La Lazio si quota al Nasdaq

[Il frigorifero]

Frigo.

Being quoted on the Nasdaq offers companies significant strategic and financial advantages, ranging from improved trading metrics to enhanced brand prestige.
1. Superior Market Quality and Liquidity
Nasdaq’s market structure, which utilizes multiple market makers rather than a single specialist, often leads to improved trading efficiency:
Reduced Volatility: Data shows that companies switching to Nasdaq often experience lower intraday volatility.
Tighter Spreads: The competitive quoting environment typically results in tighter bid/ask spreads, reducing the implicit cost of trading for investors.
Increased Liquidity: A Nasdaq listing provides a robust secondary market, making it easier for early investors and employees to sell shares.
2. Lower Cost of Listing
Compared to other major exchanges like the New York Stock Exchange (NYSE), Nasdaq is generally more cost-effective:
Lower Annual Fees: Nasdaq’s maximum annual listing fee is approximately $193,000, significantly lower than the NYSE’s maximum of $500,000.
No Additional Share Fees: Unlike the NYSE, Nasdaq does not charge fees for listing additional shares after the initial public offering.
3. Enhanced Visibility and Brand Prestige
A Nasdaq listing serves as a powerful marketing tool, aligning a company with global leaders in technology and innovation:
Association with Innovation: Nasdaq is the home of giants like Apple and Microsoft, providing listed companies with immediate credibility as forward-thinking entities.
Iconic Promotion: Listed companies receive visibility through the iconic seven-story digital billboard at the Nasdaq MarketSite in Times Square.
4. Access to Capital and Indices
Broad Capital Access: Companies gain access to a global pool of institutional and retail investors, facilitating follow-on offerings for long-term growth.
Index Inclusion: Nasdaq-listed companies may qualify for prestigious indices like the Nasdaq-100, which can significantly increase trading volume and analyst coverage.
5. Efficient Regulatory Environment
Flexible Standards: While maintaining high standards, Nasdaq’s corporate governance requirements are often considered slightly more flexible or streamlined than those of the NYSE.
Tiered Structure: Nasdaq offers three tiers (Global Select, Global, and Capital Markets) allowing companies to list according to their current size and financial maturity while providing a path for internal upward mobility.

Avremmo più facile accesso a capitali e investimenti , e questo può essere interessante anche in vista stadio.

Però non ho capito : la quotano o no ?

Questi advisor che sono stati nominati , di cui parla il comunicato, cosa devono fare di preciso ? Cercare un acquirente ? Quotare la Lazio ? Trovare un socio ?

——————

Panza !

Il Cadice si è già quotato al Nasdaq ma, se ho capito bene , lo ha fatto quotando una sua società controllata.

E in una mattinata hanno raccolto quasi mezzo miliardo di euro.

[Il frigorifero]

Ah, Jim !

Un altra domanda da un poveraccio ignorante.

Ma se la quotano...quali azioni se vendono ? Sul mercato ce ne saranno pochissime !

Lotito dovrebbe vendersi un pezzetto del suo 67%, per allunga’ il brodo ?

[Panzabianca]

In una mattinata potremmo passare da Dia e Castellanos ad Haland e Mbappè.

Daje, che aspettamo???!

Avanti co a Mandrakata!

GIRARE LA RUOTA!

[Jim Bowie]

Ah, Jim !

Un altra domanda da un poveraccio ignorante.

Ma se la quotano...quali azioni se vendono ? Sul mercato ce ne saranno pochissime !

Lotito dovrebbe vendersi un pezzetto del suo 67%, per allunga’ il brodo ?

guarda che i poracci ignoranti semo in due.
Un agente di borsa ci vorrebbe, 'na vorta uno c'era qui dentro ma e' da parecchio che non compare piu.
Vedo se ne trovo uno bono dalle parti mia e poi ti faccio sapere.

[Il frigorifero]

Comunque dai comunicati ufficiali emergono due fatti :

1) La Lazio afferma questo rappresenta l’inizio di un percorso.

