Bene e Male va evitato il confronto oggettivo, che potrebbe rivelarsi devastante per il nostro ego: vincesse Lotito uno scudetto, ci toccherebbe ammettere di non aver capito un causio: inammissibile, per Io ipertrofici ma in realtà gravati da robusti complessi di inferiorità. Ecco quindi che nella narrazione subentra l'elemento divino: un Cristo che all'occorrenza resuscita i morti ma se lo crocifiggono è colpa degli ebrei brutti e cattivi. E tutto magicamente va a posto.

a latere
ecco, questo passaggio è di una retorica quasi religiosa, vale a dire ciò che tu stesso dici di detestare di più.
Voglio dire che, assai spesso, leggendo ciò che scrivi ho come l'impressione che pur premessa la distanza dalla forma religiosa, tu ne conservi assolutamente la struttura mentale. Curiosa sta cosa.