2) La Lazio ha nominato questo studio legale e Deloitte Legal come suoi advisor.


Dunque a me sembra che questa storia della campanella non sia solo una cosa celebrativa , ma possiamo attenderci degli sviluppi nel futuro...

[Frusta]

Visto su you tube Enrico Lotito che "suona la campanella" alla borsa di New York.
Mi chiedo che senso ha esporre quel ragazzo in quel modo.

[Panzabianca]

Visto su you tube Enrico Lotito che "suona la campanella" alla borsa di New York.
Mi chiedo che senso ha esporre quel ragazzo in quel modo.

in effetti.
Mah

[contevlad]

Visto su you tube Enrico Lotito che "suona la campanella" alla borsa di New York.
Mi chiedo che senso ha esporre quel ragazzo in quel modo.

Se fosse minorenne sarebbe un caso da denunciare per interdire i genitori della patria potestà.

[Fabio]

Se fosse minorenne sarebbe un caso da denunciare per interdire i genitori della patria potestà.

Collezionisti di Apparenze (Social Face-Saving)

Per queste persone, la realtà conta meno della narrazione. Ammettere una disabilità o un ritardo mentale significa, nel loro codice non scritto, ammettere una "decadenza genetica" o un fallimento educativo.

    Il meccanismo: Preferiscono che il figlio faccia una "figura di merda" (fallendo in una conversazione o in un compito complesso) piuttosto che ammettere che non ha le capacità per affrontarlo.

    La giustificazione: Diranno che è "eccentrico", "pigro" o "ribelle", perché queste sono etichette socialmente accettabili in certi ambienti, a differenza della disabilità.

2. Architetti del Gaslighting Familiare

Sono maestri nel manipolare la percezione degli altri. Se il figlio ha un comportamento palesemente inadeguato durante una cena, loro "cascano in piedi" con una battuta di spirito o spostando l'attenzione altrove, lasciando il figlio da solo nel ridicolo.

    L'effetto sugli altri: Amici e parenti spesso mangiano la foglia, ma non dicono nulla per non rompere il patto di ipocrisia della cerchia sociale.

3. Genitori "Ego-riferiti" e Prestatore d'Immagine

Il figlio è un oggetto di scena. Deve apparire al circolo, alle feste o alle lauree (spesso ottenute in modi discutibili) per confermare che la famiglia è "vincente".

    Il tradimento: Il vero tradimento non è la malattia del figlio, ma il fatto che il figlio non "performa" come dovrebbe. Lo puniscono facendogli fare figure terribili, sperando quasi che l'umiliazione lo "guarisca" o lo costringa a conformarsi.

4. La Strategia del "Cigno Nero"

In economia e sociologia di alto livello, si tende a nascondere ciò che è "divergente". Definirebbero il figlio un "problema tecnico" da gestire con discrezione, ma siccome devono portarlo in società, cercano di forzare una normalità che non esiste.

In sintesi: Sono persone che hanno sacrificato l'empatia sull'altare del prestigio. Preferiscono un figlio umiliato e deriso (ma che sembra normale sulla carta) piuttosto che un figlio sereno e protetto (ma ufficialmente "diverso").

È una forma di crudeltà raffinata, perché mentre il figlio affonda nell'imbarazzo, loro usano la loro posizione economica e il loro carisma per restare intoccabili.

[Il frigorifero]

Scrive la Lazio sui suoi profili social :

“ Il prossimo capitolo sarà suonare la campanella di avvio delle contrattazioni. Avanti, insieme"

——————



La campanella di avvio delle contrattazioni , se ho capito bene, viene riservata a chi si quota. E la si suona nel giorno del debutto del titolo sul Nasdaq.

Quindi la Lazio si quota su questo mercato.

Ma quali azioni venderà ?

Tra Delle Rose , Lotito e altri due fondi di investimento....in giro ci sono poche azioni. Non pensate ?

Secondo me non possiamo escludere che Lotito decida di vendere parte del suo pacchetto sul Nasdaq e guadagnare un bel po’ di soldi.

[chemist]

Visto su you tube Enrico Lotito che "suona la campanella" alla borsa di New York.
Mi chiedo che senso ha esporre quel ragazzo in quel modo.

un modo un po' esibizionista per fare il training da bidello?

[Matthew Le Tissier]

Visto su you tube Enrico Lotito che "suona la campanella" alla borsa di New York.
Mi chiedo che senso ha esporre quel ragazzo in quel modo.

esporre quel ragazzo in quel modo?
Sto ragazzo è cresciuto con la scorta ed è figlio dell'uomo più insultato di Roma degli ultimi anni
Da mò che è esposto
era a Yew York  non in Ucraina al centro della battaglia
La notizia della cerimonia della campanella  può essere commentata e analizzata in diversi modi:
c'è chi si interroga sul problema della patria potestà  , chi si chiede se la famiglia Lotito sia in grado di ammettere e accettare la palese e problematica realtà del figlio, chi si chiede se ci quoteremo o meno nella borsa americana e magari quali vantaggi potrebbero esserci per la Lazio in caso affermativo



Forza Lazio !!!

[Matthew Le Tissier]

C’è infine un dettaglio che merita di essere ricordato. A rappresentare la Lazio al Nasdaq non è stato Claudio Lotito, ma suo figlio Enrico, scelta che ha acceso una polemica dura e spesso sgradevole sui social.
Enrico Lotito è da tempo oggetto di scherno e di accuse ingiuste, alimentate da una comunicazione aggressiva che troppo spesso dimentica la misura e l’umanità. È evidente che si tratti di un ragazzo fragile, con difficoltà che emergono anche nei contesti pubblici, come è accaduto al momento del suono della campanella, quando istintivamente si è coperto le orecchie di fronte al rumore e agli applausi.
Senza etichette, senza diagnosi, senza invadere uno spazio che resta personale, è però altrettanto evidente la forza di volontà con cui Enrico Lotito sta cercando di costruirsi un percorso professionale, affrontando limiti che altri non devono nemmeno considerare e provando, con fatica e determinazione, ad affermarsi nel proprio lavoro.
E qui si innesta una riflessione che va oltre il singolo episodio.
La Lazio ama ricordare – giustamente – di essere Ente Morale fin dal 1921 (unica società sportiva al mondo), riconoscimento che accompagna la sua storia da oltre un secolo e che dovrebbe rappresentare un tratto distintivo non solo istituzionale, ma anche culturale. Un titolo che richiama valori come «rispetto», «inclusione», «responsabilità sociale».
Valori che però, troppo spesso, sembrano smarrirsi proprio nelle reazioni di una parte della tifoseria laziale.
Da padre, prima ancora che da tifoso, e da uomo prima ancora che da commentatore, non posso che dirlo con chiarezza: sono stato orgoglioso che la Lazio sia stata rappresentata da Enrico Lotito.
Perché se essere Ente Morale ha ancora un senso, questo passa anche - e forse soprattutto - dal modo in cui si guarda alle fragilità, dal rispetto per chi affronta difficoltà invisibili e dalla capacità di riconoscere il coraggio silenzioso di chi non si tira indietro.
Il Nasdaq ha messo sotto i riflettori una domanda più semplice e più scomoda: quanto siamo disposti, davvero, a essere all’altezza dei valori che diciamo di rappresentare?
"Laziali bella gente..", un tempo si diceva così e tutti ne eravamo orgogliosi.

Fabio Polli

preso da Facebook

[Boksic]

Solo per ricordare che la Lazio non è più "Ente Morale" almeno dal 1967, quando divenne una SpA, come la maggior parte delle società professionistiche; probabilmente quello status era decaduto ancora prima, già dal dopoguerra: qualcuno vi si appellò come ancora di salvataggio nel 1958 o giù di lì, quando la scellerata gestione di Tessarolo portò quasi al fallimento il club, ma oltre a non poter sortire eventuali effetti concreti, la condizione di Ente Morale non fu nemmeno verificabile.


L'erezione a Ente Morale fu invece determinante, a suo tempo, per la sopravvivenza stessa della società. Negli anni Venti del secolo scorso non esisteva nemmeno un "diritto sportivo" e i club calcistici erano sostanzialmente società di fatto. Tipico il caso della fusione Internazionale-US Milanese, con il maggiorente di questi ultimi che si presentò ai dirigenti interisti dicendo loro sostanzialmente "da oggi siamo un'unica società e ci chiameremo Ambrosiana": alla domanda ovvia dei nerazzurri "e chi lo ha detto?" l'altro replicò "il segretario provinciale del Fascio", "e chi sarebbe?" "Io": e nulla fu possibile opporre a tali decisioni. Nel caso della Lazio invece, la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale comportava il riconoscimento giuridico della Lazio (nella forma di Ente Morale appunto, che è assimilabile a quella che oggi chiamiamo ONLUS) e quindi l'impossibilità di cessare o incorporare la società, se non per un atto spontaneo e deliberato della stessa: fu questo, ben più dello spessore politico di Vaccaro, a impedire la creazione dell'Ente "squadra unica di Roma", sulla falsariga di quanto stava avvenendo a Napoli, Firenze, Bari ecc.

Della Lazio "Ente Morale" non si ricordava più nessuno da tempo, finché Mario Pennacchia non riesumò la vicenda, prima nel 1969 col suo "Storia della Lazio" e poi rilanciandola nella seconda edizione aggiornata di quell'opera, "Lazio Patria Nostra" del 1994. Da allora molte vicende storiche dei primi anni sono entrate nell'immaginario: lo status di Ente Morale appunto, il richiamo ai colori della Grecia, il primo pallone visto a Roma ecc. In realtà molte di queste vicende sono state romanzate e distorte dai protagonisti intervistati da Pennacchia (Ancherani, Masini, Bitetti), nel tempo è emerso ad esempio che il richiamo alla Grecia e ai suoi colori fu una mera invenzione di Bitetti, probabilmente sull'onda emotiva ancora forte delle Olimpiadi del 1960 disputate a Roma, così come la comparsa del calcio nella Capitale ebbe un iter più complesso di quello leggendario di Seghettini che porta il pallone da Parigi (dove peraltro il nostro non era mai stato).

Tutto questo per dire che il modo in cui ci autorappresentiamo è quasi sempre un Vangelo secondo Giovanni (tanto per fare riferimento ancora una volta allo schema "religioso" del Bene, del Male e del Salvatore), sempre più distorto e divinizzante man mano che ci si allontana dai fatti.

[Boksic]

Che c'entra questo pippone con Enrico Lotito? C'entra perché l'esasperazione in negativo dell'attualità è un tipico e del resto lo stesso Gesù Cristo fu fatto fuori senza tanti complimenti, mentre dei suoi dodici con cui aveva cenato la sera prima non ce n'era manco uno a dirgli due parole di conforto: salvo poi qualcosa della vicenda arrivare all'orecchio di Plastino-Paolo di Tarso che ci ha costruito sopra una leggenda, al punto tale che oggi contiamo gli anni dalla data di nascita (sbagliata) di uno che finì miseramente inchiodato come tanti eversori dell'epoca. È probabile che Enrico Lotito e nemmeno il genitore saranno un giorno divinizzati, però mai dire mai visto che personaggi che quando erano in carica si sono beccati cacca a tonnellate oggi sono nel Regno dei Cieli Laziale, così come annate terrificanti vengono assurte a modello di Lazialità romantica, fino alla riesumazione dell'aquilotto Pouchain, cioè quello della stagione 1979/80, che personalmente inserisco fra le tre-quattro peggiori da me vissute dall'ormai lontano 1971/72: quando l'ho visto sulle nostre maglie non volevo crederci.

Lo spalamento di cacca sull'attualità non può quindi prescindere da tutto quello che può favorirlo ed esaltarlo e, in questo senso, le difficoltà (quali che siano) di Enrico Lotito sono un boccone troppo ghiotto per rinunciarvi. Altro che Ente Morale. Che, come detto, non esiste più da decenni. E comunque la trasformazione della Rondinella in orto di guerra (il motivo del riconoscimento) fu frutto dell'opera del club e dei tesserati, non della tifoseria. È la SS Lazio che rappresenta se stessa. E nessun altro.

[Boksic]

Ritorno sul tema Ente Morale e il tratto distintivo che ne dovrebbe conseguire.

Niente di più improbabile.

Io capisco l'astio verso i maggiorenti della SS Lazio. D'altra parte, come detto, in mezzo secolo e oltre da laziale di momenti in cui presidenti e allenatori sono stati oggetto d'amore incondizionato ne ricordo pochissimi. E non temo smentite su questo. Ora stiamo vivendo l'anno ventidue dell'attuale presidenza, un periodo di tempo lunghissimo e quindi l'astio si è accumulato, alimentato certamente dall'attuale bassa marea sul piano tecnico, da certe tipicità di Lotito e da una campagna (per meri motivi di soldi) antica e martellante.

Tuttavia. Leggendo e sentendo personaggi che, per estrazione culturale, umana, sociale, per pensiero politico, dovrebbero comunque relazionarsi al mondo in un certo modo, a me vengono i brividi. Ho l'impressione che l'individuazione di un soggetto che ricalca tutti gli stereotipi della statua da abbattere - benestante, destroide, "arricchito", annidato nella politica e negli appalti, saccente, abile, scaltro - sia quanto mai gratificante in qualche modo per chi quelle caratteristiche non le possiede e per questo incolpa una qualche "cupola" che gli ha impedito di essere... tale e quale. Questa impressione mi deriva dalla constatazione che ormai anche qualsiasi evento positivo viene negato e fatto a pezzi, quasi facesse paura una qualsiasi crepa nella rappresentazione. Per molti, il laziale si è ormai scisso dal resto, che non appare un granché: di molti "amanti degli animali", benefattori a vario titolo, impegnati nel sociale e nei diritti ecc. ecc. avrei veramente paura: il modo in cui trattano le vicende della Nostra ne mostra il vero aspetto: e a persone così non volterei mai le spalle, sinceramente.

[Panzabianca]

Personalmente, vedo la mandrakata Nasdaq con curiosità e un pur moderato ottimismo. Forse potrebbe essere una genialata. Per il resto, sono cose che non conosco e, certo, non azzarderò commenti.

Quel che mi sento di dire, però, è che se rappresenta il segnale di una volontá di rafforzarsi e competere, ben venga.

Io tifo Lazio e voglio competere; che non significa pretendere di vincere, ma solo provare a farlo seriamente.
Essere, esistere sportivamente è competere.

Per il resto, grazie, ho goduto leggendo il tuo "sermone".

Occorrerebbe vederci tutti per una cena (paa coesione, si intende).

[Matthew Le Tissier]

Ente morale o meno il  concetto del post  rimane e alla grande. Non focalizziamoci su un dettaglio che potrebbe essere anche eliminato nell'articolo non alterando il messaggio importante, sottolineato e in grassetto, al quale sarebbe piacevole ottenere vs considerazioni.
 La Lazio rappresenta se stessa, cosi come i tifosi rappresentano se stessi e aggiungerei fortunatamente.



 

[contevlad]

C’è infine un dettaglio che merita di essere ricordato. A rappresentare la Lazio al Nasdaq non è stato Claudio Lotito, ma suo figlio Enrico, scelta che ha acceso una polemica dura e spesso sgradevole sui social.
Enrico Lotito è da tempo oggetto di scherno e di accuse ingiuste, alimentate da una comunicazione aggressiva che troppo spesso dimentica la misura e l’umanità. È evidente che si tratti di un ragazzo fragile, con difficoltà che emergono anche nei contesti pubblici, come è accaduto al momento del suono della campanella, quando istintivamente si è coperto le orecchie di fronte al rumore e agli applausi.
Senza etichette, senza diagnosi, senza invadere uno spazio che resta personale, è però altrettanto evidente la forza di volontà con cui Enrico Lotito sta cercando di costruirsi un percorso professionale, affrontando limiti che altri non devono nemmeno considerare e provando, con fatica e determinazione, ad affermarsi nel proprio lavoro.
E qui si innesta una riflessione che va oltre il singolo episodio.
La Lazio ama ricordare – giustamente – di essere Ente Morale fin dal 1921 (unica società sportiva al mondo), riconoscimento che accompagna la sua storia da oltre un secolo e che dovrebbe rappresentare un tratto distintivo non solo istituzionale, ma anche culturale. Un titolo che richiama valori come «rispetto», «inclusione», «responsabilità sociale».
Valori che però, troppo spesso, sembrano smarrirsi proprio nelle reazioni di una parte della tifoseria laziale.
Da padre, prima ancora che da tifoso, e da uomo prima ancora che da commentatore, non posso che dirlo con chiarezza: sono stato orgoglioso che la Lazio sia stata rappresentata da Enrico Lotito.
Perché se essere Ente Morale ha ancora un senso, questo passa anche - e forse soprattutto - dal modo in cui si guarda alle fragilità, dal rispetto per chi affronta difficoltà invisibili e dalla capacità di riconoscere il coraggio silenzioso di chi non si tira indietro.
Il Nasdaq ha messo sotto i riflettori una domanda più semplice e più scomoda: quanto siamo disposti, davvero, a essere all’altezza dei valori che diciamo di rappresentare?
"Laziali bella gente..", un tempo si diceva così e tutti ne eravamo orgogliosi.

Fabio Polli

preso da Facebook

Tralascio la questione ente morale e dico la mia.
Enrico Lotito non sta affatto cercando di crearsi un percorso evolutivo combattendo contro i suoi limiti.
Enrico Lotito è obbligato dalla famiglia a esporsi in una dimensione che non è la sua ed è evidente.
Enrico Lotito ha un ruolo nella Lazio che gli garantisce uno stipendio di 500000 euro l'anno che è quello che percepisce  un amministratore delegato di una azienda  di medie dimensioni.
Enrico Lotito occupa quel ruolo non perchè in grado di adempiere alla mansione ma  unicamente perchè figlio di Claudio e Cristina.

Io, contrariamente all'autore dell'articolo e proprio ragionando da padre, ritengo che quello che sta facendo Claudio Lotito nei confronti del figlio sia abominevole. Una sovraesposizione, non solo mediatica, che sta umiliando Enrico e di riflesso anche la tifoseria della Lazio (aspetto quest'ultimo non proprio marginale).
Dietro ad un ipocrita buonismo di facciata non accetto di digerire pure questa ennesima carnevalata del Patron.
Enrico ha i suoi problemi così come ne hanno in tanti della sua età che però non hanno la fortuna di avere un padre che gli garantisce mezzo milione di euro l'anno per ricoprire un ruolo di rappresentanza in una S.P.A. particolare come una squadra di calcio professionistica che milita nel campionato di serie A.

[Boksic]

Ente morale o meno il  concetto del post  rimane e alla grande. Non focalizziamoci su un dettaglio che potrebbe essere anche eliminato nell'articolo non alterando il messaggio importante, sottolineato e in grassetto, al quale sarebbe piacevole ottenere vs considerazioni.
 La Lazio rappresenta se stessa, cosi come i tifosi rappresentano se stessi e aggiungerei fortunatamente.

Domanda.

Porteresti una persona ipoudente a te cara a un concerto?

Un frustrato egocentrico che ha a che fare con questi problemi solo quando manda  l'elemosina a Telethon a Natale trincerà sentenze inappellabili.

Colui che invece la domanda deve farsela sul serio sa che la risposta giusta non c'è.